Il delitto di Garlasco, avvenuto il 13 agosto 2007 con l’omicidio di Chiara Poggi, è tornato al centro dell’attenzione giudiziaria e mediatica per le incongruenze legate alle telefonate di Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, Marco Poggi. Nonostante la condanna definitiva di Alberto Stasi, ex fidanzato di Chiara, il ruolo di Sempio è stato più volte oggetto di indagine e di sospetti, soprattutto per alcune chiamate effettuate nei giorni precedenti il delitto.
Le chiamate in questione sono tre, effettuate tra il 7 e l’8 agosto 2007, quando Marco Poggi era già partito per una vacanza in Trentino con i genitori, lasciando Chiara sola in casa. Sempio, secondo i tabulati, chiama il fisso dei Poggi il 7 agosto alle 17:42 (dal suo cellulare, durata 2 secondi), alle 17:50 (dal fisso di casa sua, durata 8 secondi) e l’8 agosto alle 16:54 (dal cellulare, durata 21 secondi).
Secondo le dichiarazioni di Sempio, le chiamate sarebbero state tentativi di contattare l’amico Marco, non sapendo che fosse già partito. Tuttavia, questa versione è stata giudicata “inverosimile” dagli inquirenti, dato che Sempio e Marco erano stati insieme fino al 5 agosto, giorno della partenza, e avevano condiviso i preparativi per le vacanze.
Gli investigatori hanno sottolineato che fosse improbabile che Sempio non sapesse della partenza di Marco, suo stretto amico, e che quindi le chiamate fossero rivolte consapevolmente a una casa dove sapeva che avrebbe trovato solo Chiara. Inoltre, Sempio ha dichiarato di aver tentato più volte di contattare Marco sul cellulare, ma che questi fosse irraggiungibile per assenza di campo in montagna. Tuttavia, i tabulati mostrano che i genitori di Marco, con lo stesso operatore, non avevano problemi di copertura e ricevevano regolarmente chiamate, rendendo questa giustificazione poco credibile.
Un altro elemento anomalo riguarda la mancata risposta di Marco alle chiamate: se davvero fosse stato irraggiungibile, avrebbe dovuto ricevere un messaggio dall’operatore che lo informava della chiamata persa, e avrebbe potuto richiamare Sempio, cosa che non avvenne. Inoltre, Sempio non risulta aver mai richiamato Marco una volta che questi era tornato raggiungibile.
Nonostante i dubbi, la posizione di Sempio rimase ai margini delle indagini fino al 2017, quando la difesa di Stasi sollevò nuovamente la questione delle telefonate sospette. Tuttavia, la procura di Milano, in un appunto trasmesso ai pm di Pavia, definì le chiamate “trasparenti ed esplicite”, fatte “da una persona che non si nasconde” e prive di reale rilevanza investigativa, essendo avvenute cinque giorni prima del delitto e dopo la partenza di Marco. La stessa procura sottolineò che la difesa di Stasi stava tentando di “confondere le acque” proponendo Sempio come colpevole alternativo, ma che i dati oggettivi non supportavano questa ipotesi.
Inoltre, la ricostruzione degli spostamenti di Sempio la mattina dell’omicidio (con lo scontrino di parcheggio a Vigevano alle 10:18 e le celle telefoniche agganciate a Garlasco) e lo scambio di messaggi con gli amici furono ritenuti compatibili con la sua versione dei fatti, escludendo un suo coinvolgimento diretto nelle ore del delitto.
Le intercettazioni ambientali del 2017 mostrano un Sempio irritato dalla pressione mediatica ma sicuro che “i magistrati sono dalla nostra parte” e che le accuse siano “una mezza minchiata”. Gli atti delle indagini precedenti, culminati con l’archiviazione nel 2020, non hanno mai prodotto elementi indiziari concreti a suo carico. Anche la famiglia Poggi ha sempre escluso un coinvolgimento di Sempio, sottolineando l’assenza di un vero movente e la conoscenza solo superficiale tra lui e Chiara.