13 Jun, 2025 - 10:10

Terza guerra mondiale nucleare? Elena Basile: "Mai così vicini"

Terza guerra mondiale nucleare? Elena Basile: "Mai così vicini"

Il rischio di un conflitto nucleare globale è tornato al centro del dibattito internazionale, alimentato dall'escalation tra Israele e Iran e dal protrarsi della guerra in Ucraina. Gli eventi recenti e le dichiarazioni delle parti coinvolte dipingono uno scenario sempre più instabile, con implicazioni potenzialmente catastrofiche per la sicurezza mondiale.

Lo scontro diretto tra Israele e Iran: venti di Terza guerra mondiale?

Nella notte tra il 12 e il 13 giugno 2025, Israele ha lanciato un attacco senza precedenti contro siti militari e nucleari iraniani, utilizzando oltre 100 droni e missili. L'operazione, giustificata come "difensiva" dalle autorità israeliane, ha colpito impianti sotterranei dove l'Iran avrebbe accelerato l'arricchimento dell'uranio, avvicinandosi alla soglia necessaria per produrre un'arma nucleare. L'Idf (esercito israeliano) ha rivelato l'esistenza di un programma segreto iraniano per sviluppare componenti nucleari militari, coinvolgendo scienziati e infrastrutture non dichiarate.

La risposta di Teheran non si è fatta attendere: il leader supremo Ali Khamenei ha promesso una "vendetta senza limiti", mentre il governo iraniano ha annunciato esercitazioni militari e il potenziamento della flotta missilistica. Questo scontro avviene in un contesto già teso, con l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA) che da mesi denuncia le violazioni iraniane degli accordi sul nucleare, incluso l'arricchimento di uranio al 60%.

Il fronte ucraino e le minacce nucleari russe

Mentre il Medio Oriente brucia, la guerra in Ucraina continua a rappresentare un focolaio di instabilità globale. Dmitrij Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, ha dichiarato ad aprile 2025 che "il disarmo nucleare è impossibile nei prossimi decenni", aggiungendo che sempre più Paesi cercheranno di dotarsi di armi atomiche. Le dichiarazioni coincidono con la modifica della dottrina nucleare russa, che prevede l'uso di armi atomiche in risposta a minacce "esistenziali".

Analisti internazionali temono che Mosca possa ricorrere a armi nucleari tattiche qualora le sorti del conflitto volgessero a sfavore. Andrea Margelletti, presidente del Centro studi internazionali, avverte: "C'è un rischio concreto che la Russia non stia bluffando". In caso di attacco nucleare russo, la NATO potrebbe rispondere con un intervento diretto in Ucraina, secondo quanto riportato da fonti militari occidentali.

Elena Basile: "Mai così vicini a un'escalation nucleare"

A questo proposito, l'ex ambasciatrice Elena Basile mette in guardia: "In passato, non siamo mai stati in una situazione di rischio di escalation fino al conflitto nucleare come oggi. Nella Guerra fredda, sarebbe stato impensabile che i migliori editorialisti occidentali si dedicassero a difendere l'ipotesi di una continuazione di una guerra in Europa, persino valutando la possibilità di truppe regolari, contro la Russia, che non è l'Unione Sovietica, cioè non è il rivale imperialista e ideologico dell'Occidente, ma che rimane una potenza nucleare".

"Per la prima volta -ha aggiunto Basile-, succede che le classi dirigenti in Europa, ovvero la maggioranza Ursula, la destra e i moderati di destra e sinistra, ci stanno portando lentamente verso un'escalation che non è detto che siano capaci di controllare".

Un mondo sull'orlo del baratro

I recenti sviluppi hanno riacceso il dibattito sul "orologio dell'apocalisse", strumento simbolico creato dagli scienziati atomici per misurare il rischio di catastrofe globale. Angelo Baracca, fisico ed esperto di disarmo, ricorda che l'orologio non è mai stato così vicino alla mezzanotte dai tempi della Guerra Fredda.

  • Un sondaggio YouGov condotto in cinque Paesi europei e negli USA rivela che il 45-55% della popolazione considera probabile una Terza Guerra Mondiale entro il 2035, con il 68-76% convinto che coinvolgerebbe armi nucleari. Le preoccupazioni sono alimentate da:
  • La proliferazione nucleare (Corea del Nord, Iran, potenziali nuovi Stati dotati di armi atomiche)
  • La fragilità dei meccanismi di controllo internazionali
  • L'aumento degli incidenti militari ai confini tra potenze (ad esempio nel Mar Cinese Meridionale).

La combinazione tra crisi ucraina e scontro israelo-iraniano crea un mix esplosivo. Se da un lato l'uso deliberato di armi nucleari rimane improbabile per le conseguenze autodistruttive (fallout radioattivo, danni ambientali irreversibili), dall'altro il rischio di escalation per errore o calcolo sbagliato è reale.

La comunità internazionale si trova dinanzi a una sfida senza precedenti: rafforzare i meccanismi diplomatici, rilanciare i trattati di non proliferazione e creare canali di comunicazione diretti tra le potenze nucleari. Come dimostrano sia la crisi ucraina che quella mediorientale, la deterrenza militare non basta più per garantire la pace in un mondo multipolare e iperconnesso.

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