Edmund White è stato uno degli scrittori più importanti e influenti della letteratura americana contemporanea, noto soprattutto per la sua opera pionieristica nella rappresentazione della vita e della cultura gay. Romanziere, saggista, critico letterario, biografo e docente universitario, White ha lasciato un segno indelebile nel panorama culturale internazionale grazie alla sua scrittura franca e innovativa, capace di raccontare con autenticità desideri, paure, conquiste e tragedie della comunità LGBTQ+.
Edmund White è morto il 3 giugno 2025 nella sua casa di Manhattan, a New York, all’età di 85 anni. La notizia è stata confermata dal marito Michael Carroll. Secondo quanto riportato dai principali media internazionali, White era stato indebolito da una “vicious stomach bug” (una violenta infezione gastrointestinale), che ne ha causato il decesso. Negli ultimi anni aveva già affrontato gravi problemi di salute, tra cui due ictus nel 2012, un infarto nel 2014 e la convivenza con l’HIV dagli anni Ottanta.
Nonostante le difficoltà fisiche, White ha continuato a scrivere e a pubblicare fino agli ultimi anni di vita, mantenendo intatta la sua lucidità intellettuale e la sua ironia. La sua morte segna la perdita di una delle voci più autorevoli e coraggiose della letteratura mondiale, un autore che ha saputo raccontare la complessità della condizione umana attraverso la lente della diversità, della memoria e del desiderio.
White è considerato il “padre della letteratura queer” americana. Le sue opere hanno contribuito a rompere il silenzio e i tabù sull’omosessualità, dando voce a una generazione che, tra gli anni Sessanta e Ottanta, iniziava a rivendicare la propria identità. Il suo romanzo più celebre, A Boy’s Own Story (Un giovane americano, 1982), è un classico del genere coming-of-age, in cui l’autore racconta in chiave autobiografica il percorso di crescita di un adolescente omosessuale nell’America degli anni Cinquanta. Il libro, primo di una trilogia proseguita con The Beautiful Room Is Empty (La bella stanza è vuota, 1988) e The Farewell Symphony (La sinfonia dell’addio, 1997), ha avuto un impatto enorme, diventando un punto di riferimento per la narrativa LGBTQ+.
Oltre alla narrativa, White si è distinto come saggista e attivista. Ha co-fondato nel 1982 la Gay Men’s Health Crisis, una delle prime organizzazioni dedicate all’assistenza e alla prevenzione dell’AIDS a New York. Nel 1977, insieme allo psicologo Charles Silverstein, pubblicò The Joy of Gay Sex, manuale rivoluzionario per l’epoca per il suo approccio positivo e privo di sensi di colpa alla sessualità omosessuale.
Nato in Ohio, cresciuto a Chicago e poi trasferitosi a New York, White ha vissuto anche a lungo a Parigi, città che ha amato e raccontato nei suoi libri. Ha insegnato scrittura creativa a Princeton e collaborato con grandi nomi della letteratura come Toni Morrison e Joyce Carol Oates. Ha scritto biografie di autori come Jean Genet, Marcel Proust e Arthur Rimbaud, oltre a numerosi saggi e memoir in cui ha raccontato senza filtri la propria vita, le sue relazioni, le sue esperienze con la malattia e la morte di molti amici durante l’epidemia di AIDS.
White si è sempre dichiarato apertamente omosessuale e, dal 2013, era sposato con lo scrittore Michael Carroll. Nel 1985 aveva scoperto di essere sieropositivo, una condizione che ha affrontato pubblicamente e che ha influenzato profondamente la sua opera e il suo attivismo.
Nel corso della sua carriera, Edmund White ha ricevuto numerosi premi e onorificenze, tra cui il Lambda Literary Visionary Award, il National Book Foundation’s Lifetime Achievement Award e il PEN/Saul Bellow Award for Achievement in American Fiction. La Francia lo ha insignito del titolo di Chevalier e poi Officier dell’Ordre des Arts et des Lettres.
La sua eredità resta viva nelle sue opere, che continuano a ispirare lettori e scrittori di tutto il mondo, e nel contributo fondamentale che ha dato alla visibilità e ai diritti della comunità LGBTQ+.