09 Jun, 2025 - 12:14

Quanto prendono gli scrutatori per il referendum? Ecco i compensi anche per i presidenti di seggio

Quanto prendono gli scrutatori per il referendum? Ecco i compensi anche per i presidenti di seggio

Negli ultimi giorni, migliaia di cittadini italiani sono stati chiamati a svolgere il ruolo di scrutatori e presidenti di seggio per i referendum abrogativi dell’8 e 9 giugno 2025. Si tratta di un impegno civico rilevante, che comporta la gestione delle operazioni di voto e di scrutinio su cinque quesiti che spaziano dal diritto al lavoro alla modifica della legge sulla cittadinanza. Ma quanto viene riconosciuto a chi accetta di svolgere questo servizio? Ecco tutto quello che c’è da sapere sui compensi previsti dalla legge per scrutatori e presidenti di seggio.

Quanto prendono gli scrutatori per il referendum? 

Per gli scrutatori, il compenso è stabilito per legge e varia in base al numero di schede da scrutinare e alla presenza di eventuali elezioni amministrative nello stesso comune. La cifra base per chi svolge il ruolo di scrutatore in un seggio ordinario è di 104 euro. A questa somma si aggiunge una maggiorazione di 22 euro per ogni quesito referendario successivo al primo. Considerando che i quesiti referendari sono cinque, ogni scrutatore riceverà una maggiorazione complessiva di 88 euro (22 euro x 4 maggiorazioni), per un totale di 192 euro.

Nei comuni in cui si svolgono contemporaneamente anche le elezioni amministrative, il compenso aumenta ulteriormente. In questo caso, la cifra base per gli scrutatori sale a 120 euro, mentre la maggiorazione resta invariata a 22 euro per ogni quesito referendario successivo al primo, fino a un massimo di quattro maggiorazioni. Il totale per ogni scrutatore, quindi, arriva a 208 euro.

Il compenso dei presidenti di seggio

Anche i presidenti di seggio ricevono una indennità più alta rispetto agli scrutatori, proprio perché il loro ruolo comporta maggiori responsabilità organizzative e operative. Nei seggi ordinari dove si vota solo per i referendum, il presidente riceve una cifra base di 130 euro, a cui si aggiunge una maggiorazione di 33 euro per ogni quesito referendario successivo al primo. Con cinque quesiti, il totale per il presidente è quindi di 262 euro.

Se nel comune si svolgono anche le elezioni amministrative, la cifra base per il presidente sale a 150 euro, sempre con una maggiorazione di 33 euro per ogni quesito referendario successivo al primo. In questo caso, il compenso complessivo per il presidente arriva a 282 euro.

I compensi nei seggi speciali

Esistono anche i cosiddetti seggi speciali, attivi nelle strutture sanitarie o penitenziarie. In questi casi, i compensi sono più bassi e non variano in base al numero dei quesiti referendari. Gli scrutatori e i segretari ricevono 53 euro, mentre i presidenti di seggio speciale percepiscono 79 euro. Questi importi sono fissi e non subiscono maggiorazioni per la presenza di più schede.

Compensi esenti da tassazione

Un aspetto importante da sottolineare è che tutti questi compensi sono esenti da tassazione. Non vengono quindi sottoposti a ritenute fiscali e non devono essere dichiarati nella dichiarazione dei redditi. Si tratta di un vantaggio non trascurabile per chi decide di mettere a disposizione il proprio tempo per la buona riuscita delle consultazioni elettorali.

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