La prima puntata di “Belve Crime”, andata in onda il 10 giugno 2025 su Rai 2, ha visto come protagonista Massimo Bossetti, il muratore di Mapello condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, uno dei casi di cronaca nera più discussi degli ultimi decenni in Italia.
Nell’intervista condotta da Francesca Fagnani, Bossetti ha affrontato i punti più controversi della sua vicenda giudiziaria, ma ha anche rivelato un aspetto profondamente umano e doloroso: il tentativo di suicidio avvenuto dopo aver appreso dei tradimenti della moglie.
Il format “Belve Crime” nasce come spin-off del celebre programma di Fagnani, con l’obiettivo di scavare nella psicologia e nelle emozioni dei protagonisti di fatti di cronaca nera.
L’intervista, realizzata nel carcere di Bollate, si è svolta in un clima teso e diretto, con Bossetti che ha risposto alle domande con fermezza ma anche con evidente confusione e incredulità, soprattutto quando si è toccato il tema delle prove genetiche che hanno portato alla sua condanna.
Tra i momenti più intensi della conversazione, Bossetti ha raccontato come la pressione psicologica della detenzione, unita alla scoperta delle infedeltà della moglie Marita Comi, abbia avuto su di lui un impatto devastante.
“Mi hanno ritrovato in cella con la testa nel lavandino pieno d’acqua e una cintura al collo. Ma non so nemmeno io come sia potuto accadere”, ha confessato Bossetti, descrivendo un episodio che risale ai primi tempi della sua carcerazione, quando si sentiva completamente abbandonato e sopraffatto dalla vergogna e dal dolore.
Il tentativo di suicidio, avvenuto dopo che la notizia dei tradimenti era stata resa pubblica durante un’udienza, viene raccontato da Bossetti come un blackout emotivo: “Da un momento all’altro è come se si fosse spenta la luce nei miei occhi, un buio totale. Riprendendomi mi accorsi di essere seduto di fronte al lavandino con la testa nell’acqua, pian piano capii e sentii che sul collo avevo qualcosa che mi stava soffocando”. Solo il pensiero dei suoi figli e della famiglia gli avrebbe impedito di portare a termine il gesto estremo.
Bossetti ha spiegato che la scoperta delle infedeltà della moglie, resa pubblica in modo brutale e improvviso, ha rappresentato per lui un trauma ulteriore rispetto alla già difficile condizione di detenuto.
“Il pensiero mi consumava il cervello”, ha detto, sottolineando come la sofferenza personale si sia sommata a quella per la situazione giudiziaria e per la lontananza dai figli.
L’episodio del tentato suicidio, già accennato in precedenti dichiarazioni, è stato ripercorso in tv con un’intensità inedita, mettendo in luce la fragilità di un uomo che, al di là delle responsabilità penali, si è trovato a fare i conti con la solitudine e la perdita di punti di riferimento affettivi.