07 Jun, 2025 - 16:42

Freedom Flotilla raggiunge l'Egitto: la nave umanitaria con Greta Thunberg a bordo si avvicina a Gaza

Freedom Flotilla raggiunge l'Egitto: la nave umanitaria con Greta Thunberg a bordo si avvicina a Gaza

La nave umanitaria Madleen ha raggiunto, il 7 giugno, la costa egiziana e prosegue verso la Striscia di Gaza. A bordo, 12 attivisti internazionali, tra cui Greta Thunberg, sfidano il blocco israeliano per attirare l’attenzione sulla crisi umanitaria in corso.

La nave Madleen si avvicina a Gaza

La nave umanitaria Madleen è arrivata al largo della costa egiziana e si sta dirigendo verso la Striscia di Gaza. L’imbarcazione, varata dalla Freedom Flotilla Coalition (FFC), è partita l’1 giugno 2025 dal porto di Catania e si prevede che completerà il viaggio in sette giorni.

A bordo della Madleen si trovano 12 attivisti internazionali. Tra questi, l’attenzione si è concentrata sulla presenza dell’attivista svedese per la giustizia climatica Greta Thunberg, simbolo di una generazione impegnata nella lotta contro le disuguaglianze ambientali e sociali.

Insieme a lei, partecipano anche figure come Rima Hassan, eurodeputata franco-palestinese, Yasmine Acar, ricercatrice e attivista tedesca e Thiago Ávila, noto attivista brasiliano. A bordo ci sono inoltre Omar Faiad, giornalista francese dell’emittente Al Jazeera, e altri attivisti provenienti da Francia, Turchia, Spagna e Paesi Bassi, che condividono l’obiettivo di portare solidarietà concreta alla popolazione di Gaza.

Il viaggio della Madleen si inserisce in una lunga storia di missioni civili che sfidano l’assedio imposto alla Striscia di Gaza cercando di richiamare l’attenzione internazionale sulla crisi umanitaria in corso.

Attivisti internazionali in missione contro il blocco israeliano a Gaza

Gli organizzatori avevano annunciato che l'obiettivo degli attivisti è quello di "rompere l'assedio israeliano" nell'enclave palestinese. La barca a vela mira a raggiungere le coste della Striscia di Gaza e portare aiuti.

L’azione umanitaria ha anche la missione di fare risonanza sull'emergenza umanitaria che stanno affrontando i palestinesi abitanti di Gaza. Si tratta di una presa di posizione civile che punta a riportare l’attenzione internazionale sulla gravissima crisi in corso.

La guerra tra Israele e Hamas è iniziata nell’ottobre 2023. Le parti hanno raggiunto un accordo di cessate il fuoco e rilascio degli ostaggi nel gennaio 2024. Una tregua era entrata in vigore il 19 gennaio. L’intesa aveva creato un cauto ottimismo su un’eventuale pace futura, nonostante la fragile natura dell’accordo. Le parti avrebbero dovuto accordarsi su una seconda fase dell'accordo prima della scadenza di quella in corso.

Tuttavia, mentre la tregua era ancora attiva, il 2 marzo Israele ha iniziato a limitare il flusso degli aiuti umanitari. Con il lancio di una nuova operazione militare israeliana, il 18 marzo, anche la situazione umanitaria è precipitata rapidamente. Le autorità israeliane hanno giustificato il blocco degli aiuti sostenendo che Hamas abbia sistematicamente intercettato e dirottato gli aiuti destinati ai civili.

Tra le nuove incursioni militari israeliane e la condizione dei civili, Tel Aviv, a settimane di distanza dall’inizio della nuova ondata di combattimenti, si è trovata al centro di critiche anche da parte dei leader dei propri alleati.

L’emergenza umanitaria a Gaza diventa sempre più visibile agli occhi della comunità internazionale.

Il ministro della Sanità di Gaza ha annunciato, il 22 maggio, che, nei giorni precedenti, 29 bambini e anziani avevano perso la vita a causa della fame. Nonostante ciò, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha negato l’esistenza di una carestia nell'enclave durante il suo intervento alla conferenza dell'International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA) a Gerusalemme.

La nave della speranza

La missione della Madleen, quindi, mira anche a lanciare un messaggio di consapevolezza alla comunità internazionale, indipendentemente dalla probabilità di arrivare fisicamente sulle coste di Gaza. Tuttavia, il tentativo provoca alta tensione.

Si teme un possibile intervento della Marina israeliana che potrebbe bloccare la nave se questa entrasse nelle acque territoriali di Gaza, o perfino arrivare ad arrestare gli attivisti a bordo. Secondo quanto riportato da Al Jazeera, un portavoce militare israeliano ha confermato che l’imbarcazione è considerata una minaccia per la sicurezza.

Il ricordo va alla Mavi Marmara, un’altra nave della Freedom Flotilla, che nel 2010 cercò di rompere il blocco navale sempre sulle coste della Striscia di Gaza. In quell’occasione, un raid delle forze israeliane provocò la morte di dieci attivisti, tutti cittadini turchi. Una tragedia che continua a pesare sulla memoria collettiva.

LEGGI ANCHE