13 Jun, 2025 - 10:41

Perché Israele attacca l'Iran e quali sono gli obiettivi di Tel Aviv: il Medio Oriente verso il caos

Perché Israele attacca l'Iran e quali sono gli obiettivi di Tel Aviv: il Medio Oriente verso il caos

Nelle prime ore del 13 giugno, il Medio Oriente si è risvegliato sull’orlo di una nuova e pericolosa escalation. Israele ha lanciato un’operazione militare contro l’Iran, colpendo obiettivi strategici tra cui alti funzionari militari e scienziati nucleari. Un attacco senza precedenti che rischia di riscrivere gli equilibri geopolitici della regione. 

Israele lancia l’Operazione Rising Lion contro l’Iran

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha annunciato il lancio dell'Operazione Rising Lion (Leone Nascente) contro l’Iran. Nelle prime ore del 13 giugno, Tel Aviv ha colpito diversi obiettivi in Iran in un attacco senza precedenti. I media avevano già rivelato, un giorno prima, un’imminente azione militare contro la Repubblica Islamica da parte di Tel Aviv, citando funzionari americani.

Secondo le dichiarazioni ufficiali, l’operazione militare è mirata a contrastare quella che Israele considera una minaccia esistenziale da parte dell’Iran. Netanyahu ha affermato che Teheran ha recentemente adottato misure per trasformare l’uranio arricchito in arma nucleare. Si apprende inoltre che l’operazione non si limiterà a questi attacchi iniziali. Il premier israeliano ha infatti dichiarato che durerà “per tutti i giorni necessari”.

Con l’Operazione Rising Lion, Israele ha preso di mira il programma nucleare e i vertici militari iraniani.

Gli obiettivi di Israele

Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno comunicato di aver impiegato 200 aerei da combattimento, colpendo più di 100 obiettivi in tutto il territorio iraniano.

Le autorità israeliane hanno dichiarato che l'operazione ha colpito il più grande impianto di arricchimento iraniano situato nella città di Natanz. L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) sta monitorando la situazione. Nel frattempo, il direttore generale, Rafael Grossi, ha confermato che l’impianto di Natanz risulta effettivamente tra gli obiettivi colpiti. L'agenzia ha poi affermato che non è stato osservato alcun aumento nei livelli di radiazioni nel sito nucleare. Gli impianti di Fordow, Isfahan e Bushehr non sono stati colpiti negli attacchi.

Negli attacchi sono stati uccisi il comandante in capo della Guardia Rivoluzionaria Islamica iraniana, Hossein Salami, considerato una delle figure più potenti del Paese e diretto subordinato della Guida Suprema, l’Ayatollah Ali Khamenei, e il maggiore generale Mohammad Baghari, il più alto ufficiale militare dell’Iran.

Secondo quanto riportato dai media statali iraniani, anche l’ex capo del Consiglio supremo per la sicurezza nazionale, Ali Shamkhani, è stato ucciso. Shamkhani era uno stretto collaboratore della Guida Suprema e figura di spicco all'interno del regime.

L’agenzia iraniana Tasnim ha riportato inoltre la morte di almeno sei scienziati nucleari iraniani negli attacchi aerei.

Sempre secondo Tasnim, gli attacchi israeliani avrebbero colpito anche diversi edifici residenziali nella capitale Teheran. Oltre all’uccisione di alti comandanti militari e di scienziati chiave del programma nucleare, si segnalano anche vittime civili.

L’Iran promette vendetta e accusa gli Stati Uniti

Il ministero degli Esteri iraniano ha dichiarato che il Paese "non esiterà a difendere la nazione".

Teheran ha anche accusato gli Stati Uniti di aver favorito gli attacchi, sostenendo che non sarebbero stati possibili senza assistenza americana. Tuttavia, le dichiarazioni dei funzionari statunitensi smentiscono qualsiasi coinvolgimento.

L’Iran ha chiesto agli Stati membri delle Nazioni Unite di “condannare urgentemente e collettivamente” l’azione militare israeliana.

In risposta all’attacco, l’esercito israeliano ha reso noto che l’Iran ha lanciato più di 100 droni contro il territorio israeliano. Al momento, non è chiaro se la morte degli alti funzionari militari iraniani ostacolerà una possibile ritorsione.

Gli Usa non sono stati coinvolti negli attacchi militari di Israele

Il segretario di Stato americano, Marco Rubio, ha dichiarato che gli Stati Uniti non sono stati coinvolti né hanno fornito assistenza all’attacco. Washington aveva precedentemente espresso la propria contrarietà a un’azione militare israeliana mentre erano in corso i negoziati per rilanciare l’accordo sul nucleare con Teheran.

"Stasera Israele ha intrapreso un'azione unilaterale contro l'Iran. Non siamo coinvolti in attacchi contro l'Iran e la nostra massima priorità è proteggere le forze americane nella regione", ha affermato Rubio.

Nei giorni precedenti all’attacco, Washington aveva dato il via libera alla partenza di alcuni diplomatici e delle famiglie del personale militare da diverse località in Medio Oriente. Gli Stati Uniti hanno evacuato, quindi, numerosi cittadini americani dalla regione, intanto l’escalation continua a preoccupare.

Esulta l’estrema destra israeliana

I ministri israeliani Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich, noti esponenti dell’ultradestra, hanno elogiato l’operazione contro l’Iran. Ben Gvir, ministro della Sicurezza nazionale, e Smotrich, ministro delle Finanze del governo Netanyahu, sono stati recentemente sanzionati dal Regno Unito e da altri alleati occidentali per aver "incitato alla violenza contro i palestinesi".

“L’intero popolo d’Israele è unito in questa giusta campagna contro un nemico crudele che cerca di distruggerci”, ha affermato Ben Gvir.

Gli attacchi israeliani contro l’Iran aprono nuovi scenari in Medio Oriente. La regione, storicamente segnata da rivalità tra potenze regionali e dispute territoriali, resta sull’orlo di una guerra più estesa.

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