Dopo il finale più divisivo dell’ultimo decennio, c’è ancora chi aspetta un’ipotetica stagione 9 di "Game of Thrones". Magari una sorta di "seconda chance" per sistemare gli errori, dare un nuovo senso alle storyline bruscamente interrotte o, semplicemente, riportare in scena Jon Snow e Arya Stark.
Ma a oggi, tra smentite ufficiali, spin-off congelati e commenti tra il nostalgico e l’ironico del cast originale, una cosa è certa: la stagione 9 non si farà - almeno per ora. E le ragioni sono più complesse di quanto sembri.
Vediamole insieme.
Quando l’ottava stagione è andata in onda nel 2019, HBO si aspettava il trionfo. Invece ha ricevuto una valanga di critiche, petizioni online da milioni di firme e un fandom spaccato in due. Sebbene la stagione abbia chiuso con dati da record (oltre 19 milioni di spettatori per l’episodio finale), la ricezione è stata tutt’altro che trionfale.
Il dibattito tra "è stato un disastro" e "comunque era impossibile accontentare tutti" è ancora vivo. Per HBO, il problema non è stato solo narrativo, ma anche produttivo: girare "Game of Thrones" è stato un colosso logistico, con budget da blockbuster e calendari impossibili.
Conclusa l’ottava, lo studio ha virato su progetti alternativi: "House of the Dragon", "A Knight of the Seven Kingdoms" e una lunga lista di spin-off (molti dei quali mai entrati in produzione). Tornare indietro, rimettere in piedi Westeros e tentare una "riparazione" con una nona stagione non è solo rischioso: è logisticamente, creativamente ed economicamente complesso.
La frustrazione dei fan verso l’ultima stagione si è concentrata su diversi fronti. In primis, il ritmo: solo sei episodi per concludere una saga così vasta hanno portato a sviluppi narrativi frettolosi e spesso poco credibili.
L’arco di Daenerys, da liberatrice a "Mad Queen", è stato uno dei più criticati: per molti, la trasformazione è sembrata improvvisa, nonostante piccoli segnali nelle stagioni precedenti. Anche la morte del Re della Notte, avvenuta nell’episodio 3, è stata vista come anticlimatica.
Dopo otto stagioni di build-up, la minaccia degli Estranei è stata liquidata in un solo episodio, lasciando spazio a lotte politiche che hanno perso d’intensità. Il destino di Bran sul Trono di Spade? Altro punto di discordia. Una scelta che ha sorpreso tutti, ma che è stata giudicata da molti poco coerente con l’arco narrativo complessivo.
Infine, l’impressione generale è stata che gli showrunner volessero "chiudere tutto in fretta", sacrificando profondità e coerenza per concludere la serie nei tempi stabiliti. Il risultato è stato uno scivolone finale per una delle serie più amate (e premiate) di sempre.
Nel 2022 è stato annunciato un progetto che ha infiammato i fan: uno spin-off sequel su Jon Snow, ambientato dopo gli eventi della stagione 8, con Kit Harington coinvolto sia come attore che come produttore esecutivo.
Era, di fatto, l’unica possibilità concreta di tornare a Westeros nel presente narrativo, e non nei secoli precedenti come in "House of the Dragon". Secondo fonti vicine a HBO, il progetto era in fase di sviluppo attivo, con una writers’ room avviata e idee sulla direzione della trama.
Ma nel 2024 George R.R. Martin ha confermato che lo spin-off è stato "archiviato", almeno per ora. Le ragioni? Non ufficiali, ma plausibili: disaccordi creativi, saturazione dell’universo di "Game of Thrones", e - soprattutto - il timore di ripetere un errore.
Kit Harington stesso ha ammesso, in una rara intervista: "Non voglio tornare se non c’è una storia che valga davvero la pena di essere raccontata. Non voglio che Jon torni solo per nostalgia". Parole che sanno di cautela ma anche di chiusura.
Sophie Turner (Sansa Stark) è stata una delle prime a smarcarsi da un ipotetico ritorno: "È stato bello, ma è un capitolo chiuso. Mi piacerebbe vedere altre storie in quel mondo, ma io ho dato tutto quello che avevo".
Più possibilista Maisie Williams (Arya): "Se ci fosse una sceneggiatura interessante, potrei pensarci. Mi manca Arya, ma deve esserci un buon motivo per tornare".
Lena Headey (Cersei) è stata molto più diretta: "Tutti pensano che avremmo voluto un’altra stagione. Ma no. Eravamo esausti". E anche Peter Dinklage (Tyrion) ha dichiarato che proseguire dopo quel finale sarebbe stato "forzato", aggiungendo con ironia: "Ogni cosa ha una fine. Anche quando i fan non la accettano".
Gli unici che, almeno pubblicamente, hanno mostrato entusiasmo sono Harington e Emilia Clarke. Ma anche lei ha detto: "Non so se il pubblico mi perdonerebbe mai per la stagione 8. Forse è meglio lasciare Daenerys dov’è".
Al momento, nessuno del cast principale è coinvolto in nuove produzioni ambientate a Westeros. E con le agende piene tra cinema, teatro e nuove serie, anche solo sincronizzare i calendari sarebbe un’impresa titanica.