13 Jun, 2025 - 20:33

Cosa sta succedendo davvero tra Israele e Iran: si rischia una guerra nucleare?

Cosa sta succedendo davvero tra Israele e Iran: si rischia una guerra nucleare?

Le ultime ore hanno segnato una drammatica escalation tra Israele e Iran, con scontri militari su larga scala che rischiano di trascinare l’intero Medio Oriente in un conflitto regionale senza precedenti. Gli eventi sono in rapida evoluzione, ma già emergono linee chiare e preoccupanti su quanto sta accadendo e sulle prospettive immediate.

L’attacco israeliano all’Iran

Nella notte tra il 12 e il 13 giugno 2025, Israele ha lanciato un attacco aereo senza precedenti contro obiettivi iraniani, coinvolgendo circa 200 caccia che hanno sganciato oltre 300 bombe su siti militari e nucleari, tra cui il fondamentale impianto di Natanz, cuore del programma di arricchimento dell’uranio iraniano.

Secondo le fonti israeliane, l’operazione, denominata “Leone nascente” o “Rising Lion”, aveva come obiettivo principale la neutralizzazione della minaccia nucleare iraniana, considerata un pericolo esistenziale per Israele. L’attacco ha colpito anche i vertici militari iraniani: sono stati uccisi il capo di Stato maggiore dell’esercito Mohammad Bagheri e il comandante delle Guardie Rivoluzionarie Hossein Salami, oltre a sei scienziati nucleari.

La capitale Teheran è stata colpita direttamente, con un bilancio di 78 morti tra i residenti e 329 feriti, mentre l’offensiva è proseguita anche nel corso della giornata successiva. Il governo israeliano, guidato da Benjamin Netanyahu, ha dichiarato che “il colpo iniziale è stato un successo e andremo avanti per giorni”. Israele ha inoltre chiuso le sue ambasciate in tutto il mondo, temendo attacchi di rappresaglia.

La risposta iraniana

L’Iran ha definito l’attacco israeliano una “dichiarazione di guerra” e ha promesso una risposta “senza mezze misure”. La guida suprema Ali Khamenei, rivolgendosi alla nazione, ha minacciato: “Il regime sionista non uscirà indenne da questo crimine. La nazione iraniana può essere certa che questa questione non sarà trascurata”.

Le forze armate iraniane sono state incaricate di “punire Israele” e Teheran ha chiesto una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Nelle ultime ore, l’Iran ha lanciato una massiccia offensiva contro Israele, inviando oltre 100 droni e almeno 100 missili verso il territorio israeliano. L’esercito israeliano ha attivato le sirene d’allarme in tutto il paese, invitando la popolazione a rifugiarsi nei bunker. I boati delle esplosioni sono stati uditi a Tel Aviv, mentre l’aviazione israeliana sta lavorando per intercettare tutti i droni e i missili in arrivo.

Finora, secondo fonti israeliane, nessun drone o missile avrebbe raggiunto obiettivi sensibili, ma la situazione resta estremamente volatile.

Le conseguenze regionali e internazionali

La gravità dell’escalation ha spinto la comunità internazionale a intervenire con urgenza. Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha condannato l’escalation e ha lanciato un appello alla “massima moderazione” per evitare una situazione ancora più grave.

La NATO, tramite il suo Segretario Generale Mark Rutte, ha dichiarato che “la priorità assoluta è impedire l’escalation”. Anche la Russia, la Cina e la Turchia hanno espresso preoccupazione e condanna per gli attacchi israeliani, mentre il presidente russo Vladimir Putin ha invitato Netanyahu e il presidente iraniano Masoud Pezeshkian a riprendere i colloqui diplomatici sul nucleare.

Gli Stati Uniti, pur avendo ricevuto preavviso dell’attacco israeliano, hanno ribadito di non essere coinvolti direttamente nelle operazioni militari e hanno messo in guardia l’Iran dal prendere di mira interessi o personale americano nella regione. Il presidente Donald Trump ha dichiarato che “l’Iran non può avere la bomba atomica” e ha auspicato la ripresa dei negoziati.

Le dinamiche sul campo

L’attacco israeliano ha colpito otto città iraniane, tra cui Teheran, Natanz, Isfahan, Tabriz, Ilam, Avaz, Arak e Kermanshah. Oltre ai siti nucleari, sono stati presi di mira anche impianti militari e di produzione missilistica. L’Iran, dal canto suo, ha sospeso tutti i voli aerei nazionali per motivi di sicurezza e ha mobilitato le sue forze armate per una risposta rapida e decisa.

Sul fronte della sicurezza interna, Israele ha dichiarato lo stato di emergenza speciale su tutto il territorio nazionale, mentre l’Iran ha annunciato di essere pronto a “stare in guerra per anni” se necessario. L’esercito israeliano, oltre a intercettare i droni e i missili lanciati dall’Iran, si sta preparando a ulteriori attacchi, come dimostrano le sirene d’allarme e l’invito alla popolazione a rimanere nei rifugi.

Le motivazioni profonde

La crisi attuale affonda le sue radici nella storica rivalità tra Israele e Iran, che si combattono da anni per procura in Siria, Libano e Yemen. Israele considera il programma nucleare iraniano una minaccia diretta alla sua esistenza, mentre l’Iran vede Israele come un avamposto occidentale nel cuore del Medio Oriente.

Negli ultimi mesi, secondo fonti israeliane, l’Iran avrebbe accelerato il suo programma nucleare, avvicinandosi alla capacità di produrre materiale fissile sufficiente per diverse bombe atomiche. Israele ha quindi deciso di agire in modo preventivo, ritenendo che il rischio di un Iran nucleare fosse ormai incombente.

Le prospettive immediate

La situazione è estremamente instabile. Da una parte, Israele ha dichiarato che l’operazione “Leone nascente” durerà “molti giorni” e che la minaccia iraniana deve essere completamente neutralizzata. Dall’altra, l’Iran ha promesso una risposta “schiacciante” e “dolorosa” per Israele, minacciando di prolungare il conflitto anche per anni.

La comunità internazionale è divisa: alcuni paesi condannano l’attacco israeliano, altri sostengono il diritto di Israele alla difesa preventiva. L’Italia, tramite il ministro degli Esteri Antonio Tajani, ha ribadito la necessità di “dialogo” e ha convocato una riunione di emergenza con gli ambasciatori dell’area.

I timori di un'escalation nucleare

Il rischio di una guerra nucleare tra Israele e Iran, pur non essendo attualmente imminente, rappresenta una delle principali preoccupazioni della comunità internazionale. Israele ha dimostrato di possedere capacità nucleari, anche se mai ufficialmente dichiarate, mentre l’Iran è sospettato da molti di essere vicino a raggiungere la soglia tecnologica per produrre armi atomiche, come sottolineato dalle recenti risoluzioni dell’AIEA.

L’attacco israeliano contro i siti nucleari iraniani, in particolare quello di Natanz, ha sollevato interrogativi sulle conseguenze di una possibile contaminazione radioattiva, ma finora l’AIEA non ha rilevato alcun aumento dei livelli di radiazioni nei siti colpiti. Tuttavia, la crescente militarizzazione del conflitto e la minaccia di ulteriori attacchi su infrastrutture sensibili rendono il rischio di un’escalation nucleare una possibilità concreta e drammaticamente destabilizzante per l’intera regione.

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