18 Jun, 2025 - 20:53

Garlasco, nuova ipotesi shock: Chiara Poggi ha fatto colazione con i suoi assassini

Garlasco, nuova ipotesi shock: Chiara Poggi ha fatto colazione con i suoi assassini

A diciotto anni dal delitto di Chiara Poggi, il caso di Garlasco torna sotto i riflettori della cronaca giudiziaria italiana. Le nuove indagini, avviate dalla Procura di Pavia, si concentrano ora su una pista inedita: la possibilità che la giovane abbia fatto colazione con i suoi assassini poco prima di essere uccisa, il 13 agosto 2007.

Un’ipotesi investigativa, riportata da Il Messaggero, che potrebbe riscrivere la dinamica di uno dei casi più controversi degli ultimi decenni.

Garlasco, la colazione sotto la lente: cosa è stato ritrovato?

Al centro delle nuove analisi c’è la spazzatura della villetta di via Pascoli, sequestrata mesi dopo il delitto e mai esaminata in modo approfondito.

Tra i reperti: un piattino di carta, due vaschette vuote di Fruttolo, la plastica della confezione, un contenitore vuoto di Estathé con cannuccia, una scatola di biscotti, un sacchetto di cereali e lo stesso sacchetto azzurro usato come pattumiera. Oggetti apparentemente banali, ma che potrebbero rivelare dettagli cruciali sulla mattina dell’omicidio.

Gli inquirenti ipotizzano che Chiara non abbia consumato la colazione da sola: la presenza di due vaschette di Fruttolo, infilate una dentro l’altra, suggerisce che almeno due persone abbiano condiviso il pasto. Nessuno, infatti, avrebbe ragione di recuperare un contenitore vuoto dal cestino solo per infilarvi quello nuovo. Il dettaglio alimenta il sospetto che Chiara abbia avuto compagnia nelle sue ultime ore di vita.

Il rischio contaminazione e la sfida della prova scientifica

Un elemento chiave di questa nuova fase investigativa è la possibilità di estrarre tracce di DNA dai reperti, nonostante siano rimasti nell’abitazione per otto mesi prima del sequestro. Questo intervallo temporale solleva il rischio concreto di contaminazione, come sottolineato anche dai consulenti delle parti. Le tecniche di conservazione dei reperti e i progressi della genetica forense saranno dunque centrali per stabilire l’attendibilità dei risultati.

Il quesito posto dalla giudice per le indagini preliminari, Daniela Garlaschelli, è chiaro: verificare se sia possibile ottenere DNA utile dai reperti alimentari e dagli oggetti ritrovati, come il cucchiaino sul divano, per confrontarli con i profili genetici dei sospettati. In particolare, l’attenzione è rivolta ad Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, già indagato e la cui presenza sulla scena del crimine è stata suggerita da tracce di DNA ritrovate sotto le unghie della vittima e da un’impronta di mano.

Sempio, Stasi e la ricostruzione della scena

Andrea Sempio ha sempre dichiarato di non aver mai consumato Fruttolo in casa Poggi e di essere stato nell’abitazione solo in compagnia dell’amico Marco, fratello di Chiara, partito per la montagna il 5 agosto. Se le analisi dovessero individuare tracce genetiche di Sempio sui contenitori di Fruttolo, la sua versione sarebbe messa in discussione.

Alberto Stasi, ex fidanzato di Chiara, è stato condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione per l’omicidio, ma si è sempre dichiarato innocente. Il suo coinvolgimento resta al centro del dibattito, anche alla luce delle nuove analisi su impronte e reperti mai esaminati prima, come il frammento insanguinato del tappetino del bagno e la cosiddetta “traccia 10” sulla porta d’ingresso, che non appartiene né a Stasi né a Sempio.

La nuova fase dell’incidente probatorio

L’incidente probatorio, che vede coinvolti undici consulenti tra genetisti e dattiloscopisti, è entrato nella sua fase cruciale. Le operazioni si svolgono nei laboratori della polizia scientifica di Milano e prevedono una road map di accertamenti che durerà almeno tre mesi. Oltre alla spazzatura, saranno analizzati tutti i reperti raccolti nella villetta, comprese le impronte repertate su fogli di acetato e i tamponi conservati presso l’Istituto di Medicina Legale di Pavia.

La famiglia Poggi, che da 18 anni attende una verità definitiva, spera che le nuove tecnologie forensi possano finalmente fare luce su una vicenda dolorosa e ancora avvolta nel mistero. La risposta definitiva, però, arriverà solo dopo un lungo e complesso lavoro di comparazione genetica e ricostruzione della scena del crimine.

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