Le politiche di Trump sull'immigrazione hanno scatenato forti proteste a Los Angeles, con raid dell'ICE che hanno acceso la rabbia e la paura tra le comunità. Mentre in migliaia scendono in strada per manifestare il proprio dissenso, la risposta della Casa Bianca solleva un dibattito cruciale: gli Stati Uniti stanno scivolando verso una deriva autoritaria?
Le politiche sull'immigrazione dell'amministrazione Trump hanno scatenato una forte reazione a Los Angeles, e le proteste non si sono ancora fermate.
Il 6 giugno, ufficiali federali dell’Immigration and Customs Enforcement (ICE) hanno fatto irruzione in aziende e case per controlli sull'immigrazione. Le proteste contro l'ICE sono scoppiate rapidamente e nei giorni a seguire sono diventate furiose.
Le manifestazioni sono iniziate nel centro di Los Angeles e si sono poi estese alle città di Paramount e Compton, in risposta a segnalazioni di ulteriori raid. Questo avviene nell'ambito delle politiche mirate a inasprire le misure sull'immigrazione, come Trump aveva promesso durante la campagna elettorale del 2024. L’immigrazione è stata uno dei cavalli di battaglia di Trump, che mirava a ottenere un secondo mandato dopo la sconfitta contro Joe Biden nel 2020.
Il presidente statunitense ora punta a mantenere le proprie promesse. Tuttavia, i controlli, le detenzioni e le deportazioni diffondono paura e alimentano rabbia nelle comunità americane.
Non a caso a Los Angeles, dove è elevato il numero di comunità di immigrati e di persone di origini ispaniche, migliaia di persone sono scese in strada per protestare.
Si sono verificati alcuni episodi di violenza ma le manifestazioni, per la maggior parte dei casi, sono rimaste pacifiche. La risposta della Casa Bianca agli eventi di Los Angeles, però, ha acceso un dibattito più ampio sulle intenzioni del presidente.
All'indomani dello scoppio delle proteste a Los Angeles, il presidente Trump ha firmato un promemoria che ordinava l'invio di almeno 2mila soldati della Guardia Nazionale nella città californiana. Il governatore dello stato, Gavin Newsom, era contrario alla decisione di Trump.
La sindaca di Los Angeles aveva affermato che domenica 8 giugno le forze della Guardia Nazionale non erano state schierate. Il giorno seguente, nonostante le proteste fossero state in gran parte pacifiche, centinaia di soldati sono stati schierati nella città degli Angeli.
Mentre le proteste proseguono, Trump ha ordinato anche l'invio di 700 marine nella città degli angeli per supportare le forze dell'ordine nell’operazione.
Secondo il governatore della California, la risposta di Trump è un "inequivocabile passo verso l'autoritarismo". Ciò mette in discussione la sovranità dei singoli stati e il diritto alle manifestazioni pacifiche. Newsom, infatti, accusa il presidente di aver intenzionalmente causato caos e messo a repentaglio la democrazia.
Diverse foto sono ormai diventate un'icona di queste manifestazioni, con persone che sventolano la bandiera messicana tra i roghi.
Per l'amministrazione, ciò rappresenta un'opportunità politica per portare avanti la propria agenda sul controllo dell'immigrazione e delle frontiere.
"Prima la grande città americana, Los Angeles, è stata invasa e occupata da immigrati clandestini e criminali. Ora folle violente e insurrezionali stanno invadendo e attaccando i nostri agenti federali nel tentativo di fermare le nostre operazioni di deportazione. Ma queste rivolte illegali non fanno che rafforzare la nostra determinazione", ha scritto Trump su Truth Social nel fine settimana.
Per molti, queste azioni sono, infatti, una scusa per creare un "nemico interno".
La sindaca di Los Angeles, alla CNN, ha però smentito, affermando che non c'è stata "nessuna rivolta civile in tutta la città".
Molti discutono la costituzionalità del fatto che Trump abbia il potere di chiamare la Guardia Nazionale della California quando il suo governatore è contrario. Newsom, infatti, ha annunciato che farà causa a Trump. Donald Trump, segnando un'escalation con la sua retorica, ha dichiarato lunedì che avrebbe arrestato Gavin Newsom.
The President of the United States just called for the arrest of a sitting Governor.
— Gavin Newsom (@GavinNewsom) June 9, 2025
This is a day I hoped I would never see in America.
I don’t care if you’re a Democrat or a Republican this is a line we cannot cross as a nation — this is an unmistakable step toward… pic.twitter.com/tsTX1nrHAu
L'invio della Guardia Nazionale è stato una dimostrazione di forza contro un potente stato democratico e il più popoloso degli Usa.
Il presidente Trump è più vicino che mai all'invocazione dell'Insurrection Act, che consente l'invio di truppe statunitensi per sedare disordini interni. Si tratta dei poteri di emergenza più estremi a disposizione di un presidente in carica. Trump ha definito i manifestanti "insurrezionalisti".
Per altri, invece, si tratta di una distrazione dalla faida di Trump con Elon Musk. Trump mira a far approvare la legge sul bilancio. Ciò era anche la causa visibile del contrasto tra lui e il suo ex consigliere.
I disordini gettano anche un'ombra circa il dibattito sulla parata militare di Trump prevista a Washington D.C. per onorare il 250esimo anniversario della nascita dell'esercito e nel giorno del 79esimo compleanno del presidente americano.