"È vero che oggi abbiamo a disposizione nuove tecnologie, ma nel caso Garlasco si sta mettendo in discussione un'intera indagine". Gianni Spoletti, criminologo investigativo forense, parla di "polverone" riferendosi alle nuove ipotesi sull'omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007.
In carcere, condannato in via definitiva per il delitto, c'è Alberto Stasi, ex fidanzato della vittima. Lo scorso marzo è stato iscritto nel registro degli indagati Andrea Sempio, amico del fratello della 26enne uccisa.
Intervistato da TAG24, Spoletti si dice "perplesso" in merito alla riapertura del caso: "Che fiducia nella giustizia potranno mai avere i cittadini a questo punto?" si chiede l'esperto.
Le nuove indagini della Procura di Pavia si stanno focalizzando sul DNA trovato sulle unghie di Chiara Poggi, ma anche sull'ormai famosa "impronta 33" rinvenuta sulla parete della scala che conduce al seminterrato della villetta. Entrambi sono stati attributi ad Andrea Sempio.
A fare luce su queste tracce sarà l'incidente probatorio, in programma per il prossimo 17 giugno.
"Per cercare di determinare quello che è avvenuto all'interno di una scena di crimine, ci affidiamo alle tracce ematiche, che solitamente 'parlano'. Oggi c'è questa tecnologia, la "Bloodstain Pattern Analysis" di cui sono un esperto, che si sta evolvendo esponenzialmente e che al tempo avrebbe aiutato sicuramente molto di più. Oggi, grazie questa tecnica, se succede un caso analogo, si riesce a stabilire cos'è successo" spiega Spoletti.
"Se su quell'impronta 33 dovessero emergere tracce ematiche, allora si può parlare di un assassino. Ma se non risultano, e Sempio era libero di girare in tutta la casa, cosa potrebbe mai indicare? Senza contare che per l'attribuzione certa di un'impronta sono necessarie 16 minuzie" sottolinea.
"Sicuramente sono stati commessi molti errori, all'epoca, sulla scena del crimine: i tecnici sono entrati senza calzari, un gatto era stato lasciato libero di girare per le stanze, non sono state analizzate delle prove. Ora, però, non vengono messe in discussione solo delle analisi scientifiche, bensì un'intera indagine. Si sta affermando che tutti coloro che ci hanno lavorato, giudici compresi, hanno commesso gravi sbagli".
Il pensiero di Spoletti è rivolto anche ai genitori di Chiara Poggi.
"Dopo vent'anni si sta parlando ancora dell'omicidio della figlia e dieci volte tanto rispetto ad allora, in un momento in cui potevano aver raggiunto un equilibrio. Se servirà a riconoscere che c'è un innocente in carcere, allora va bene: ma per quello che mi riguarda, il responsabile al momento è sempre Stasi".
Oltre alle (presunte) nuove evidenze scientifiche, oggi sul caso stanno emergendo nuove piste, mai prese in considerazione. Ma anche ipotesi scartate o messe da parte in occasione della prima indagine.
Massimo Lovati, avvocato di Andrea Sempio, crede nell'innocenza di Stasi e ha più volte ribadito l'ipotesi che a uccidere Chiara Poggi sia stato un sicario, in quanto diventata "scomoda". Secondo il legale, la ragazza era forse venuta a conoscenza di presunti "festini" al santuario della Madonna della Bozzola di Garlasco.
Negli ultimi giorni si è parlato anche di un'altra relazione della giovane, parallela a quella con il fidanzato, che però i genitori hanno smentito con forza.
"A distanza di 18 anni non so se potremo mai arrivare a un'altra verità e le ricostruzioni che stanno circolando lasciano il tempo che trovano. Siamo arrivati al punto in cui ognuno può dire la sua. Ora si sta gettando anche fango sulla vittima" sottolinea Gianni Spoletti.
"Bisogna trovare delle prove gravi, precise e concordanti a sostegno della tesi dell'avvocato di Sempio. Con questa nuova indagine non so dove andremo a finire. Sono però sicuro di una cosa: questa vicenda ci porterà a non avere più fiducia nella giustizia".
Il criminologo Spoletti lo ribadisce più volte: in qualsiasi modo finisca questa nuova indagine, con un'archiviazione o con un rinvio a giudizio, si tratterà di una bruttissima pagina della nostra giustizia.
"Ammettiamo che Andrea Sempio venga rinviato a giudizio: ci sarà un nuovo processo, su una vicenda già chiusa dieci anni fa, che probabilmente andrà avanti per altri dieci anni, tra primo grado, secondo grado e Cassazione. Pura follia. Senza contare che, se ciò dovesse accadere, allora anche altri condannati che si dichiarano innocenti potrebbero chiedere di riaprire le indagini. Come Bossetti (per il caso Yara Gambirasio, ndr) o Annamaria Franzoni".
C'è poi un altro elemento evidenziato da Gianni Spoletti, che ha contribuito a creare confusione e anche una potenziale apertura a nuovi scenari.
"Il ministro Nordio ha detto una cosa giusta. Stasi è stato giudicato in primo grado ed è stato assolto. È stato giudicato in secondo grado ed è stato assolto. Quindi è irragionevole il fatto che, dopo due gradi di giudizio, si sia potuto rimettere questo ragazzo sotto la lente di ingrandimento con la Cassazione, che l'ha condannato. Non è possibile che nei primi due gradi di giudizio risulti innocente e poi si rovesci tutto, senza rifare il processo. È un'anomalia tutta italiana che non dovrebbe esistere".