Il suo vero nome è Charles Francis Kaufmann, ma dal 2019 si faceva chiamare Rexal Ford. Emergono dettagli inquietanti sul passato del 46enne statunitense accusato di omicidio e soppressione di cadavere per la bambina di pochi mesi, che lui sostiene essere sua figlia, trovata senza vita lo scorso 7 giugno nel parco di Villa Pamphili a Roma.
Il corpicino della piccola, picchiata e soffocata, era a poca distanza da quello della madre: l'uomo potrebbe aver avuto un ruolo anche nella morte della donna.
Mentre resta il giallo sulla loro vera identità, di certo ci sono le bugie che il 46enne ha raccontato per mesi: sul suo nome, sulla sua professione, sulla su vita privata. Una rete di menzogne con ancora molti punti oscuri.
Il servizio su Ford della trasmissione tv "La Vita in diretta" - 17/06/2025
Dopo aver viaggiato in diversi Paesi - come Russia, Islanda e Nuova Zelanda - nel 2023 Kaufmann è sbarcato a Malta. Si presentava come Rexal Ford, l'identità fittizia con cui era riuscito a ottenere un passaporto autentico.
Stando a quanto emerso, sull'isola avrebbe fondato una società, la Tintagel Films, affermando di essere un famoso regista e produttore cinematografico. Viveva in un appartamento preso in affitto a Marsascala, ma come trascorresse il tempo è un mistero.
Proprio a Malta entra in scena la donna trovata morta a Villa Pamphili, sua presunta moglie, conosciuta con il falso nome di Stella Ford: l'ipotesi è che il 46enne l'abbia incontrata sull'isola.
All'anagrafe maltese l'uomo risulta single e senza figli, scrive Il Corriere della Sera: se davvero c'è stato un matrimonio tra i due, non è avvenuto sull'isola. Nessuna traccia neanche della nascita della bambina, che veniva chiamata Andromeda: forse è stata partorita in casa. L'uomo non l'ha mai registrata come sua figlia.
Nelle ultime ore sono emersi altri particolari sull'arrivo in Italia di Francis Kaufmann, insieme alla donna e alla bambina.
Già alla fine di marzo l'uomo aveva iniziato a usare un alias italiano, quello di Matteo Capozzi. Con questo nome aveva chiamato, da Malta, una società di car sharing chiedendo dei contatti utili per poter arrivare in Sicilia tramite un'imbarcazione. Lo riporta Ansa.
L'uomo, in effetti, sarebbe arrivato nel nostro Paese come clandestino, attraverso un catamarano privato partito da La Valletta. Agli inizi di aprile aveva contattato un'agenzia immobiliare di Roma, con l'obiettivo di affittare un appartamento.
A Roma non aveva un indirizzo: insieme alla piccola e a sua madre si era accampato all'interno del parco di Villa Pamphili con una tenda e usava i bagni del mercato San Silverio di via Gregorio VII per lavarsi.
Gli inquirenti ipotizzano che i tre abbiano dormito in alcuni ostelli della Capitale, perché appare improbabile che siano rimasti tre mesi per strada.
Kaufmann/Ford disponeva di tre carte di credito funzionanti, usate anche per pagare pranzi e cene nei ristoranti. Ma da dove arrivavano i soldi? Secondo gli investigatori, l'uomo riceveva fondi dalla madre. Bonifici da ben quattromila euro al mese.
Le indagini si stanno concentrando sulle sue tre schede telefoniche, una delle quali acquistata alla stazione Termini a Roma: l'obiettivo è capire cosa abbia fatto in Italia e se qualcuno l'abbia ospitato.
L'uomo si trova ora in stato di arresto in Grecia, dove è fuggito ed è stato fermato lo scorso 13 giugno. A margine dell'udienza di convalida, svolta davanti alle autorità greche, avrebbe detto che gli italiani sono "mafiosi", rifiutando l'estradizione nel nostro Paese.
L'ultima parola spetta però al giudice, che ha 60 giorni di tempo per pronunciarsi sulla questione. Non è la prima volta che Francis Kaufmann ha guai con la giustizia, seppur non di questa portata.
Come riferito dall'FBI, il 46enne è stato già arrestato cinque volte per violenza domestica e aggressioni. Ha anche scontato quattro mesi in carcere "per aggressione con arma letale che ha causato gravi lesioni fisiche", scrive il gip nell'ordinanza a suo carico.
Per quanto riguarda "Stella", continuano le indagini per risalire alla sua identità. La donna, russofona e secondo una testimonianza hacker esperta, potrebbe aver lasciato l'Ucraina a causa della guerra per recarsi a Malta, dove ha conosciuto il 46enne.
Questa è una pista sulla quale lavorano i poliziotti della Squadra Mobile, coordinati dalla procura di Roma. Nonostante gli appelli lanciati dalla polizia, nessuno si è fatto avanti per darle un nome.