Mentre la guerra in Ucraina prosegue e le tensioni tra Mosca e la NATO restano alte, Viktor Orban torna a far discutere con dichiarazioni che scuotono il dibattito europeo sulla sicurezza e la pace.
Il primo ministro ungherese, Viktor Orban, ha dichiarato in un'intervista televisiva di non temere che la guerra tra Russia e Ucraina si estenda all'Occidente. Lo ha riportato Le Monde, con riferimento alla LCI.
La dichiarazione di Orban arriva mentre proseguono gli sforzi diplomatici degli Stati Uniti per porre fine alla guerra. Sebbene questo impegno finora non abbia portato a una soluzione concreta, nel maggio 2025 le parti hanno iniziato i colloqui diretti: una svolta che non accadeva dalle prime settimane dall’inizio della guerra nel febbraio 2022.
Il premier ungherese ha affermato, riferisce Unn.ua che riporta l’intervista, che porre fine alla guerra è il primo passo verso la stabilità nel Vecchio Continente. Secondo Orban, la pace duratura è "possibile solo attraverso negoziati tra Russia e Stati Uniti".
Ciò però significherebbe tenere fuori dai negoziati Kiev e impedire all’Ucraina di salvaguardare la propria sovranità e integrità territoriale.
Orban ha osservato che Trump non ha poteri miracolosi, ma che sarà possibile raggiungere un accordo con lui, anche se si tratta di un impegno difficile.
Orban sostiene che l'Ucraina non debba far parte dell'Alleanza Atlantica, al fine di evitare la minaccia di una guerra diretta con la Russia. Anche Mosca, infatti, nel memorandum consegnato a Kiev nei colloqui tenutisi a Istanbul il 2 giugno, ha posto come condizione che l’Ucraina non aderisca ad alleanze o coalizioni militari.
Il premier ungherese suggerisce un approccio strategico nelle relazioni tra i paesi europei e la Russia:
Un’affermazione che evidenzia l’ambiguità della posizione ungherese: critica l’Europa ma ne invoca il rafforzamento, mentre affida la sicurezza agli Stati Uniti.
Orban, quindi, non prevede che la guerra in Ucraina possa trasformarsi in una terza guerra mondiale, come temono invece diversi analisti.
Parallelamente, la NATO discute di aumentare gli inventari di armi e la spesa per la difesa degli Stati membri. I leader degli alleati decideranno i nuovi obiettivi nel vertice di fine giugno.
Il segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Mark Rutte, ha recentemente affermato, riferendosi alle preoccupazioni che la Russia possa prepararsi ad attaccare la NATO:
Productive meetings today with #NATO Defence Ministers.
— Mark Rutte (@SecGenNATO) June 5, 2025
The work ahead of us for the #NATOsummit in The Hague is clear – we need a new defence investment plan that will ensure we have the resources we need to be able to deter and defend in this more dangerous world.#DefMin pic.twitter.com/BR0mWrs2Bs
Anche dalla Russia, i toni sono tutt'altro che rassicuranti: il portavoce presidenziale russo, Dmitry Peskov, ha recentemente affermato:
Parallelamente, non si fermano i combattimenti sul campo di battaglia. Le forze russe proseguono nella loro lenta avanzata nell’Ucraina meridionale e mirano a intensificare l’offensiva in una nuova regione: Dnipropetrovsk. Al nord, invece, le truppe avanzano verso la città di Sumy, nella regione di confine.
Orban è considerato, all’interno dell’UE, tra i leader più vicini al Cremlino. Nel luglio 2024, il premier ungherese ha visitato Mosca per colloqui diretti con Vladimir Putin, nonostante l’assenza di un mandato da parte dell’UE, suscitando forti reazioni.
Mosca e Budapest mantengono stretti rapporti energetici e l’Ungheria continua a rinnovare i contratti in questo ambito. Le posizioni del premier ungherese, tuttavia, spesso mettono in difficoltà la politica estera dell’Unione.