"La Corte di cassazione ha più volte cancellato le contravvenzioni stradali legate all'uso di autovelox non omologati, ma per molti comuni italiani questo strumento assomiglia ad un bancomat. Come si dice, pecunia non olet, il denaro non ha odore". Ne parla Marino Longoni su Italia Oggi: "Gli enti locali, infatti – scrive l'editorialista - nel 2024 hanno incassato oltre 1,7 miliardi di euro da multe stradali, con un aumento del 10% rispetto al 2023. È forse questo il motivo principale per cui in Italia sono installati circa 8 mila autovelox. Un record europeo. E non è un caso se le entrate da contravvenzioni spesso valgono più del 5% delle entrate dei comuni, arrivando in alcuni casi al 20%: in testa alla classifica i comuni che più massicciamente fanno uso di autovelox, come Milano (204 milioni di euro nel 2024), Roma (145,8 milioni), Firenze (61,6 milioni) e Torino (61,2 milioni). Firenze ha registrato una multa pro capite di 170 euro nel 2024, la più alta tra i capoluoghi di provincia, seguita da Milano (149,10 euro)".
"A livello regionale, la Liguria ha il valore pro capite più alto (40,1 euro per residente), seguita da Toscana (34,9 euro) e Lombardia (32,3 euro). Al Sud, regioni come Molise (4,9 euro pro capite) e Calabria (8,9 euro) registrano incassi molto inferiori, per minore densità di controlli o difficoltà nella riscossione. Eppure, già nel 2024 la Cassazione aveva stabilito che le multe per eccesso di velocità basate sulle foto degli autovelox non omologati valgono zero, vista la differenza fra approvazione e omologazione. Diverse sentenze – ricorda Longoni - hanno poi ribadito il concetto che l'approvazione è un atto amministrativo del ministero e dei comuni, basato sul rispetto di requisiti tecnici, l'omologazione invece riguarda il funzionamento dell'autovelox stesso. Il caos attuale nasce nel 1992, con l'introduzione dell'articolo 142 del Codice della Strada che impone approvazione e omologazione degli autovelox. Il problema è che da allora non sono mai stati emanati i decreti attuativi, quindi non si sa chi debba provvedere all'omologazione. C'è quindi una illegalità diffusa di questi strumenti. Eppure, le multe si continuano, allegramente, a riscuotere. Anche perché gli automobilisti disponibili a presentare ricorso sono una esigua minoranza". E se il numero dei ricorrenti aumenta rischiano di crollare i bilanci dei comuni.