29 May, 2025 - 21:11

Cos’è il TACO? Il termine che manda Trump su tutte le furie conquista Wall Street

Cos’è il TACO? Il termine che manda Trump su tutte le furie conquista Wall Street

TACO, acronimo di Trump Always Chickens Out (“Trump si tira sempre indietro”), è l’etichetta ironica con cui Wall Street descrive le marce indietro del presidente americano sui dazi. Un termine che Trump detesta, ma che sintetizza una strategia ormai nota ai mercati: minacce commerciali seguite da ripensamenti. E ora, tra stop giudiziari e trattative in corso, il futuro del “TACO trade” è tutto da scrivere.

"TACO", l’acronimo che fa infuriare Trump

"Trump Always Chickens Out (TACO)" non piace affatto al presidente americano.

Durante un suo intervento nello Studio Ovale del 28 maggio, una giornalista della CNBC gli ha chiesto cosa ne pensasse del termine. Trump è apparso perplesso e ha affermato di non aver mai sentito quella frase. Poi si è messo sulla difensiva:

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Sei mesi fa, questo Paese era completamente morto. Avevamo un Paese, e la gente non pensava che sarebbe sopravvissuto. E tu fai una domanda così sgradevole? Non dire mai quello che hai detto. È una domanda sgradevole.

Donald Trump, noto per i soprannomi che affibbia ai suoi rivali, non ha gradito per nulla l’espressione abbreviata utilizzata in modo ironico dagli ambienti finanziari: TACO.

Il presidente porta avanti un’agenda ambiziosa in materia di politica commerciale. Nel mese di febbraio, poche settimane dopo il suo insediamento, ha annunciato nuovi dazi verso Messico, Canada e Cina. Poi, il 2 aprile, ha esteso l’elenco a molti altri paesi, imponendo nuove imposte commerciali.

Il panico ha fatto crollare i mercati azionari per diversi giorni. Analisti e osservatori hanno cercato di capire se si trattasse di una politica commerciale casuale o di una strategia studiata. In ogni caso, Trump è stato ampiamente criticato per le sue mosse aggressive sui dazi.

Wall Street ironizza sulla politica commerciale di Trump

Il "taco trade" è diventato anche un soprannome che ha raggiunto un certo “successo” tra gli osservatori del mercato azionario.

L'acronimo è stato utilizzato per la prima volta da un editorialista del Financial Times, Robert Armstrong. In un articolo pubblicato all’inizio di maggio, affermava che "il recente rally è dovuto in gran parte alla consapevolezza dei mercati che l'amministrazione statunitense non ha una tolleranza molto elevata per le pressioni economiche e di mercato, e che sarà pronta a fare marcia indietro quando i dazi causeranno danni. Questa è la teoria del Taco: Trump si tira sempre indietro".

L’idea di fondo è quella di una tendenza ciclica: il presidente Trump annuncia dazi sulle importazioni, ma poi li rimanda o li riduce dopo una forte svendita sui mercati finanziari.

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Questo schema si è ripetuto con il Canada, con il Messico, e con la Cina. E nel caso più recente, anche con l’Unione Europea.

Il 23 maggio, frustrato dalla mancanza di progressi nei negoziati commerciali, Trump ha annunciato tariffe del 50 per cento sui beni europei a partire dall’1 giugno. L'annuncio ha agitato i mercati: il Dow Jones, lo S&P 500 e il Nasdaq hanno registrato reazioni immediate e negative. Ma, come già accaduto in passato, è arrivato il dietrofront. Domenica 25 maggio, Trump ha fatto marcia indietro. Dopo una telefonata “molto gentile” con la presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen, ha deciso di rinviare l’entrata in vigore dei dazi al 9 luglio.

Dopo la pausa per il Memorial Day, il 27 maggio, le borse hanno reagito positivamente, tornando in territorio positivo. Un nuovo capitolo, insomma, del cosiddetto “TACO trade”.

Trump difende i dazi ma un tribunale cambia le carte in tavola

"Si chiama negoziazione", ha affermato Trump, rispondendo alla domanda della giornalista della CNBC. "Non sarebbero qui oggi a negoziare se non avessi imposto una tariffa del 50 per cento [sull'Europa]".
Un’affermazione che conferma l’approccio aggressivo del presidente americano alla politica commerciale.

Sebbene il "taco trade" sembri destinato a durare, con i mercati che ormai si aspettano annunci drastici seguiti da marce indietro, una recente decisione di un tribunale di New York potrebbe cambiare le dinamiche attuali. La corte ha infatti bloccato temporaneamente l’attuazione dei dazi proposti da Trump facendo segnare un punto critico.

Per molti osservatori, l’amministrazione potrebbe tentare di aggirare lo stop con soluzioni alternative, anche se queste risulterebbero temporanee o richiederebbero tempi lunghi per essere implementate.

Una cosa, però, sembra chiara: dopo lo stop giudiziario, le nazioni che stanno negoziando per ottenere un accordo migliore dovranno tenere conto del fatto che i piani di Trump potrebbero non essere così duraturi come sembravano. Sarà da vedere, quindi, quale sarà il destino del TACO per i mercati finanziari.

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