Negli ultimi anni, l’ayahuasca è uscita dalle foreste dell’Amazzonia per approdare nei ritiri spirituali di Europa e Stati Uniti, portando con sé un’aura mistica e molto controversa.
Usata da secoli dagli sciamani sudamericani nei rituali di guarigione, questa bevanda a base di piante allucinogene promette esperienze trascendentali, rivelazioni profonde e – secondo alcuni – perfino la cura di traumi e dipendenze.
Ma dietro il fascino esotico e l’estetica da viaggio interiore, si nascondono gravi pericoli: dalle crisi psicotiche alle interazioni pericolose con farmaci comuni, fino ai casi documentati di decessi.
L’ayahuasca non è una droga da party né un passatempo per curiosi in cerca di emozioni forti. È un infuso potente, nato nel cuore dell’Amazzonia, usato da generazioni di sciamani nei loro rituali per aprire varchi tra il visibile e l’invisibile.
Da qualche anno, questa bevanda a base di piante selvatiche è arrivata anche in Europa e negli Stati Uniti, portata dalla scia di chi cerca esperienze spirituali, guarigione interiore o semplicemente qualcosa di “oltre”.
Ma per quanto affascinante sia la storia che circonda l’ayahuasca e la guarigione che dovrebbe apportare, non si può ignorare che parliamo di una sostanza psicoattiva dalle conseguenze molto concrete, soprattutto sul corpo e sulla psiche.
Gli effetti fisici di questo allucinogeno sono nausea, vomito e diarrea. Questi, però, n on sono effetti collaterali imprevisti, ma parte integrante del “viaggio”. In alcune tradizioni, anzi, sono considerati passaggi di purificazione, una sorta di liberazione simbolica prima della guarigione.
Pulirsi per ripartire, insomma.
Ma nella pratica, non è raro che questi sintomi diventino debilitanti. Chi è vulnerabile a disturbi gastrointestinali o ha una condizione cardiaca non dovrebbe sottovalutare gli effetti collaterali: tachicardia, pressione alta, giramenti di testa.
Se non si è in un ambiente sicuro, o se non si è assistiti da qualcuno esperto che sappia davvero cosa sta facendo, la situazione può sfuggire di mano in poco tempo.
La parte più delicata riguarda la psiche. Il principio attivo dell’ayahuasca, la DMT, non è una sostanza da prendere alla leggera. Agisce velocemente e in profondità.
Le persone che la assumono raccontano esperienze molto diverse: c’è chi vive momenti di profonda connessione, chi affronta ricordi sepolti da anni, e chi entra in un vortice di ansia, panico e paranoia. In soggetti predisposti, si sono verificati episodi di psicosi, e in alcuni casi i sintomi sono durati ben oltre l’effetto immediato.
La verità è che nessuno può sapere come reagirà, nemmeno chi si è informato a fondo. E questo rende l’ayahuasca potenzialmente pericolosa, anche per chi si crede “forte mentalmente”.
Ecco cosa ne pensa uno psichiatra. Grazie al canale YouTube di Valerio Rosso:
Un altro aspetto poco discusso è quello delle interazioni farmacologiche. L’ayahuasca contiene MAO-inibitori, che possono avere effetti devastanti se assunti insieme a certi antidepressivi, farmaci per la pressione o sostanze comunemente usate.
In alcuni casi può insorgere la sindrome serotoninergica, una condizione molto seria che comporta febbre alta, agitazione, spasmi muscolari e, nei peggiori scenari, la morte.
A viaggio finito, gli effetti non svaniscono sempre in modo netto. Alcuni riportano stati di confusione, ricordi alterati, fatica mentale. In casi rari, si sviluppano disturbi cognitivi persistenti o ricorrenti flashback visivi.
Chi ha abusato di sostanze simili, secondo vari psichiatri, può perfino andare incontro a manifestazioni psicotiche croniche o rischiare la schizofrenia.
Dal punto di vista medico, alcune ricerche scientifiche suggeriscono che l'ayahuasca potrebbe avere effetti interessanti.
Studi, come quello condotto dal Dipartimento di Biologia Cellulare dell'UCM e dal CIBERNED in Spagna, indicano che questa sostanza potrebbe favorire la nascita di nuovi neuroni.
Questo aprirebbe potenziali strade per trattare malattie neurodegenerative come il Parkinson e l'Alzheimer. È importante notare, però, che al momento non ci sono dati statistici solidi che confermino effetti collaterali dannosi a lungo termine, ma la ricerca è ancora in corso e la cautela è d'obbligo.
L'esperienza con l'ayahuasca è molto personale. Gli effetti iniziano tra i 15 e i 60 minuti dopo averla presa e possono durare da 2 a 6 ore. Non tutti reagiscono alla stessa maniera: c'è chi ha effetti intensi, chi leggeri, e alcuni quasi nulla.
Alcuni vedono visioni vivide, simboli, animali sacri. Altri rivivono ricordi dimenticati o si confrontano con paure profonde. Ma non è detto che tutto sia rivelatorio o benefico. Alcuni ne escono spaesati, confusi, persino traumatizzati.