04 Jun, 2025 - 21:33

Cosa si sono detti Putin e Papa Leone XIV: la prima telefonata tra il presidente russo e il Pontefice

Cosa si sono detti Putin e Papa Leone XIV: la prima telefonata tra il presidente russo e il Pontefice

La guerra in Ucraina prosegue senza una soluzione all’orizzonte e i recenti segnali diplomatici attirano l’attenzione internazionale. In questo contesto, ha avuto luogo la prima telefonata tra il presidente russo Vladimir Putin e Papa Leone XIV, un passo significativo che rilancia il ruolo della Santa Sede nel possibile processo di pace.

Putin parla con Papa Leone XIV

Il presidente russo, Vladimir Putin, ha avuto la prima conversazione con Papa Leone XIV. Il Cremlino ha annunciato in una nota che Putin si è congratulato nuovamente con il Pontefice. Al centro della conversazione, però, c'era la guerra in Ucraina.

Il Cremlino ha riferito che, in uno scambio sul conflitto, "Vladimir Putin ha confermato il suo interesse a raggiungere la pace attraverso mezzi politici e diplomatici e ha sottolineato che, per una risoluzione definitiva, equa e globale della crisi, è necessario eliminarne le cause profonde".

Putin informa Papa Leone XIV sui colloqui di Istanbul 

La telefonata tra il presidente russo e il Santo Padre è arrivata in un momento di stallo diplomatico, mentre la guerra tra Russia e Ucraina prosegue da oltre tre anni.

Mentre gli Stati Uniti sono impegnati come principale mediatore tra la Russia e l’Ucraina, le distanze tra le parti restano ampie. Non si tratta solo delle principali rivendicazioni di entrambe le parti, ma anche della tabella di marcia. Parallelamente non cessano le ostilità.

Sebbene la diplomazia non abbia ancora portato a passi concreti per porre fine alla guerra, le delegazioni russa e ucraina, per la prima volta dalle prime settimane del conflitto, hanno tenuto il primo colloquio diretto il 16 maggio a Istanbul. Il secondo invece si è svolto, sempre nella metropoli turca, il 2 giugno. In questa occasione la Russia ha consegnato all’Ucraina un memorandum di pace. In entrambi gli incontri le parti hanno inoltre concordato lo scambio di prigionieri.

Il presidente russo avrebbe informato Papa Leone XIV proprio su questi accordi specifici. Putin avrebbe evidenziato di aver adottato misure anche per il ricongiungimento dei bambini con i loro familiari. In effetti, durante i colloqui di pace a Istanbul, l'Ucraina ha consegnato alla Russia una lista di 339 bambini deportati.

Papa Leone ha avuto una telefonata con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, il 12 maggio. I due hanno parlato della pace e di un cessate il fuoco in Ucraina. In quell'occasione, Zelensky aveva chiesto l'aiuto del Santo Padre per il rimpatrio dei bambini ucraini deportati dalla Russia.

Putin avrebbe parlato anche degli ultimi attacchi sulle infrastrutture russe. Le autorità russe accusano, infatti, l'Ucraina dei recenti attacchi su ponti ferroviari e autostradali che hanno causato diversi morti civili.

Papa Leone XIV sulla pace in Ucraina

Nella nota del Cremlino si legge che Putin ha espresso gratitudine a Papa Leone per la sua disponibilità ad aiutare nella risoluzione della crisi e per la partecipazione del Vaticano senza un coinvolgimento politico diretto, ma con un approccio neutrale e umanitario.

Prevost è stato eletto successore di Papa Francesco l'8 maggio. A partire dal giorno della sua elezione, ha chiarito che il suo scopo è quello di lavorare per la pace, in particolare in Ucraina. Questa sarà una delle principali priorità del suo pontificato. Ha ribadito più volte il suo appello per la pace in nel paese. Papa Leone XIV si è detto anche disposto ad ospitare i colloqui di pace in Vaticano.

Sebbene la Santa Sede venga considerata tra i possibili luoghi per i negoziati, finora non è stata ufficialmente indicata come sede.

La disponibilità del Papa a sostenere gli sforzi per la pace e ad accogliere eventuali colloqui in Vaticano rappresenta un segnale di apertura importante, anche se la strada verso la fine del conflitto appare ancora lunga e complessa. Resta da capire se i recenti contatti potranno tradursi in passi concreti o se resteranno semplici gesti simbolici in un panorama diplomatico ancora segnato dalla diffidenza e dalla violenza.

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