Jeremy Rifkin è una delle figure più influenti e visionarie dell’economia contemporanea, noto per le sue analisi pionieristiche sull’impatto delle tecnologie, dell’ambiente e dei nuovi modelli economici sulla società globale. Economista, sociologo, attivista, saggista e consulente politico, Rifkin ha saputo anticipare di decenni i temi oggi al centro del dibattito pubblico: dalla rivoluzione energetica alle sfide del cambiamento climatico, dalla sharing economy al futuro del lavoro.
Jeremy Rifkin nasce a Denver, negli Stati Uniti, il 26 gennaio 1945, da una famiglia ebraica. Cresciuto a Chicago, si distingue sin da giovane per la sua vivacità intellettuale e il forte impegno sociale. Dopo aver conseguito la laurea in Economia presso la prestigiosa Wharton School dell’Università della Pennsylvania, si specializza in Affari Internazionali alla Fletcher School of Law and Diplomacy della Tufts University.
Sulla vita privata di Jeremy Rifkin, le informazioni disponibili sono piuttosto riservate. Nonostante la sua notorietà pubblica, Rifkin ha sempre mantenuto un profilo basso riguardo alla sua famiglia. Le fonti principali non riportano dettagli su moglie e figli, segno di una scelta di riservatezza che caratterizza molti intellettuali della sua generazione. È noto, invece, il suo impegno personale per uno stile di vita vegetariano, coerente con le sue battaglie ambientali e animaliste.
Il percorso professionale di Rifkin si intreccia fin dagli anni Sessanta con l’attivismo pacifista. Nel 1969 fonda la Citizens Commission per denunciare i crimini di guerra commessi dagli Stati Uniti in Vietnam, segnando l’inizio di una lunga carriera da attivista e promotore di cause civili e ambientali. Nel 1977 dà vita alla Foundation on Economic Trends (FOET), istituto che studia l’impatto delle innovazioni scientifiche e tecnologiche su economia, società e ambiente.
Negli anni Ottanta e Novanta Rifkin si distingue per le sue campagne contro le biotecnologie e l’uso massiccio di carne nell’alimentazione occidentale, anticipando i temi della sostenibilità e dell’etichettatura degli OGM. La sua campagna “Beyond Beef”, lanciata nel 1993 insieme a Greenpeace e Rainforest Action Network, mira a ridurre il consumo globale di carne bovina per contrastare il riscaldamento climatico.
Oltre all’attività editoriale, Rifkin svolge un ruolo di primo piano come consulente di governi e istituzioni internazionali. È stato consigliere personale di Romano Prodi durante la presidenza della Commissione Europea e ha collaborato con quattro Commissioni europee (Prodi, Barroso, Juncker e von der Leyen), la Repubblica Popolare Cinese e, a intermittenza, con gli Stati Uniti. In Italia, ha lavorato come consulente per il Ministero dell’Ambiente e con la Fondazione UniVerde.
Rifkin è considerato il principale teorico della “Terza Rivoluzione Industriale”, un modello di sviluppo basato su energie rinnovabili, digitalizzazione e nuovi paradigmi produttivi, adottato come riferimento da istituzioni europee e cinesi. La sua influenza si estende anche al mondo accademico: dal 1995 insegna ai programmi executive della Wharton School, formando manager e leader di aziende multinazionali.
Autore di oltre venti libri tradotti in più di venti lingue, Rifkin ha pubblicato saggi fondamentali come “La fine del lavoro”, “L’economia all’idrogeno”, “La civiltà dell’empatia”, “La società a costo marginale zero” e, più recentemente, “Planet Aqua” (2024). Le sue opere analizzano i legami tra tecnologia, ambiente e società, proponendo una visione di futuro in cui la collaborazione, l’empatia e la sostenibilità sostituiscono i vecchi paradigmi competitivi.