08 Jun, 2025 - 17:34

Chi ha ucciso una donna e sua figlia a Villa Pamphili? C'è un sospettato

Chi ha ucciso una donna e sua figlia a Villa Pamphili? C'è un sospettato

Nella Roma assolata di inizio giugno, il parco di Villa Pamphili, uno dei polmoni verdi della città, è diventato improvvisamente il palcoscenico di una tragedia che ha colpito la capitale e l’Italia intera.

Sabato pomeriggio, il ritrovamento dei corpi di una donna e di una neonata ha scatenato una caccia all’uomo che ancora, dopo meno di quarantotto ore, non ha dato risposte definitive, ma solo ipotesi inquietanti e una lunga scia di domande.

Ritrovati due cadaveri a Villa Pamphili

Tutto ha inizio quando alcuni passanti, all’interno del parco, si imbattono nel corpo esanime di una bambina di appena sei mesi. Poche ore dopo, a circa duecento metri di distanza, il cadavere di una donna viene ritrovato sotto un cespuglio di oleandri, nascosto da un sacco nero. 

I due corpi non presentano tracce evidenti di trascinamento o di veicoli che possano averli trasportati fin lì: tutto fa pensare che il duplice omicidio sia avvenuto all’interno dell’ampia area verde, vicina al Vaticano.

L’intervento delle forze dell’ordine è stato immediato, ma la scena appariva già complicata: il corpo della donna era in avanzato stato di decomposizione, mentre quello della bambina presentava segni compatibili con traumi, anche se non è ancora stata chiarita la natura precisa delle lesioni.

Identificate le vittime: sono madre e figlia

Le indagini si sono concentrate fin da subito sull’identità delle due vittime. Grazie alle impronte digitali e alla comparazione del DNA, la polizia ha potuto stabilire che si trattava di madre e figlia, entrambe originarie dell’Est Europa.

La donna aveva un’età compresa tra i 30 e i 40 anni, mentre la bambina era una neonata di circa sei mesi. Un testimone ha riconosciuto le due vittime, rivelando di averle viste spesso nel parco, probabilmente insieme a un uomo, anch’egli originario dell’Est Europa, che sarebbe ora al centro delle indagini.

La loro condizione di estrema precarietà sociale e la mancanza di documenti sulla donna hanno reso più complicato il lavoro degli investigatori, ma non hanno impedito di tracciare una pista chiara che punta verso un possibile unico killer.

Chi è l'assassino?

La Squadra Mobile e la polizia scientifica hanno esteso la zona delle indagini, perlustrando ogni angolo del parco e analizzando le immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti nell’area.

Le testimonianze dei passanti sono fondamentali: alcuni adolescenti hanno segnalato di aver visto un uomo con un fagottino tra le braccia, mentre altri hanno riferito di una donna vestita di nero che si aggirava per il parco nei giorni precedenti, dandosi dei colpi alla testa.

Questi elementi, insieme alle informazioni raccolte sui tre frequentatori abituali della zona, hanno portato gli inquirenti a concentrare le indagini su un uomo dell’Est Europa, presumibilmente legato alle due vittime.

Al momento, non sono stati rilevati segni evidenti di violenza sul corpo della donna, ma le autopsie, previste per martedì 11 giugno, potranno chiarire le cause della morte e la sequenza degli eventi. Non è escluso che la donna sia morta ore o addirittura giorni prima della bambina, anche se il caldo estivo potrebbe aver accelerato la decomposizione del corpo.

La bambina, invece, era nuda e presentava traumi, mentre la donna aveva ancora gli indumenti addosso, ma nessun documento.

Il contesto sociale e le ipotesi

L’episodio si inserisce in un contesto di degrado e di estrema precarietà sociale. Le vittime, secondo le ricostruzioni, erano probabilmente senza fissa dimora e conosciute in zona, tanto che una persona aveva già segnalato la loro scomparsa.

La condizione di fragilità in cui vivevano rende ancora più difficile ricostruire la dinamica dei fatti e individuare con certezza l’autore o gli autori del duplice omicidio. Gli investigatori non escludono alcuna ipotesi: potrebbe trattarsi di un unico killer, ma anche di due omicidi separati, anche se la vicinanza dei corpi e il legame tra le vittime fanno propendere per la prima ipotesi.

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