03 Jun, 2025 - 15:49

Chi è Lee Jae-myung, il liberale verso la vittoria delle elezioni presidenziali in Corea del Sud

Chi è Lee Jae-myung, il liberale verso la vittoria delle elezioni presidenziali in Corea del Sud

Ex avvocato per i diritti umani, sindaco e governatore, Lee Jae-myung è diventato il volto del centrosinistra sudcoreano. Dopo aver guidato l’opposizione in uno dei momenti più turbolenti della politica nazionale, si avvia ora a conquistare la presidenza.

Chi è Lee Jae-myung, la biografia

Nato nel 1963, Lee Jae-myung è il quinto di sette figli in una famiglia di contadini sudcoreana.

Lee è cresciuto nella periferia di Seoul. Mentre i suoi coetanei proseguivano gli studi nelle scuole superiori, lui lavorava in fabbrica. All'età di 13 anni si è rotto un braccio in una pressa e, ancora oggi, porta i segni di quell'infortunio. Questo tragico episodio ha segnato profondamente il percorso della sua vita.

Dopo aver ripreso gli studi, è stato ammesso alla Facoltà di Giurisprudenza dell'Università Chung-Ang. Nel 1986 ha superato l'esame di abilitazione alla professione forense. Successivamente ha frequentato per due anni l'Istituto di ricerca e addestramento giudiziario della Corte suprema, necessario per l'iscrizione all'albo degli avvocati.

Nel corso della sua carriera, è diventato un attivista sindacale e un avvocato per i diritti umani impegnato nella difesa delle fasce più vulnerabili della società. La sua figura ha assunto rilevanza nazionale e internazionale, tanto che è stato inserito dalla rivista Time tra le 100 persone più influenti del 2025.

La carriera politica di Lee Jae-myung

Lee è entrato in politica nel 2005 unendosi al Partito Uri, uno schieramento social-liberale che ha successivamente dato vita al Partito Democratico attraverso la fusione con altre forze politiche.

Ha annunciato la propria candidatura alle elezioni locali del 2006 come sindaco di Seongnam ma ha perso ottenendo il 23,75 per cento dei voti. Solo nel 2010 è stato eletto sindaco di Seongnam con il Partito Democratico. È stato poi riconfermato nel 2014.

Nel 2018, ha compiuto un ulteriore passo in avanti, venendo eletto governatore della provincia di Gyeonggi, che comprende anche Seongnam.

Nel 2022 ha corso per la presidenza della Corea del Sud ma ha perso le elezioni contro Yoon Suk-yeol, candidato del Partito conservatore del Potere Popolare. Dopo la sconfitta, si è candidato alle elezioni suppletive dello stesso anno e ha vinto un seggio in Parlamento.

Nello stesso anno, è stato eletto leader del Partito Democratico di Corea.

Alla guida del principale partito di opposizione in una situazione politica squilibrata, nel 2024 Lee è stato accoltellato al collo durante una visita nella città meridionale di Busan.

È attualmente oggetto di diversi procedimenti giudiziari in corso, relativi ad accuse di uso improprio di fondi e corruzione. La maggior parte di questi casi è stata rinviata a dopo le elezioni. Tuttavia, in caso di vittoria, dovrebbe beneficiare dell’immunità presidenziale.

Lee ha sfidato Yoon Suk-yeol e la legge marziale

Quando, nel dicembre 2024, l’allora presidente Yoon Suk-yeol ha dichiarato la legge marziale, la crisi politica in Corea del Sud ha attirato l’attenzione internazionale.

Lee ha guidato l’accusa di impeachment contro Yoon. In un gesto carico di simbolismo e determinazione, ha scavalcato le barricate poste attorno all’Assemblea Nazionale, eludendo i cordoni di sicurezza ordinati dal presidente.

Ha poi radunato i legislatori per votare contro la legge marziale proclamata dall’ex presidente.

Come leader dell’opposizione sudcoreana, Lee è il favorito alle elezioni presidenziali del 3 giugno 2025.

Dopo la chiusura dei seggi elettorali, diversi exit poll hanno previsto immediatamente la sua vittoria, con oltre il 50 per cento dei voti contro il suo principale rivale, Kim Moon-soo.

Orientamento politico di Lee

Il programma politico di Lee è vicino al centrosinistra all'interno del suo partito, con un forte accento sulla giustizia sociale e la salvaguardia delle libertà civili. Sostiene, per esempio, che il rallentamento della crescita economica sia legato all’ingiustizia e alla polarizzazione in diversi settori dell’economia coreana.

Le promesse chiave della sua ultima campagna elettorale prevedono, tra l’altro, di allentare le tensioni con la Corea del Nord. Propone inoltre di introdurre maggiori controlli sui poteri del capo dello Stato, in particolare sulla possibilità di dichiarare la legge marziale.

Mira ad aumentare gli investimenti nella ricerca e nello sviluppo dell’intelligenza artificiale. Prevede di perseguire una politica estera pragmatica, mantenendo al centro i legami con gli Stati Uniti ma bilanciandoli con rapporti più equilibrati con Cina e Russia.

Lee si è avvicinato alla presidenza in un momento di incertezza per l’economia mondiale, dovuta anche ai dazi imposti dall’amministrazione americana, e in un contesto politico interno e geopolitico sempre più complicato.

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