18 Jun, 2025 - 15:15

Garlasco, nel pc di Chiara Poggi il movente del delitto? Le nuove rivelazioni di Giallo

Garlasco, nel pc di Chiara Poggi il movente del delitto? Le nuove rivelazioni di Giallo

Nuove analisi e vecchi misteri: il computer di Chiara Poggi torna al centro dell’inchiesta sul delitto di Garlasco. Le anticipazioni del settimanale Giallo (Cairo Editore), in edicola domani, promettono di riaccendere il dibattito su uno degli aspetti più controversi e in parte irrisolti del caso: il ruolo delle ricerche e dei file presenti sul pc della vittima, e le possibili implicazioni sulla dinamica e sul movente dell’omicidio.

Le analisi del 2007: tra errori e sospetti

Nel 2007, i carabinieri del Ris effettuarono una lunga e dettagliata analisi sul computer di Chiara Poggi, scoprendo oltre 4.000 accessi a siti pornografici di vario genere, inclusi due portali dedicati a “donne mature”. Questo dato, all’epoca, fece scalpore e sollevò domande sulla personalità della vittima e sulle sue abitudini. Tuttavia, secondo la difesa della famiglia Poggi, la quasi totalità di questi accessi sarebbe avvenuta in orari in cui Chiara si trovava al lavoro, suggerendo che a navigare fossero altre persone, tra cui il fratello Marco e i suoi amici, che spesso utilizzavano il pc di casa per giocare ai videogiochi e navigare su internet.

La cartella “Tatina” e i video intimi sul pc di Chiara Poggi

Un altro elemento emerso dalle indagini riguarda la cartella denominata “Tatina”, dove Chiara conservava foto personali e tre video girati con il fidanzato Alberto Stasi. La possibilità che Marco Poggi, il fratello, e i suoi amici – tra cui Andrea Sempio – abbiano avuto accesso a questi file è concreta, dato che il computer veniva usato da più persone, spesso senza cambiare profilo utente. Proprio Marco, ascoltato dai carabinieri, ha raccontato di aver visto per caso una chat tra la sorella e Alberto in cui si faceva riferimento a un video intimo, episodio avvenuto circa un anno prima della morte di Chiara.

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Ricerche anomale e movente

Le nuove analisi suggeriscono che i ragazzi potrebbero aver visto non solo i video, ma anche alcune ricerche effettuate da Chiara su temi delicati come pedofilia e abusi. La madre della ragazza, all’epoca, riferì che Chiara si era accorta di alcune navigazioni sospette e le aveva confidato il proprio disagio, stigmatizzando il comportamento. Questo dettaglio alimenta il sospetto che la giovane avesse notato altri movimenti anomali sul suo pc, forse legati proprio all’accesso non autorizzato ai suoi file personali.

Il settimanale Giallo pone una domanda cruciale: è possibile che proprio in quel computer si nasconda il movente dell’omicidio di Chiara Poggi? Le ipotesi investigative non escludono che la scoperta di contenuti intimi o di ricerche particolari possa aver scatenato tensioni o gelosie fatali, magari tra i ragazzi che frequentavano la casa o tra la stessa vittima e il fidanzato. Alcuni esperti hanno sottolineato come la gestione poco ortodossa delle prime analisi informatiche – tra cui lo svuotamento del cestino e la mancata creazione di una copia forense – abbia compromesso la possibilità di ricostruire con precisione la cronologia dei fatti.

Le nuove indagini e il Dna

Le indagini più recenti hanno riaperto il fascicolo anche su Andrea Sempio, amico di Marco Poggi, la cui presenza in casa e l’uso del computer sono stati confermati da più testimonianze. Alcune tracce biologiche, trovate sotto le unghie di Chiara, potrebbero essere compatibili con il Dna di chi ha utilizzato la tastiera del pc nei giorni precedenti il delitto, ma resta il dubbio su chi effettivamente abbia avuto accesso a determinati file e cartelle.

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