Farian Sabahi è una delle voci più autorevoli in Italia quando si parla di Iran, Medio Oriente e dialogo interculturale. La sua biografia si intreccia con due mondi, quello occidentale e quello orientale, che hanno segnato profondamente la sua formazione personale e professionale.
Farian Sabahi Seyed è nata ad Alessandria il 29 novembre 1967. Figlia di padre iraniano e madre piemontese, rappresenta uno dei primi esempi di matrimonio misto degli anni Sessanta in Italia.
Questa doppia appartenenza culturale è stata centrale nella sua crescita e nel suo percorso di vita, come racconta lei stessa nel memoir Non legare il cuore. La mia storia persiana tra due paesi e tre religioni, in cui narra episodi emblematici della sua infanzia, come il battesimo ricevuto all’insaputa dei genitori per volontà della nonna materna.
La sua famiglia ha radici profonde sia in Italia che in Iran: il nonno materno era un industriale piemontese, mentre dal lato paterno discende, secondo la tradizione sciita, dal Profeta Maometto. Questa eredità ha contribuito a farla sentire spesso “straniera” e “nomade”, sospesa tra due mondi e due religioni, un’esperienza che ha trasformato in una risorsa per la sua attività di ricercatrice e divulgatrice.
Il percorso accademico di Farian Sabahi è segnato da una solida formazione multidisciplinare. Dopo la laurea in Economia Aziendale all’Università Bocconi di Milano, ha conseguito una seconda laurea in Storia Orientale presso l’Università di Bologna.
In seguito, ha ottenuto il Ph.D. in History of Iran presso la prestigiosa School of Oriental and African Studies (SOAS) di Londra, con una tesi sull’Esercito del Sapere durante il regno di Muhammad Reza Pahlavi.
Ha svolto attività di ricerca in Iran su temi economici e sociali, come i contratti petroliferi buy-back e le zone di libero scambio nel Golfo Persico. Oggi è ricercatrice senior in Storia contemporanea presso l’Università dell’Insubria, dove insegna anche “States Economy and Global Markets” e “Giornalismo tra diritti e libertà”. Collabora inoltre con l’Università della Valle d’Aosta e ha tenuto corsi presso la John Cabot University di Roma, l’Università di Ginevra e la Bocconi.
Il suo approccio si distingue per la capacità di integrare storia, economia, religione e questioni di genere, con una particolare attenzione alle minoranze e ai diritti umani. Sabahi è anche una giornalista affermata: scrive regolarmente per testate come Il Corriere della Sera e il manifesto, raccontando le complesse dinamiche del Medio Oriente e le sfide delle donne in Iran.
La vita privata di Farian Sabahi è stata segnata da scelte coraggiose e dalla volontà di trasmettere al figlio il valore del dialogo tra culture. Dal memoir e da alcune interviste emerge che ha un figlio di nome Atesh, la cui nascita ha rappresentato per lei un momento di profonda riflessione sulla fede e sull’identità.
Proprio per il figlio, Sabahi si è interrogata su quale religione, quale pensiero filosofico e quale appartenenza potessero conciliare le differenze tra le sue radici familiari.
Non risultano informazioni pubbliche dettagliate sul marito o su una relazione coniugale attuale; la narrazione della sua vita privata nei suoi scritti si concentra soprattutto sul rapporto con il figlio e sulle dinamiche familiari tra Italia e Iran.
La sua storia personale è dunque quella di una donna che ha scelto di vivere “su un filo teso tra Oriente e Occidente”, facendo della libertà morale e spirituale la propria bandiera.