17 Jun, 2025 - 13:55

Trump su Macron: "In cerca di pubblicità". Il presidente Usa se ne va dal G7 in anticipo e scoppia la polemica

Trump su Macron: "In cerca di pubblicità". Il presidente Usa se ne va dal G7 in anticipo e scoppia la polemica

La nuova fiammata di violenza in Medio Oriente ha inevitabilmente segnato i lavori del G7 in Canada. L’offensiva israeliana contro l’Iran e il rapido aggravarsi della situazione hanno spinto i leader riuniti al vertice a concentrare parte dei colloqui sulla crisi in corso.

A rubare la scena è stata la partenza anticipata di Donald Trump, che ha innescato uno scontro diretto con il presidente francese, Emmanuel Macron.

Il conflitto Israele-Iran sul tavolo del G7

Il conflitto tra Israele e Iran è scoppiato il 13 giugno con il lancio di un'operazione militare da parte di Tel Aviv. L’escalation è ora alla quinta giornata ed entrambe le parti stanno intensificando gli attacchi.

In questo contesto, il vertice del G7 in Canada, iniziato il 16 giugno, è segnato anche dall’impegno di monitorare gli sviluppi della crisi in Medio Oriente.

I leader del Gruppo dei Sette hanno rilasciato in serata una dichiarazione congiunta in cui chiedono una "risoluzione" della crisi in corso.

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Esortiamo affinché la risoluzione della crisi iraniana porti a una più ampia de-escalation delle ostilità in Medio Oriente, compreso un cessate il fuoco a Gaza.

Le posizioni americane sulla crisi e il ruolo di Trump

L'incontro è al centro dell’attenzione anche per la partenza anticipata del presidente Trump, avvenuta dopo che aveva lanciato un avvertimento di "evacuare immediatamente" la capitale iraniana, Teheran. 

Fin dall’inizio dell’Operazione Rising Lion, gli Stati Uniti hanno sottolineato di non essere coinvolti negli attacchi verso l'Iran e hanno ribadito che Teheran dovrebbe raggiungere un nuovo accordo sul nucleare con Washington.

L’amministrazione Trump ha comunque lasciato aperte le linee di comunicazione con l’Iran. Nonostante l’attenzione alla crisi, non sembra intenzionata a intervenire direttamente nel conflitto tra Israele e Iran, a meno che gli interessi statunitensi non vengano colpiti. Il presidente americano ha però chiarito che bisogna impedire all’Iran di ottenere un’arma nucleare.

Trump aveva lasciato intendere, in un post su Truth Social, che sono in corso “chiamate e incontri”, suggerendo che l’amministrazione sia attivamente impegnata in trattative di pace dietro le quinte.

“Trump sta tornando a Washington per affrontare molte questioni importanti”, ha dichiarato la Casa Bianca in un comunicato.

Scontro Trump-Macron: la mediazione e la polemica

Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha insinuato che la partenza anticipata di Trump dal G7 sia legata alla crisi tra Israele e Iran affermando che il leader americano avrebbe intenzione di lavorare a un cessate il fuoco tra le due potenze regionali.

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C'è effettivamente un'offerta per incontrarsi e scambiarsi idee.

Macron ha aggiunto che "gli Stati Uniti hanno assicurato che troveranno un cessate il fuoco e, poiché possono fare pressione su Israele, le cose potrebbero cambiare".

Tuttavia, Trump ha chiarito, dopo la sua partenza, che il motivo del rientro a Washington non era legato alla situazione in Medio Oriente. In un post su Truth Social ha criticato duramente Macron:

"Macron non aveva idea del perché stessi tornando a Washington", scrive Trump, aggiungendo che la ragione è “ben più grande di questo”.

Ha definito il presidente francese “in cerca di pubblicità” e ha aggiunto:

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Che lo faccia di proposito o no, Emmanuel sbaglia sempre.

Macron si è affermato negli ultimi anni come uno dei principali interlocutori europei di Trump, in un momento in cui Bruxelles prova a relazionarsi attivamente con la presidenza americana.

Oggi il leader francese, insieme ai capi di governo di Regno Unito, Germania e Polonia, è in prima linea nel sostegno a Kiev nella guerra in Ucraina.

Il suo atteggiamento proattivo e il protagonismo nelle crisi internazionali confermano la sua ambizione di imporsi come “colonna portante dell’Europa”.

Il vertice del G7, che avrebbe dovuto segnare una rinnovata unità sulle grandi sfide globali, si è trasformato in un nuovo terreno di confronto tra visioni divergenti e leadership in competizione. L’escalation tra Israele e Iran ha imposto la sua urgenza, ma le tensioni tra i leader occidentali hanno mostrato ancora una volta quanto sia fragile il fronte transatlantico.

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