La scena internazionale torna a guardare a Mosca. Durante il vertice in Canada, Donald Trump ha messo in discussione l’architettura del G7 e invocato il ritorno della Russia al tavolo delle grandi potenze. Non solo: ha aperto anche alla possibilità di includere la Cina, trasformando il forum in un G8 o persino un G9. Un’uscita che rischia di rimettere in discussione gli equilibri costruiti negli ultimi dieci anni.
Il G7 è un forum intergovernativo composto dai sette paesi con le economie più avanzate del mondo. Non si tratta di un'organizzazione internazionale formale e le decisioni non sono vincolanti. Tuttavia, ha un peso politico ed economico globale.
Il Gruppo dei Sette è composto da Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti.
Nato nel 1975, inizialmente era formato da sei nazioni ed è stato formalizzato undici anni dopo, nel 1986, con l'adesione del Canada. Allora il G7 si è allargato un'altra volta nel 1998 con la partecipazione della Russia.
Il G8 non esiste più dal 2014. Proprio quell'anno, il più recente membro del gruppo, la Russia, è stata esclusa in seguito all'annessione della Crimea. Da allora il gruppo è tornato a essere il G7. Le tensioni con l’Occidente, le sanzioni e il successivo scoppio della guerra in Ucraina hanno congelato ogni possibilità di reintegro di Mosca.
Il presidente statunitense, Donald Trump, ha acceso il dibattito sull'espulsione della Russia durante il vertice del G7 in Canada del 16 giugno 2025.
Trump ha accusato l'ex presidente americano, Barack Obama, e l'ex premier canadese, Justin Trudeau, di aver escluso Mosca dal gruppo. Le parole di Trump, però, sono imprecise, dato che Trudeau è entrato in carica nel novembre 2015, più di un anno dopo l’annessione della Crimea e l'esclusione della Russia.
"Barack Obama e una persona di nome Trudeau non volevano che la Russia entrasse in guerra. E direi che è stato un errore, perché adesso non ci sarebbe una guerra", ha dichiarato Trump.
Il tycoon ha anche affermato che la Russia non avrebbe invaso l'Ucraina se fosse rimasta nel G8. Con questa dichiarazione, Trump ha riaperto il dibattito sull’adesione russa al forum.
Il presidente americano ha definito apertamente l'esclusione di Mosca dal forum un "grosso errore", ricordando però che in quel periodo non era ancora entrato in politica.
Ha poi ribadito la sua posizione con un’affermazione netta:
Con l'inizio del suo secondo mandato, gli Stati Uniti si sono affermati come il principale mediatore per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina. Il tycoon aveva più volte sostenuto, anche prima della sua rielezione, che se fosse stato alla Casa Bianca all’epoca, il conflitto non sarebbe mai scoppiato.
Sebbene gli sforzi diplomatici di Washington siano in stallo, i funzionari americani continuano a portare avanti il loro impegno. Trump ha sottolineato il suo rapporto con il leader del Cremlino:
Il leader americano ha aggiunto di preferire che il G7 torni a diventare G8, o addirittura G9, suggerendo che non solo la Russia, ma anche la Cina dovrebbero essere ammesse nel forum. Va detto che, dopo l’espulsione del 2014, la Russia non ha formalmente richiesto di rientrare.
Alla domanda di un giornalista sull’eventuale adesione di Pechino, Trump ha risposto: