La Commissione Bilancio del Senato ha ripreso i lavori sulla Manovra con l'arrivo di un nuovo maxi-emendamento del governo da 3,5 miliardi di euro.
Il provvedimento, oggetto di intense trattative nella maggioranza, segna una retromarcia significativa rispetto alle misure pensionistiche introdotte lo scorso anno e ribadisce il sostegno alle imprese.
Il nuovo testo, ancora in fase di definizione, è stato "depurato delle misure sulle pensioni per quanto riguarda le coperture" per concentrarsi su interventi a favore delle imprese.
Il ministro dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani ha spiegato che le coperture arriveranno "da piani Inps e alcuni investimenti" e che la strategia condivisa a Palazzo Chigi è stata quella di "chiudere tutto nella legge di Bilancio".
All'interno del provvedimento vengono confermati i crediti d'imposta Transizione 5.0 e le risorse per le Zone Economiche Speciali (Zes), insieme a 100 milioni per due anni per il Piano Casa e fondi per il caro-materiali.
Viene inoltre reintrodotta la misura che amplia la platea dei soggetti obbligati a versare il Tfr al Fondo Inps per l'erogazione del contributo.
La novità più significativa riguarda la cancellazione della possibilità di accedere alla pensione di vecchiaia anticipata cumulando gli importi di forme pensionistiche di previdenza complementare.
La misura, introdotta dalla legge di Bilancio 2025, aveva previsto che dal 1° gennaio 2025 i lavoratori potessero sommare i contributi versati nella previdenza complementare a quelli della previdenza pubblica per raggiungere l'importo necessario all'accesso alla pensione anticipata a partire dai 64 anni.
L'emendamento approvato in extremis in Commissione alla Camera lo scorso anno aveva creato aspettative tra i lavoratori, ma ora il governo ha fatto retromarcia sotto la pressione della Lega, che si era mostrata contraria alla stretta sui provvedimenti in materia di anticipo pensionistico.
Il maxi-emendamento reintroduce misure sul Tfr che erano state precedentemente stralciate. Viene ampliata l'obbligatorietà del versamento del Tfr al Fondo Inps per i datori di lavoro che raggiungono la soglia dimensionale dei 50 dipendenti.
La norma prevede una transizione graduale: dal 1° gennaio 2026 rientreranno i datori di lavoro con almeno 50 dipendenti, ma nei primi due anni la soglia sarà fissata a 60 dipendenti, per scendere a 40 dal 2032. Inoltre, viene confermata l'adesione automatica alla previdenza complementare per i neoassunti e un contributo da 1,3 miliardi a carico delle assicurazioni.
Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha risposto con tono scherzoso alle domande sulle voci di dimissioni: "Alle dimissioni ci penso tutte le mattine, sarebbe la cosa più bella da fare, per me personalmente... ma siccome è la ventinovesima manovra di bilancio che faccio so come funzionano le cose".
"È la ventinovesima legge di bilancio che faccio e so perfettamente come funziona, c'è un Parlamento, una commissione e le proposte del governo. A me interessa il prodotto finale: crediamo di aver fatto delle cose giuste, di lavorare bene nell'interesse degli italiani". Giorgetti ha minimizzato le tensioni interne alla maggioranza, sottolineando che l'obiettivo rimane il risultato finale per il Paese.
Le retromarce del governo hanno scatenato le critiche dell'opposizione. Il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia ha dichiarato: "A questo punto Giorgetti venga in Parlamento e se non è in grado di fare il ministro presenti le dimissioni. Il meraviglioso governo che Giorgia Meloni ha raccontato l'altro giorno in aula non esiste".
Il capogruppo del Pd in commissione bilancio al Senato Daniele Manca ha commentato: "Non c'è più né l'emendamento né la Lega né il governo". La capogruppo di Iv Raffaella Paita ha aggiunto: "Siamo di fronte a un clamoroso autogol politico di questo governo, se Giorgetti avesse un po' di dignità si dimetterebbe domattina".
La manovra resta in ritardo rispetto al calendario previsto, con l'opposizione che denuncia "una confusione gigantesca nel governo" e "una guerra evidente tra i partiti della maggioranza". La Commissione Bilancio del Senato continuerà i lavori nei prossimi giorni con l'obiettivo di chiudere la discussione entro Natale.
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