Paolo Annibali è stato uno dei più significativi scultori e artisti italiani contemporanei, capace di lasciare un segno profondo nel panorama culturale nazionale e nella sua terra d’origine, San Benedetto del Tronto. La sua arte, caratterizzata da una profonda attenzione alla figura umana, alla memoria e alla spiritualità, ha saputo parlare a generazioni diverse, fondendo la tradizione scultorea classica con una sensibilità moderna e intensa.
Paolo Annibali è scomparso il 17 giugno 2025 all’età di 67 anni. La notizia della sua morte è stata diffusa dalla famiglia e dagli organi di stampa locali, che hanno sottolineato il grande vuoto lasciato dall’artista nella comunità sambenedettese e nel mondo dell’arte italiana. La salma è stata trasferita dall’Ospedale Civile di Sant’Omero (TE) e i funerali si sono svolti il 19 giugno nella chiesa di San Filippo Neri, a San Benedetto del Tronto, la sua città natale. Le fonti non specificano la causa esatta della morte, ma sottolineano il dolore e il cordoglio di familiari, amici e istituzioni cittadine.
Nato nel 1958 a San Benedetto del Tronto, Paolo Annibali ha trascorso la maggior parte della sua vita nella città marchigiana, dove ha anche lavorato come insegnante di storia dell’arte presso il Liceo Scientifico “Benedetto Rosetti”. Dopo gli studi presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, Annibali ha sviluppato una cifra stilistica personale, centrata sulla rappresentazione intensa e drammatica del corpo umano e sulla riflessione esistenziale. Le Marche sono sempre rimaste il fulcro della sua attività artistica e della sua ispirazione, tanto che molte delle sue opere monumentali e pubbliche sono collocate proprio nel territorio regionale.
Paolo Annibali lascia la moglie Anna Nardecchia, anch’essa in passato docente, e tre figli: Teresa, Eugenio e Giulia. La famiglia è stata sempre al suo fianco, sia nella vita privata che nel percorso artistico, condividendo con lui momenti di gioia e difficoltà. Il legame familiare è stato ricordato con affetto e commozione anche dalla comunità scolastica e dagli amici, che hanno sottolineato la generosità e l’umanità di Annibali, oltre alla sua dedizione all’arte e all’insegnamento.
La carriera di Paolo Annibali è stata lunga e ricca di riconoscimenti. Dopo la formazione fiorentina, Annibali si è dedicato principalmente alla scultura, ma anche al disegno e alla pittura, realizzando opere che spaziano dal sacro al laico, dal monumentale al più intimo. Tra le sue creazioni più note figurano “Il mare, il ritorno”, monumento ai caduti e dispersi in mare a San Benedetto del Tronto; “I sognatori”, grande scultura-albero in piazza Matteotti; numerosi portali per chiese come San Filippo Neri e la cattedrale della Madonna della Marina.
Le sue opere, spesso in bronzo, marmo o gesso, si distinguono per la forza del modellato e la profondità psicologica dei soggetti, immersi in atmosfere sospese tra luce e ombra. Annibali ha partecipato a importanti mostre personali e collettive, tra cui antologiche al Complesso del Vittoriano a Roma e la partecipazione alla Biennale di Venezia. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Gran Pavese Rossoblù nel 2014, per la sua maestria e sensibilità artistica, unite a una visione alta e nobile della vita.
Oltre all’attività artistica, Annibali ha lasciato un segno indelebile nell’insegnamento e nella formazione delle nuove generazioni, trasmettendo passione, professionalità e umanità. La sua eredità è fatta di opere che continuano a interrogare e commuovere, testimoniando la forza universale dell’arte come racconto e memoria della condizione umana.