Era il 2015 quando Giuseppe Di Meglio scomparve misteriosamente da Piano di Sorrento, in circostanze ancora da accertare.
A distanza di più di dieci anni dal suo allontanamento, presumibilmente volontario, i familiari non hanno più ricevuto sue notizie.
Un silenzio che perdura ormai da troppo tempo e il desiderio di ricevere risposte, nel bene o nel male, continua a crescere.
Nel marzo del 2025, un resto umano è stato rinvenuto a Licinella, sull'omonima spiaggia della borgata di Paestum, nel Cilento.
L'arto ritrovato potrebbe essere la chiave di volta per questo caso intricato, ma una cosa è certa: i parenti sperano che l’allora quarantunenne possa essere ancora in vita.
Di professione psicologo, Di Meglio si è allontanato il 18 giugno 2015 e da quel giorno i suoi cari, gli amici e i parenti si chiedono cosa possa essergli accaduto.
Di lui c’è un solo avvistamento certo, avvenuto nello stesso giorno, nei pressi di un noto camping del posto.
Dopodiché Giuseppe è diventato un fantasma: nessun avvistamento o informazione utile ha permesso di ritrovarlo.
A quattro mesi dalla sua scomparsa, i familiari di Giuseppe hanno organizzato a Torre del Greco, comune in provincia di Napoli, una fiaccolata per tenere alta l'attenzione sulla vicenda.
Il sollecito dei parenti era rivolto alle forze dell'ordine e alle istituzioni, nella speranza che nessuno dimenticasse il caso, come è accaduto in tante altre drammatiche vicende in Italia.
Tra le richieste: che il computer di Di Meglio venisse analizzato dagli inquirenti per trovare eventuali prove e motivazioni del suo spostamento.
Lo scorso anno, sulla spiaggia di Licinella è stato ritrovato un arto umano, nello specifico un piede con una scarpa indossata.
Congiuntamente, qualche ora dopo, l'altro piede nello stesso medesimo iter è stato rinvenuto in Calabria.
Andrea, fratello di Giuseppe, in collaborazione con la trasmissione televisiva Chi l'ha visto?, ha chiesto risposte sull'accaduto, poiché le calzature coincidono con quelle indossate il giorno della scomparsa.
A oltre un anno di distanza dal rinvenimento dei due arti, i RIS di Roma nei loro laboratori sono ancora al lavoro sulle analisi.
Un dolore straziante per i parenti, che vivono nel limbo dell’attesa ormai da troppo tempo.
Un lavoro lento ma necessario, volto a scongiurare l’ipotesi peggiore: che Giuseppe non torni più a casa, nel calore e nell’amore dei suoi cari.