05 Jun, 2025 - 21:50

È vero che Trump è nei file di Epstein? La bomba di Elon Musk

È vero che Trump è nei file di Epstein? La bomba di Elon Musk

Negli ultimi giorni, la scena politica e mediatica statunitense è stata scossa da una clamorosa dichiarazione di Elon Musk.

Il miliardario, ex alleato e ora acerrimo rivale di Donald Trump, ha affermato pubblicamente che il presidente degli Stati Uniti sarebbe presente nei famigerati “file Epstein”, i documenti riservati relativi alle frequentazioni e ai contatti del finanziere Jeffrey Epstein, morto suicida in carcere nel 2019 dopo essere stato condannato per traffico sessuale di minori.

La dichiarazione di Musk: “Trump è nella lista Epstein”

La “bomba” è stata lanciata da Musk tramite un post sulla piattaforma X (ex Twitter): “È ora di sganciare la vera bomba. Donald Trump è nella lista Epstein. Questa è la vera ragione per cui non sono stati resi pubblici”.

L’affermazione è arrivata in risposta a una serie di attacchi di Trump, che aveva minacciato di tagliare i miliardi di dollari in contratti e sussidi federali alle aziende di Musk, in particolare Tesla e SpaceX.

Il botta e risposta tra i due ha rapidamente infiammato il dibattito pubblico, con Musk che ha rincarato la dose, sostenendo di essere stato determinante per la vittoria di Trump alle ultime elezioni e accusando l’ex presidente di ingratitudine.

Cosa dicono realmente i documenti su Trump ed Epstein?

La domanda che ora tutti si pongono è: Donald Trump è davvero nei file di Epstein? E, soprattutto, cosa significa essere “nella lista Epstein”?

Secondo i documenti ufficiali pubblicati dal Dipartimento di Giustizia statunitense nel febbraio 2025, il nome di Trump non compare nella lista dei contatti diretti di Epstein, a differenza di altre celebrità come Mick Jagger, Michael Jackson e Alec Baldwin.

Tuttavia, i documenti confermano che Trump aveva rapporti con Epstein e che, almeno in un’occasione, nel 1994, ha volato sul jet privato del finanziere – il famigerato “Lolita Express” – insieme all’allora moglie Marla Maples, alla figlia Tiffany e alla babysitter. Il volo, però, non era diretto verso l’isola privata di Epstein, teatro degli abusi, ma si trattava di due tratte interne negli Stati Uniti.

Durante lo scandalo Epstein, erano già emerse alcune fotografie che ritraevano Trump in compagnia del finanziere. Inoltre, in alcune interviste rilasciate da Epstein stesso nel 2017 al giornalista Michael Wolff, il finanziere definiva Trump “uno dei suoi più cari amici”, raccontando dettagli intimi e controversi sulla vita privata dell’ex presidente.

Lo staff di Trump ha sempre bollato queste rivelazioni come “false diffamazioni” e “interferenza elettorale”.

La strategia di Musk e la guerra personale con Trump

Le recenti dichiarazioni di Musk vanno lette anche alla luce della guerra personale che si è scatenata tra i due ex alleati. Dopo l’uscita di Musk dall’esecutivo e il suo crescente dissenso verso le politiche di Trump, il confronto si è spostato sui social, dove entrambi si sono lanciati in accuse e rivelazioni reciproche.

Musk sostiene che la mancata pubblicazione integrale dei file Epstein sia dovuta proprio alla presenza del nome di Trump tra i frequentatori delle feste e dei circoli privati del finanziere. Questa tesi, però, non trova al momento riscontro nei documenti ufficiali disponibili, che – seppur confermino rapporti tra i due – non attestano la partecipazione di Trump ai presunti reati commessi da Epstein.

Cosa sappiamo davvero e cosa resta nel dubbio

Al momento, la presenza di Trump nei “file Epstein” si limita a:

  • Rapporti sociali e di amicizia tra i due, ampiamente documentati da fotografie e testimonianze.
  • Un volo documentato sul jet di Epstein, ma senza destinazione verso l’isola di Little Saint James.
  • Rivelazioni e dichiarazioni di Epstein stesso, raccolte in interviste, che però non costituiscono prove di reati o coinvolgimenti diretti di Trump nelle attività criminali del finanziere.

Non esistono, ad oggi, prove pubbliche che colleghino Trump agli abusi sessuali o ai traffici di minori orchestrati da Epstein. Le affermazioni di Musk, per quanto eclatanti, sembrano inserirsi più in una strategia di scontro personale e politico che in una reale rivelazione giudiziaria.

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