17 Jun, 2025 - 21:31

Incidente probatorio Garlasco, cos'è successo nel primo giorno? Le ultime notizie

Incidente probatorio Garlasco, cos'è successo nel primo giorno? Le ultime notizie

Il 17 giugno 2025 si è aperto a Milano il tanto atteso incidente probatorio nell’ambito della nuova inchiesta sul delitto di Garlasco, avvenuto nel 2007 con la morte di Chiara Poggi.

Questa fase rappresenta un momento cruciale per le indagini, poiché mira a fare chiarezza sui reperti raccolti negli anni e a verificare l’eventuale presenza di nuove prove utili per riscrivere la verità giudiziaria su uno dei casi più discussi della cronaca italiana.

L’inizio delle operazioni

Le operazioni si sono svolte presso la questura di Milano, dove periti, consulenti delle parti e avvocati si sono incontrati per dare il via agli accertamenti irripetibili sui reperti conservati per quasi diciotto anni.

Il procedimento è stato disposto dal gip di Pavia, Daniela Garlaschelli, e vede coinvolti, oltre ai consulenti della famiglia Poggi, anche quelli di Andrea Sempio, nuovo indagato nell’inchiesta, e di Alberto Stasi, già condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione.

I reperti analizzati

Durante la prima giornata, l’attenzione si è concentrata sull’analisi delle impronte raccolte sulla scena del crimine. In particolare, sono state esaminate 18 delle 30 fasce contenenti impronte, tra cui la numero 10, considerata di particolare interesse perché rinvenuta sullo stipite della porta d’ingresso della casa di Chiara Poggi. 

I 24 campionamenti di DNA effettuati su questi reperti non hanno rivelato la presenza di sangue, un elemento che complica ulteriormente il quadro investigativo.

Il caso dell’impronta numero 10

L’impronta numero 10, definita dagli inquirenti come la “mano sporca” dell’assassino o di una persona presente sulla scena del crimine, è stata oggetto di particolare attenzione.

Le analisi condotte hanno escluso la presenza di tracce ematiche su questa impronta, e una recente consulenza dattiloscopica ha escluso la coincidenza con le impronte sia di Alberto Stasi che di Andrea Sempio. Resta quindi ancora ignoto a chi appartenga questa traccia, rendendo la situazione ancora più complessa.

Il mistero dell’impronta 33

Un altro elemento emerso è l’assenza del reperto relativo all’intonaco grattato dalla parete delle scale, vicino al luogo in cui fu trovato il corpo di Chiara Poggi.

Su questo materiale era stata isolata l’impronta numero 33, ora attribuita a Sempio. Tuttavia, il reperto non è stato trovato, impedendo ulteriori analisi sul DNA e lasciando irrisolto uno degli aspetti chiave della nuova inchiesta.

Le difficoltà tecniche e la conservazione dei reperti

Un aspetto rilevante emerso durante il primo giorno riguarda le modalità di conservazione delle impronte. Contrariamente a quanto previsto, le impronte non sono state conservate su fascette para-adesive, ma su fogli di acetato.

Questa scoperta potrebbe influire sulle modalità di analisi e rappresenta una complicazione per i periti, anche con le tecnologie più avanzate disponibili oggi.

Gli altri reperti e le prossime fasi

Le operazioni proseguiranno nei prossimi giorni, con l’analisi di altri reperti, tra cui la spazzatura trovata nella villetta di Garlasco e gli avanzi della colazione presumibilmente consumata da Chiara la mattina dell’omicidio. Tuttavia, alcune analisi sono state rimandate per complicanze formali, come la mancanza di verbali di sequestro, poi recuperati.

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