L’incidente probatorio sul caso Garlasco rappresenta una delle fasi più delicate e attese della nuova inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi. Questa procedura, avviata il 17 giugno 2025 presso la questura di Milano, mira a cristallizzare prove scientifiche e tecniche che potrebbero risultare decisive per il futuro del processo, coinvolgendo esperti di genetica e dattiloscopia di fama nazionale.
L’incidente probatorio è uno strumento previsto dal diritto processuale penale italiano che consente di anticipare l’acquisizione di prove durante le indagini preliminari, in presenza del rischio che queste possano deteriorarsi o non essere più disponibili in futuro. Si svolge in contraddittorio tra le parti e i risultati hanno valore di prova in dibattimento, a differenza dei normali atti di indagine.
Nel caso Garlasco, la giudice per le indagini preliminari di Pavia ha affidato ai periti un termine di 90 giorni per completare gli accertamenti richiesti. Questo periodo, tuttavia, potrebbe non essere sufficiente a causa della complessità degli esami e dell’elevato numero di reperti da analizzare, molti dei quali risalgono a 18 anni fa. Gli esperti stessi hanno sottolineato che i tempi potrebbero allungarsi, rendendo difficile rispettare la scadenza iniziale.
Sebbene il termine formale fissato sia di 90 giorni, molti osservatori ritengono che la conclusione dell’incidente probatorio potrebbe slittare di diverse settimane, se non mesi, rispetto alla scadenza prevista. Gli accertamenti sono particolarmente complessi a causa della necessità di analizzare reperti vecchi, alcuni dei quali potrebbero non essere più integri o disponibili. Inoltre, il calendario delle udienze e delle attività di laboratorio sarà definito nei prossimi giorni, in base alle esigenze di tutte le parti coinvolte.
In sintesi, se tutto dovesse procedere senza intoppi, i risultati dell’incidente probatorio potrebbero arrivare entro la metà di settembre 2025, ma non si esclude che i tempi possano allungarsi fino all’autunno inoltrato.