13 Jun, 2025 - 12:00

Garlasco, il medico legale: "Quell'impronta sulla gamba di Chiara Poggi..."

Garlasco, il medico legale: "Quell'impronta sulla gamba di Chiara Poggi..."

A diciotto anni dall’omicidio di Chiara Poggi, il caso Garlasco continua a essere uno dei cold case più discussi e controversi della cronaca nera italiana. Le nuove tecnologie e le recenti acquisizioni investigative stanno portando a una possibile svolta: la Procura di Pavia, infatti, sta riesaminando ogni dettaglio della scena del crimine grazie a una ricostruzione tridimensionale della villetta e a sofisticate analisi delle tracce ematiche e delle impronte.

Garlasco, una scena del crimine da ricostruire

Il 13 agosto 2007 Chiara Poggi venne trovata senza vita nella sua abitazione di via Pascoli a Garlasco. Colpita al volto e alla testa con un oggetto non identificato, fu trascinata sul pavimento e poi gettata lungo le scale che portano al seminterrato. Per anni, le indagini si sono concentrate sul fidanzato Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere, ma che ha sempre proclamato la propria innocenza. Oggi Stasi si trova in regime di semilibertà, mentre la famiglia Poggi continua a chiedere rispetto e verità, stanca di “insinuazioni e ricostruzioni da romanzo”.

Il ruolo delle nuove tecnologie

La nuova fase investigativa si basa su strumenti all’avanguardia: la scena del crimine è stata ricostruita in 3D, consentendo di analizzare con precisione la posizione delle tracce di sangue, delle impronte e degli oggetti presenti nella villetta. Questa metodologia permette di verificare ipotesi che finora erano rimaste solo teoriche, come la possibilità che Chiara abbia cercato di difendersi o reagire al suo aggressore.

Un elemento centrale di questa indagine è l’impronta 33, una delle 60 rilevate dal RIS nel 2007. Su questa e su altre 57 impronte, i periti stanno effettuando nuove analisi genetiche e dattiloscopiche: domani, 17 giugno, verranno raccolte le fascette paradesive e altro materiale, tra cui tamponi, un lembo di tappetino e persino una confezione di Fruttolo sequestrata all’epoca.

Il giallo della stampella

Tra le novità emerse, spicca la teoria avanzata dal medico legale Pasquale Mario Bacco: sulla gamba di Chiara sarebbe stata individuata un’impronta compatibile con il piedino di una stampella dotata di pallini antiscivolo. Secondo Bacco, la traccia geometrica a tre pallini non sarebbe compatibile con un tacco o con una scarpa, ma con la punta di una stampella, e l’ematoma sarebbe stato provocato da un colpo secco mentre Chiara era già a terra. “È il classico segno che definiamo di disprezzo”, ha dichiarato l’esperto, suggerendo che l’aggressore avrebbe calpestato la vittima come gesto di umiliazione.

Sempio, il DNA e le piste alternative

Le indagini attuali vedono indagato Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, al quale una consulenza ha attribuito il DNA trovato sotto le unghie della ragazza. Tuttavia, il quadro tracciato dagli inquirenti oggi appare molto diverso da quello che portò alla condanna di Stasi. L’alibi di Sempio viene ritenuto “traballante” e sono in corso audizioni di nuovi testimoni. Nel frattempo, si parla anche di una possibile richiesta di riesumazione del corpo di Chiara per ulteriori accertamenti, una prospettiva che ha lasciato “disgustati” e “amareggiati” i genitori della vittima.

Le impronte e la ricerca della verità

Il lavoro degli esperti si concentra ora sulle 58 impronte rilevate nella villetta, che saranno sottoposte a nuove analisi genetiche e dattiloscopiche. Solo il risultato di questi accertamenti, incrociato con la ricostruzione 3D e l’eventuale nuovo DNA estrapolato, potrà forse mettere un punto fermo su una vicenda che da anni alimenta ipotesi, teorie e polemiche.

Un caso ancora aperto

Il delitto di Garlasco resta un giallo irrisolto, con molte ombre e poche certezze. Le nuove tecnologie e la riapertura delle indagini potrebbero finalmente portare chiarezza su quanto accaduto quella mattina del 2007. Nel frattempo, la famiglia Poggi e l’opinione pubblica attendono risposte definitive, mentre la magistratura si prepara a un possibile incidente probatorio che potrebbe riscrivere la storia giudiziaria di uno dei casi più discussi d’Italia.

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