Il mondo accademico e culturale italiano piange la scomparsa del professor Stefano Brugnolo, stimato critico letterario e docente universitario, venuto a mancare il 10 giugno 2025. Brugnolo è stato una figura di rilievo nel campo della critica letteraria e delle letterature comparate, lasciando un segno profondo grazie al suo approccio innovativo e alla sua umanità.
La morte del professor Brugnolo è stata improvvisa, non sono stati resi noti dettagli specifici circa la causa. La notizia è stata comunicata dall’Università di Pisa con un messaggio di cordoglio e il ricordo della sua figura di studioso acuto e maestro generoso. La sua assenza si era già fatta sentire nelle settimane precedenti, con la sospensione delle attività di ricevimento e la prosecuzione regolare degli esami, segno di un’improvvisa interruzione delle sue funzioni.
Stefano Brugnolo è nato a Padova nel 1956, città con la quale ha mantenuto un forte legame per tutta la vita. Aveva quindi 69 anni al momento della sua scomparsa. La sua formazione accademica si è sviluppata sotto la guida di Francesco Orlando, con il quale si è laureato nel 1980 con una tesi sul surrealismo e la psicoanalisi freudiana. Nel corso della sua carriera ha insegnato presso l’Università di Pisa, dove era professore ordinario di Critica Letteraria e Letterature Comparate.
Le informazioni pubbliche sulla vita privata di Stefano Brugnolo sono scarse e riservate. Non sono disponibili dettagli specifici riguardo alla moglie o ai figli, poiché Brugnolo ha sempre mantenuto un profilo discreto su questi aspetti, concentrandosi soprattutto sulla sua attività accademica e culturale. Il ricordo che emerge da colleghi e studenti sottolinea però la sua grande umanità e disponibilità, qualità che trasparivano anche nei rapporti personali.
Stefano Brugnolo è stato un intellettuale brillante e un maestro nel campo della teoria della letteratura. Allievo di Francesco Orlando, ha sviluppato una teoria della letteratura che poneva l’accento sulle molteplici valenze e contraddizioni insite nel testo letterario, intrecciando riflessioni di ordine sociale, culturale e politico. Tra le sue opere più importanti si annoverano monografie come La tradizione dell’umorismo nero (1994), La letterarietà dei discorsi scientifici (2000), Strane coppie (2013), La tentazione dell’Altro (2017), Dalla parte di Proust (2022) e Rivoluzioni e popolo (2023).
Insieme a colleghi come Gianni Iotti, Sergio Zatti e Luciano Pellegrini, ha fondato il Seminario d’interpretazione testuale, che ha arricchito la comunità intellettuale pisana per oltre un decennio. Le sue lezioni erano molto seguite per la libertà di pensiero, l’accoglienza di punti di vista differenti e la passione intellettuale che sapeva trasmettere. Era noto per la sua gentilezza, generosità e disponibilità verso studenti e colleghi, sempre pronto a stimolare il confronto e il dialogo, anche mettendo in discussione le proprie idee.
I suoi interessi di ricerca spaziavano dalla letteratura del Settecento fino al modernismo e postmodernismo, con particolare attenzione alla letteratura comparata, soprattutto inglese, francese e italiana. Ha pubblicato numerosi saggi e volumi, contribuendo significativamente alla riflessione critica contemporanea e alla formazione di nuove generazioni di studiosi.