04 Jun, 2025 - 11:14

Elon Musk contro Trump: cosa ha detto il capo di Tesla sul presidente americano?

Elon Musk contro Trump: cosa ha detto il capo di Tesla sul presidente americano?

La relazione tra Elon Musk e Donald Trump, un tempo caratterizzata da collaborazione e reciproci vantaggi, si è improvvisamente incrinata nelle ultime settimane. Il punto di rottura è stato il nuovo pacchetto fiscale voluto dal presidente americano, definito da Musk senza mezzi termini “un abominio disgustoso”. Ma cosa ha spinto il patron di Tesla e SpaceX a prendere una posizione così dura contro Trump? E quali sono le conseguenze di questa frattura per la politica e l’economia statunitense?

Elon Musk contro Trump sul pacchetto fiscale: “Un abominio disgustoso”

Il casus belli è stato il cosiddetto “Big Beautiful Bill”, la maxi-legge di bilancio e fiscale da quattromila miliardi di dollari fortemente voluta da Trump e approvata dal Congresso con un solo voto di scarto. Musk, che aveva sostenuto Trump sia politicamente sia economicamente durante la campagna elettorale del 2024, non ha risparmiato critiche: “Questa enorme, scandalosa, spropositata legge di spesa del Congresso è un abominio disgustoso. Mi dispiace ma non riesco più a stare zitto. Vergogna a chi l’ha votata: sapete di aver sbagliato. Lo sapete”.

Il provvedimento, che realizza molte delle promesse elettorali di Trump, prevede tagli fiscali soprattutto per i più abbienti, ma anche forti investimenti in spesa militare e controllo delle frontiere, compensati da tagli a sanità, scuola ed energie rinnovabili. Proprio questi ultimi punti hanno colpito direttamente gli interessi di Musk: la legge elimina gli incentivi per l’acquisto di auto elettriche, penalizzando Tesla, e riduce i fondi per le tecnologie verdi, settore in cui Musk è uno dei principali attori globali.

Preoccupazione per il deficit e l’economia

Oltre agli effetti diretti sulle sue aziende, Musk ha motivato la sua opposizione con una forte preoccupazione per l’impatto della legge sul deficit federale. Secondo le stime, il pacchetto aumenterà il debito pubblico di almeno 2,5 trilioni di dollari nel prossimo decennio, fino a 4 trilioni secondo alcune analisi indipendenti. “Questa legge di spesa oltraggiosa aumenterà massicciamente il già gigantesco deficit di bilancio e graverà sui cittadini americani con un debito schiacciante e insostenibile”, ha scritto Musk su X.

Le sue critiche sono state riprese anche in un’intervista alla CBS, dove Musk ha dichiarato di essere “deluso” dalla legge di bilancio, che “mina il lavoro che il team Doge sta facendo” per ridurre gli sprechi e il numero di dipendenti pubblici federali. Il Doge, il Dipartimento per l’Efficienza Governativa creato da Trump proprio per Musk, aveva risparmiato 175 miliardi di dollari, ma ora – secondo Musk – “tutto questo sforzo rischia di essere vanificato da una politica di spesa fuori controllo”.

Le dimissioni e il disimpegno politico

Le divergenze sono diventate insanabili quando Musk ha ufficialmente lasciato il suo incarico al Doge, prendendo le distanze dall’amministrazione Trump. In un post su X, Musk ha ringraziato Trump per l’opportunità, ma ha sottolineato che la missione del Doge “si rafforzerà nel tempo, diventando uno stile di vita per tutto il governo”, lasciando intendere la volontà di continuare a promuovere l’efficienza pubblica, ma senza più legarsi a questa amministrazione.

Non solo: Musk ha annunciato anche il suo disimpegno economico dal sostegno al movimento Maga (Make America Great Again), dopo aver finanziato la campagna di Trump con almeno 250-300 milioni di dollari. “Penso di avere fatto abbastanza. Se vedrò un motivo per investire nella spesa politica in futuro, lo farò. Al momento non ne vedo alcun motivo”, ha dichiarato.

La reazione della Casa Bianca e le ripercussioni

La Casa Bianca ha minimizzato la portata della rottura. La portavoce Karoline Leavitt ha dichiarato che “il presidente sa già qual è la posizione di Elon Musk su questo disegno di legge. Ciò non cambia l’opinione del Presidente. Questo è un disegno di legge importante e bellissimo, e lui lo rispetta”. Trump, dal canto suo, ha continuato a difendere la sua agenda, firmando anche un decreto che aumenta i dazi sulle importazioni di acciaio e alluminio, misura che Musk aveva già criticato per i suoi effetti negativi sulle aziende americane e sulle esportazioni.

Un rapporto destinato a cambiare

La frattura tra Musk e Trump segna la fine di un’alleanza che aveva portato benefici ad entrambi: Musk aveva trovato in Trump un alleato per la deregulation e la riduzione delle tasse, Trump aveva potuto vantare il sostegno di uno degli imprenditori più influenti del mondo tech. Ora però, la divergenza sulle politiche fiscali, ambientali e commerciali sembra aver reso la rottura definitiva. Resta da vedere se Musk tornerà a impegnarsi politicamente in futuro e quale sarà il suo prossimo interlocutore a Washington.

In ogni caso, la sua voce resta centrale nel dibattito pubblico americano, capace di influenzare tanto i mercati quanto l’agenda politica. E la sua rottura con Trump potrebbe avere conseguenze ben oltre la Casa Bianca.

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