Da oltre un anno il Barcellona ha abbandonato lo storico Camp Nou, costretto a emigrare a Montjuïc per consentire i lavori di ristrutturazione del proprio impianto simbolo. Il restyling del tempio blaugrana, ribattezzato Spotify Camp Nou per motivi di sponsorizzazione, è uno dei progetti più ambiziosi della storia del club, ma nel frattempo ha rivoluzionato le abitudini dei tifosi.
Ora che il rientro nel nuovo stadio è imminente, però, a far discutere non è tanto la nostalgia dello stadio quanto un altro aspetto ben più concreto: il costo degli abbonamenti stagionali, che potrebbe aumentare in modo significativo. All’interno della società è in corso un dibattito acceso e, tra le tante incognite sul futuro, il nodo delle tariffe rischia di spaccare il fronte dei soci, che sono da sempre uno dei punti di forza del club catalano.
Secondo quanto riportato dal quotidiano spagnolo As e dal podcast Barça Reservat di Catalunya Ràdio, all’interno della giunta direttiva del Barça è in corso una riflessione profonda su quanto far pagare i soci per tornare al Camp Nou. La prima “prova generale” è prevista per il 10 agosto, in occasione del Trofeo Gamper, ma lo stadio sarà aperto solo parzialmente: 20.000 posti disponibili su un impianto che, una volta completato, supererà ampiamente i 100.000 spettatori, come un tempo. Si prevede che la passione e il calore dei tifosi blaugrana possa in qualche modo appianare il gap che si sta venendo a creare.
Secondo fonti interne, è già sul tavolo un’ipotesi di aumento “sostanziale” delle quote abbonamento, che attualmente sono tra le più basse d’Europa (intorno ai 300 euro in media). La giunta valuta se anticipare l’aumento già alla stagione 2025/26 – con capienza limitata e posti assegnati tramite sorteggio – oppure rinviare il rialzo vero e proprio alla stagione successiva, dopo le elezioni societarie del 2026.
Nel frattempo, il Barça continuerà a giocare le sue partite allo stadio olimpico di Montjuïc, sede temporanea che ha ospitato i blaugrana durante tutta la fase di ricostruzione. LaLiga ha concesso alla società di disputare le prime tre giornate della prossima stagione in trasferta, così da permettere il completamento dei lavori più urgenti. Il ritorno ufficiale al Camp Nou è previsto a metà settembre, ma lo stadio non sarà ancora del tutto pronto: mancherà infatti la Terza Gradinata, la cui costruzione verrà completata solo nei mesi successivi.
Nel progetto sono previsti anche settanta ascensori esterni, che permetteranno di accedere direttamente ai livelli superiori, senza passare dalle tribune inferiori. Una struttura moderna e ambiziosa, ma ancora in fase di realizzazione, che rende il tema degli abbonamenti ancora più delicato, da prendere con le pinze.
Il ritorno al Camp Nou rappresenta un passaggio cruciale per il presente e il futuro del Barcellona. Ma la gestione economica di questo ritorno rischia di aprire una frattura con una parte della tifoseria. Dopo un periodo difficile – segnato da problemi finanziari, riduzione degli introiti e scarso afflusso a Montjuïc (appena 18.000 soci hanno mantenuto l’abbonamento) – il club sente il bisogno di aggiornare le tariffe.
Tuttavia, un aumento marcato in un momento ancora incerto e con lo stadio incompleto potrebbe rivelarsi un boomerang, soprattutto in vista delle elezioni. Il rischio è quello di alienarsi il consenso di una base di soci che, oltre alla passione, è sempre più attenta ai costi. La sfida, per la dirigenza, sarà trovare un equilibrio tra sostenibilità economica e, soprattuto, rispetto per chi il Barça e per i tifosi, che offrono sostegno da sempre, anche nei momenti di transizione.