L’omicidio di Pierina Paganelli, la 78enne uccisa il 3 ottobre 2023 nel garage del suo condominio a Rimini, continua a catalizzare l’attenzione pubblica. A pochi giorni dall’udienza preliminare fissata per il 23 giugno 2025, le dichiarazioni di due figure centrali nel caso – Manuela Bianchi, nuora della vittima, e Valeria Bartolucci, moglie dell’indagato Louis Dassilva – hanno riacceso il dibattito mediatico e sollevato nuovi interrogativi sullo stato delle indagini e sulla solidità delle prove.
Louis Dassilva, cittadino senegalese di 35 anni, è detenuto dal luglio 2024 con l’accusa di omicidio volontario aggravato. Secondo la Procura di Rimini, Dassilva avrebbe agito per motivi personali legati alla sua relazione extraconiugale con Manuela Bianchi, nuora di Pierina Paganelli, temendo che la suocera potesse scoprire tutto e compromettere il suo matrimonio e la relazione clandestina. Le accuse sono gravi: omicidio volontario con aggravanti di crudeltà, premeditazione e motivi abietti.
Valeria Bartolucci, moglie di Dassilva, è intervenuta pubblicamente tra il 10 e l’11 giugno 2025, soprattutto durante la trasmissione “Pomeriggio Cinque News”, per difendere il marito e sollevare dubbi sulla tenuta dell’impianto accusatorio. La donna ha sottolineato come la cosiddetta “cam 3”, una delle principali telecamere di sorveglianza, non permetta di stabilire il colore della pelle della persona ripresa e che, a suo dire, questa prova sarebbe dunque venuta meno. “Era abbastanza noto che non si potesse stabilire il colore della pelle. Hanno voluto fare questo approfondimento e alla fine hanno cercato di dissipare qualunque dubbio”, ha dichiarato Bartolucci.
Bartolucci ha anche espresso la sua opinione sulla detenzione del marito: “Se queste sono le prove che lo tengono in carcere, Louis dovrebbe essere scarcerato ieri”. Secondo lei, l’unico elemento che “incastra” Dassilva sarebbero le dichiarazioni di Manuela Bianchi: “Ha usato proprio il termine giusto ‘a incastrare’, non poteva sceglierlo migliore”.
Non è mancata una riflessione sul tema del pregiudizio razziale: “Il fatto che Louis non sia bianco ha il suo peso. Percepisco un pregiudizio di fondo per le origini di Louis. Questo sospetto mi ha sfiorato più di una volta”. Bartolucci ha poi parlato delle condizioni di salute del marito, che avrebbe iniziato un nuovo sciopero della fame: “In forma fisica splendente non l’ho trovato, l’ho trovato abbastanza deperito e sofferente, però psicologicamente è saldo, anche se ogni tanto ha qualche momento di cedimento perché, ripeto, da innocente il carcere è ancora più duro”.
Infine, Bartolucci ha ricordato Pierina Paganelli come “una bravissima persona, tranquilla, sempre gentile”, pur riconoscendo qualche screzio tra vicine di casa, poi superato.
Manuela Bianchi, nuora della vittima e figura chiave nell’inchiesta, ha ribadito pubblicamente la genuinità dei suoi sentimenti per Dassilva e la sincerità delle sue dichiarazioni, affermando di non aver mai voluto metterlo nei guai. Bianchi, secondo quanto riportato dalle trasmissioni e dai media, avrebbe confermato la relazione con Dassilva ma negato qualsiasi coinvolgimento diretto nell’omicidio o volontà di danneggiarlo.
Valeria Bartolucci, però, ha espresso scetticismo sulle parole di Bianchi: “Le azioni corrispondono esattamente alle parole. Dice una cosa e agisce in un altro modo, a me il dubbio resta, ma di quello che prova mi interessa poco”. La tensione tra le due donne è palpabile e riflette la complessità dei rapporti personali all’interno del condominio dove vivevano tutti i protagonisti di questa vicenda.
Al centro del dibattito restano le prove a carico di Dassilva. Oltre alle dichiarazioni di Bianchi, la difesa sottolinea l’assenza di DNA dell’indagato sulla scena del crimine e la caduta della prova video della “cam 3”. Tuttavia, per la Procura, il quadro indiziario resta solido, tanto da aver chiesto il rinvio a giudizio e la fissazione dell’udienza preliminare.