Il caso Garlasco, con l’omicidio di Chiara Poggi avvenuto il 13 agosto 2007, continua a suscitare interrogativi e nuove ipotesi investigative. Nonostante la condanna definitiva di Alberto Stasi, ex fidanzato della vittima, la vicenda non ha mai cessato di alimentare misteri, sospetti e teorie alternative.
L’ultima, in ordine di tempo, ruota attorno a un messaggio criptico: “Una ragazza sapeva”. Questa frase, apparentemente innocua, è diventata il fulcro di una nuova pista che intreccia suicidi, messaggi in codice, ambienti esoterici e presunti scandali legati al territorio di Garlasco.
L’origine di questa teoria si deve a Michele Bertani, amico di Andrea Sempio (oggi indagato per l’omicidio in concorso con Stasi o altri). Bertani si tolse la vita nel 2016, pochi mesi dopo la condanna di Stasi. Prima di morire, pubblicò su Facebook un post enigmatico: “La VeriTa Sta Nelle CoSe Che NeSSUno sa!! la Verità nessuno mai te la racconterà…”.
La frase, tratta da una canzone dei Club Dogo, nasconderebbe secondo alcuni un messaggio in codice: eliminando le maiuscole dal testo, emergerebbe la frase in ebraico “C’era una ragazza lì che sapeva”. Il riferimento all’ebraico non sarebbe casuale: Bertani era registrato su Meta come “Mem He Shin”, il Quinto Nome di Dio secondo la Cabala.
Questo dettaglio ha spinto alcuni a collegare il suicidio di Bertani al caso Poggi, ipotizzando che il giovane custodisse segreti legati all’omicidio e che il suo gesto estremo fosse una sorta di messaggio d’addio o di avvertimento.
A sostenere con forza questa nuova teoria è Massimo Lovati, avvocato di Andrea Sempio. Secondo Lovati, Chiara Poggi sarebbe stata uccisa da un sicario su mandato di un’organizzazione criminale, forse coinvolta in traffici illeciti e scandali a sfondo sessuale. Il movente? La giovane avrebbe scoperto segreti inconfessabili, probabilmente legati a casi di pedofilia che ruotavano intorno al santuario della Madonna della Bozzola, luogo centrale in molte ricostruzioni parallele.
Lovati, intervenuto più volte in tv, ha raccontato di aver avuto un sogno rivelatore in cui Chiara veniva uccisa da un killer assoldato per mettere a tacere chi sapeva troppo. Per l’avvocato, Stasi avrebbe mentito sotto minaccia, preferendo il carcere alla stessa sorte della fidanzata. “Sì, è verosimilissimo. Così non ha fatto la fine della sua fidanzata”, ha dichiarato Lovati, lasciando intendere che dietro il silenzio di molti potrebbe celarsi la paura di ritorsioni.
Andrea Sempio, amico di Bertani e della vittima, era già stato indagato in passato e poi archiviato. Recentemente, però, il suo nome è tornato al centro delle indagini, soprattutto per la presenza di una sua impronta tra quelle rilevate nella villetta dei Poggi e per un “match” genetico sulle unghie di Chiara, ora oggetto di nuovi accertamenti. Sempio, intercettato nel 2017, avrebbe dichiarato: “Da 0 a 18 anni tutte le ca**ate le abbiamo fatte assieme”, riferendosi a Bertani, alimentando i sospetti di un legame tra i due e la possibilità che entrambi sapessero qualcosa di cruciale sul delitto.
Un altro elemento che rafforza la pista della ragazza “che sapeva” riguarda le ricerche effettuate da Chiara Poggi nelle settimane precedenti la morte. La giovane avrebbe salvato articoli sulla pedofilia nella Chiesa americana e visualizzato foto del santuario della Madonna della Bozzola, luogo al centro di voci su scandali sessuali e ricatti ai danni del rettore, don Gregorio Vitali. Una foto del santuario figurava anche sul profilo Facebook di Bertani, a suggellare un possibile filo conduttore tra i protagonisti della vicenda.
I genitori di Chiara, Rita Preda e Giuseppe Poggi, hanno sempre difeso la memoria della figlia, respingendo con forza ogni illazione su presunti segreti o doppi giochi. “Nostra figlia non aveva misteri. Era una ragazza pulita, che ora non può più difendersi”, hanno ribadito, chiedendo rispetto e verità. Tuttavia, la persistenza di impronte non identificate, la mancata individuazione dell’arma del delitto e le omissioni nelle intercettazioni alimentano il sospetto che non tutto sia stato chiarito.