Negli ultimi giorni, milioni di contribuenti italiani hanno vissuto momenti di frustrazione e incertezza: il sito dell’Agenzia delle Entrate, punto di accesso fondamentale per la dichiarazione dei redditi precompilata (modello 730), ha subito una serie di malfunzionamenti che hanno paralizzato l’attività di cittadini e professionisti. Il fenomeno non è nuovo, ma la sua ricorrenza nel pieno delle scadenze fiscali ne ha amplificato l’impatto, portando a proroghe e a un acceso dibattito sulla digitalizzazione della pubblica amministrazione.
Il primo grande blocco si è verificato il 16 maggio 2025, proprio all’indomani dell’apertura della finestra per la modifica e l’invio del 730 precompilato. Dalle 10 del mattino fino alle 19:30, l’area riservata del sito è risultata inaccessibile o estremamente rallentata. Gli utenti si sono trovati davanti a messaggi di attesa (“Sei in attesa di entrare nell’area riservata dell’Agenzia delle Entrate; quando sarà il tuo turno avrai a disposizione 10 minuti per accedere; al momento l’avanzamento della coda è in pausa”) senza però riuscire a completare le operazioni necessarie.
La situazione si è ripetuta il 28 maggio, a ridosso di nuove scadenze fiscali, quando il portale è tornato a essere irraggiungibile. Sullo schermo compariva il messaggio “Il sistema non è al momento disponibile. Ci scusiamo per il disagio”, oppure errori tecnici come “The proxy server could not handle the request”. In entrambi i casi, l’impossibilità di accedere ha bloccato l’invio delle dichiarazioni e la gestione degli adempimenti ordinari.
Le ragioni dei disservizi sono molteplici, ma tutte riconducibili a un unico denominatore: il sovraccarico del sistema in concomitanza con le scadenze fiscali. In particolare:
Il blocco del sito ha avuto effetti immediati e tangibili:
Di fronte a una situazione ormai insostenibile, le principali associazioni di categoria e il Codacons hanno chiesto a gran voce un rinvio delle scadenze. L’Agenzia delle Entrate ha riconosciuto la gravità del problema e, dopo il parere favorevole del Garante, ha emanato un provvedimento di “irregolare funzionamento degli uffici”. La scadenza fiscale originariamente fissata per il 16 maggio è stata prorogata al 30 maggio, dando così un po’ di respiro a contribuenti e professionisti.
Tuttavia, l’Associazione Nazionale Commercialisti ha sottolineato come questa situazione sia ormai ricorrente e abbia chiesto un intervento strutturale da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze, per garantire finalmente l’affidabilità e l’efficienza del sistema digitale fiscale italiano.
Il caso del sito dell’Agenzia delle Entrate riapre il dibattito sulla digitalizzazione della pubblica amministrazione in Italia. Se da un lato la digitalizzazione promette semplificazione e trasparenza, dall’altro la fragilità delle infrastrutture informatiche rischia di vanificare questi obiettivi, soprattutto quando la tecnologia non è in grado di sostenere la domanda reale.
Il rispetto delle scadenze fiscali non può essere preteso quando lo Stato stesso non è in grado di garantire il funzionamento delle proprie piattaforme digitali. La responsabilità delle disfunzioni non può ricadere su cittadini e professionisti, che si trovano a dover fronteggiare problemi non dipendenti dalla loro volontà.