10 Jun, 2025 - 11:00

Garlasco, lite in diretta tra Giletti e l'avvocato di Andrea Sempio, Massimo Lovati

Garlasco, lite in diretta tra Giletti e l'avvocato di Andrea Sempio, Massimo Lovati

La puntata di Lo Stato delle Cose andata in onda il 9 giugno 2025 su Rai 3 ha visto uno dei momenti più tesi della recente cronaca televisiva italiana. Al centro dello scontro, il conduttore Massimo Giletti e l’avvocato Massimo Lovati, difensore di Andrea Sempio, figura chiave nella nuova inchiesta sul delitto di Garlasco. Un confronto acceso che ha messo in luce tutte le tensioni e le ambiguità che ancora circondano il caso dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nell’agosto 2007.

Il contesto: nuove indagini e vecchi sospetti

Il dibattito si è acceso proprio mentre i carabinieri del RIS effettuavano un nuovo sopralluogo nella villa della famiglia Poggi, segno che le indagini sono tutt’altro che chiuse. Giletti ha sottolineato come “si sia sbagliato molto e ora è giusto che si facciano nuove indagini”, rimarcando la necessità di fare chiarezza su un caso che, dopo quasi vent’anni, continua a sollevare dubbi e sospetti.

La scintilla: lo scontrino e le intercettazioni

Il primo punto di frizione tra Giletti e Lovati è stato lo scontrino presentato da Sempio come alibi. Il conduttore ha messo in dubbio la validità del documento, chiedendo come potesse essere considerato un alibi se non riportava alcun riferimento diretto a Sempio. Lovati ha liquidato la questione come “completamente irrilevante”, ma Giletti ha insistito, alimentando la tensione in studio.

A infiammare ulteriormente il confronto sono state le intercettazioni ambientali tra Sempio e suo padre, nelle quali si faceva riferimento ai magistrati. Lovati ha difeso il suo assistito, sostenendo che “non vogliono dire niente” e accusando la trasmissione di “puntare il dito contro i magistrati di allora”, sottolineando l’incoerenza di chi sostiene che Sempio sia stato aiutato dagli inquirenti ma poi sia stato comunque intercettato.

Il sogno, la preveggenza e la pista alternativa

Uno dei momenti più discussi della serata è stato quello in cui Giletti ha affrontato la cosiddetta “pista del Santuario della Bozzola”, legata a un sogno raccontato dallo stesso Lovati, che avrebbe immaginato un sicario coinvolto nell’omicidio di Chiara Poggi. Giletti ha accusato l’avvocato di “lanciare segnali” e di suggerire teorie alternative senza fondamento. Lovati ha replicato con sarcasmo: “Che differenza fa se io ho sognato o se ho lanciato dei messaggi? È quello che ho sempre ritenuto, prima ancora di diventare il difensore di Sempio”. Quando Giletti ha insistito sulla necessità di chiarezza, Lovati ha sbottato: “Lei mi sta processando in uno studio televisivo, anziché in un’aula di tribunale!”.

Il nodo delle ricevute e il ricatto al Santuario

La discussione si è poi spostata sulle ricevute redatte da Lovati per giustificare dei soldi erogati dal Santuario della Bozzola. Giletti ha insinuato che si trattasse di un escamotage per coprire un presunto ricatto legato a un video compromettente. Lovati si è infuriato: “Non mi sono inventato niente, ho fatto solo delle ricevute che sono nelle carte del processo. Dottor Giletti la smetta, perché io sono stato sentito come testimone in quel processo e mi sono astenuto, per il segreto professionale. Dovete ragionare solo sulle carte”.

Il ruolo dei social e le reazioni del pubblico

La lite tra Giletti e Lovati non è passata inosservata sui social, dove si sono moltiplicati i commenti tra chi accusa il conduttore di pregiudizio nei confronti di Sempio e chi invece critica l’avvocato per la sua reticenza e per l’uso di argomentazioni giudicate poco solide. Alcuni spettatori hanno sottolineato come la trasmissione abbia riproposto temi già noti, mentre altri hanno apprezzato la determinazione di Giletti nel cercare la verità.

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