10 Jun, 2025 - 22:25

Regno Unito e alleati sanzionano due ministri israeliani di ultradestra: “Incitano alla violenza contro i palestinesi”

Regno Unito e alleati sanzionano due ministri israeliani di ultradestra: “Incitano alla violenza contro i palestinesi”

Il Regno Unito e altri quattro Paesi occidentali hanno sanzionato due ministri israeliani, Ben Gvir e Smotrich, per incitamento alla violenza contro i palestinesi. La decisione arriva mentre crescono le pressioni internazionali su Israele per il blocco degli aiuti a Gaza e il proseguimento delle operazioni militari.

UK e alleati sanzionano Ben Gvir e Smotrich

Il Regno Unito, insieme ad Australia, Canada, Nuova Zelanda e Norvegia, ha imposto sanzioni a due ministri del governo israeliano, Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich.

Ben Gvir è il ministro della Sicurezza nazionale e Smotrich è il ministro delle Finanze del governo di Benjamin Netanyahu. Entrambi sono alla guida di partiti politici di ultradestra: Otzma Yehudit per Ben Gvir e Sionismo Religioso per Smotrich.

I due ministri sono stati sanzionati per "ripetuti incitamenti alla violenza contro le comunità palestinesi" in Cisgiordania. Ad annunciarlo è stato il ministro degli Esteri britannico, David Lammy.

“Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich hanno incitato alla violenza estremista e a gravi violazioni dei diritti umani dei palestinesi. La retorica estremista che promuove lo sfollamento forzato dei palestinesi e la creazione di nuovi insediamenti israeliani è spaventosa e pericolosa”, ha dichiarato Lammy.

Il contesto è quello delle tensioni crescenti nella regione e dell'invasione israeliana su Gaza. Il ministro britannico ha ribadito gli impegni per un cessate il fuoco immediato a Gaza e per il rilascio degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas.

Tra gli obiettivi citati da Lammy ci sono anche l’esclusione futura di Hamas dalla governance di Gaza, l’aumento degli aiuti umanitari alla popolazione e un percorso verso la soluzione dei due Stati.

Nella dichiarazione congiunta, i cinque Paesi affermano di essere impegnati nella promozione della soluzione dei due Stati, definendola “l’unica via per garantire sicurezza e dignità a israeliani e palestinesi e assicurare stabilità a lungo termine nella regione”.

Regno Unito, Australia, Canada, Nuova Zelanda e Norvegia affermano inoltre che questa prospettiva è “messa a repentaglio dalla violenza dei coloni estremisti e dall’espansione degli insediamenti”.

I due politici israeliani saranno soggetti al divieto di viaggio e al congelamento dei beni nel Regno Unito.

Ben Gvir, Smotrich e il governo Netanyahu

Gli esponenti di ultradestra tengono a galla la fragile coalizione guidata da Netanyahu. Ben Gvir e Smotrich sono diventati protagonisti delle cronache durante i colloqui per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi nel mese di gennaio.

Smotrich e Ben Gvir hanno evidenziato le spaccature interne alla coalizione prima della firma dell'accordo, dichiarandosi contrari. Hanno però seguito strade diverse: Smotrich si è opposto senza minacciare la tenuta del governo, mentre Ben Gvir ha annunciato che avrebbe abbandonato l’esecutivo in caso di firma.

Sebbene il loro voto non fosse decisivo per l’approvazione dell’intesa, l’ultradestra poteva risultare determinante per la sopravvivenza del governo. 

Nonostante i timori, il 19 gennaio era comunque entrata in vigore la tregua tra Israele e Hamas, durata fino al 18 marzo, data in cui Tel Aviv ha annunciato una nuova operazione militare in assenza di un ulteriore accordo secondo i termini dell’intesa.

Durante questo periodo di tregua, Ben Gvir aveva lasciato il suo incarico governativo, salvo poi rientrare nell’esecutivo con la ripresa della guerra.

Entrambi i ministri di estrema destra hanno chiesto il reinsediamento dei palestinesi fuori dai propri territori e si oppongono all’ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza.

Blocco degli aiuti a Gaza

Israele è messa sotto pressione da parte dei propri alleati ormai da settimane. In seguito al blocco prolungato degli aiuti umanitari verso la Striscia di Gaza, Regno Unito, Francia e Canada, in una dichiarazione congiunta del 19 maggio, hanno annunciato la necessità di una risposta concreta.

Tel Aviv aveva imposto il blocco degli aiuti il 2 marzo. Le autorità israeliane hanno giustificato la decisione sostenendo che Hamas avrebbe sistematicamente intercettato e dirottato gli aiuti. Dopo undici settimane, in seguito alle forti pressioni internazionali, Israele ha autorizzato l’ingresso dei camion umanitari.

L’emergenza umanitaria nell’enclave palestinese continua tuttavia a destare forte preoccupazione. Parallelamente, le operazioni militari israeliane proseguono senza sosta.

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