18 Jun, 2025 - 18:40

Francis Kaufmann alias Rexal Ford: che lavoro fa e dove vive il presunto killer di Villa Pamphili?

Francis Kaufmann alias Rexal Ford: che lavoro fa e dove vive il presunto killer di Villa Pamphili?

Il caso di Villa Pamphili, che ha sconvolto l’opinione pubblica italiana e internazionale, ruota attorno a una figura enigmatica: Francis Kaufmann, noto fino a pochi giorni fa con il nome falso di Rexal Ford. L’uomo, cittadino americano di 46 anni, è accusato dell’omicidio della sua presunta figlia di sei mesi e dell’occultamento del cadavere della compagna, trovati senza vita il 7 giugno nel celebre parco romano. Ma chi è davvero Kaufmann? Che lavoro faceva e dove viveva prima della fuga e dell’arresto?

Come si chiama davvero il presunto killer di Villa Pamphili?

Francis Kaufmann, questo il suo vero nome, ha condotto per anni una vita sotto falsa identità. Oltre a “Rexal Ford”, utilizzava anche il nome “Matteo Capozzi”, soprattutto durante i suoi spostamenti tra Malta, l’Italia e la Grecia. L’FBI ha confermato che il passaporto americano con cui viaggiava era stato ottenuto con generalità fittizie, permettendogli di muoversi indisturbato per anni tra diversi paesi europei. L’uso di alias era parte integrante della sua strategia per sfuggire alle autorità e per tessere una rete di relazioni utili ai suoi scopi.

Il lavoro: tra truffe e finte produzioni cinematografiche

Il presunto killer si presentava pubblicamente come produttore cinematografico, regista o sceneggiatore, raccontando di avere in cantiere un film da tre milioni di euro e di essere coinvolto in progetti artistici tra Roma e Firenze. Tuttavia, secondo le testimonianze raccolte dagli inquirenti e da chi lo ha conosciuto, questa attività era più una copertura che una reale professione.

Un cameraman irlandese che lo aveva frequentato a Malta lo descrive come un “vagabondo” che viveva di un fondo fiduciario, mantenuto dai genitori con una “paghetta” mensile tra i 5.000 e i 6.000 dollari. Kaufmann usava l’illusione di un progetto cinematografico per mantenere vivo l’interesse delle persone intorno a lui, ottenere ospitalità e sentirsi importante. In realtà, non risultano produzioni cinematografiche effettivamente realizzate o in corso, né rapporti lavorativi stabili con società del settore.

Le sue vere entrate, dunque, derivavano dal sostegno economico familiare e da una serie di truffe e raggiri, come confermato anche dagli inquirenti. In passato, negli Stati Uniti, era già stato arrestato cinque volte per violenza domestica e aggressioni, scontando anche 120 giorni di carcere per aggressione con arma letale. Questi precedenti, insieme alla sua capacità di cambiare identità e di costruire storie credibili, delineano il profilo di un uomo abile nel manipolare la realtà e le persone che incontrava.

Dove vive Kaufmann?

Francis Kaufmann non ha una residenza fissa. Le indagini hanno ricostruito che, negli ultimi mesi, aveva soggiornato tra Malta, la Russia (forse paese d’origine della compagna), l’Italia e la Grecia. In Italia, la coppia con la bambina veniva spesso avvistata nella zona di Villa Pamphili e nei pressi del mercato San Silverio, in zona San Pietro a Roma, dove mangiavano e si lavavano nei bagni della struttura. Non risultano registrazioni in strutture ricettive ufficiali: la famiglia viveva probabilmente in modo itinerante, affittando case tramite Airbnb o appoggiandosi a conoscenti.

Secondo alcune testimonianze, Kaufmann affermava di possedere diverse proprietà e di avere una casa a Roma, ma si tratta di informazioni non verificate e probabilmente parte della sua costruzione identitaria. La realtà sembra essere quella di una vita nomade, sostenuta economicamente dai genitori e da espedienti, senza un vero domicilio stabile.

L’arresto e la situazione attuale

Dopo il ritrovamento dei corpi a Villa Pamphili, Kaufmann è stato arrestato il 13 giugno sull’isola greca di Skiathos. Attualmente si trova detenuto in Grecia, in attesa che la Corte d’Appello di Larissa decida sulla sua estradizione verso l’Italia, dove dovrà rispondere delle gravi accuse a suo carico.

Il quadro che emerge dalle indagini è quello di un uomo con “elevata capacità criminale”, capace di depistare le indagini e di agire con freddezza e premeditazione. Il suo stile di vita, apparentemente bohémien e artistico, nascondeva una realtà fatta di violenza, bugie e manipolazione, sostenuta da una rete familiare che, forse inconsapevolmente, gli ha permesso di vivere fuori dagli schemi e, tragicamente, fuori dalla legge.

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