Il 19 giugno rappresenta una data storica per il calcio italiano: proprio in quel giorno, nel 1938, l’Italia conquistò il suo secondo titolo mondiale consecutivo, battendo l’Ungheria nella finale di Parigi. Un successo straordinario, che consacrò la nazionale azzurra come una delle grandi potenze calcistiche dell’epoca. Guidata dal commissario tecnico Vittorio Pozzo, l’Italia vinse il Mondiale dopo aver già trionfato nel 1934, diventando la prima selezione europea a imporsi in due edizioni consecutive della Coppa del Mondo.
La finale di Parigi fu l’ultima disputata prima dell’interruzione causata dalla Seconda guerra mondiale, e il suo significato storico è ancora oggi motivo di orgoglio per tutti gli italiani. A 87 anni di distanza, quel successo continua a vivere nella memoria collettiva come simbolo di un calcio coraggioso, tecnico e vincente.
Nella lunga storia della Coppa del Mondo FIFA, soltanto due nazionali sono riuscite nell’impresa di vincere due edizioni consecutive: l’Italia e il Brasile. Gli Azzurri lo fecero nel 1934 e nel 1938, scrivendo una pagina indelebile della propria storia. I verdeoro, invece, replicarono l’impresa tra il 1958 e il 1962, con una generazione guidata da campioni leggendari come Pelé e Garrincha. Il Brasile, con cinque titoli conquistati (1958, 1962, 1970, 1994, 2002), è la nazionale più titolata di sempre, tanto da essere soprannominata “Os Pentacampeões”, ovvero “i Pentacampioni”.
Subito dietro si trovano Germania e Italia con quattro successi ciascuna. La Germania ha vinto i Mondiali nel 1954, 1974, 1990 (come Germania Ovest) e nel 2014 (come Germania unificata), mentre l’Italia ha aggiunto ai trionfi degli anni ’30 anche quelli del 1982 e del 2006. Tuttavia, l’Italia e il Brasile restano le uniche due selezioni ad aver saputo confermarsi campioni del mondo in due tornei consecutivi, un primato che testimonia la forza e la continuità di quelle generazioni.
La finale del Campionato del Mondo 1938 si disputò il 19 giugno a Parigi, nello stadio di Colombes. Di fronte, l’Italia campione in carica e una forte Ungheria, che fino a quel momento aveva mostrato grande organizzazione di gioco. L’Italia partì forte e sbloccò il punteggio al 6° minuto con Gino Colaussi. L’Ungheria rispose subito con il pareggio di Titkos due minuti dopo, ma gli Azzurri si riportarono avanti al 16° con Silvio Piola e allungarono sul 3-1 con il secondo gol di Colaussi al 35°.
Nella ripresa, l’Ungheria provò a rientrare in partita con il gol di Sárosi al 70°, ma Piola siglò il definitivo 4-2 al minuto 82, chiudendo i conti e consegnando all’Italia il secondo titolo mondiale. Fu una prestazione straordinaria, coronata da una solidità tattica e da un cinismo sotto porta che fecero scuola. Vittorio Pozzo, già vincitore nel 1934, divenne così l’unico allenatore a vincere due Coppe del Mondo consecutive, un record ancora oggi imbattuto.
Il successo dell’Italia nel 1938 rappresenta uno dei momenti più alti nella storia del calcio nazionale. Non solo perché completò il primo ciclo vincente della nostra nazionale, ma anche perché contribuì a definire un’identità sportiva fatta di coraggio, disciplina e spirito di squadra. Quella squadra entrò nella leggenda non solo per aver vinto, ma per come lo fece: con autorità, qualità e intelligenza tattica. In un’epoca in cui il calcio europeo era ancora in fase di consolidamento, l’Italia mostrò al mondo di essere già matura per dominare la scena internazionale.
Da allora, molte generazioni si sono ispirate a quella storica impresa, e ancora oggi quel successo viene ricordato come una pietra miliare nel percorso della nazionale azzurra. Celebrare ogni 19 giugno la vittoria di Parigi significa anche rinnovare il legame con un passato glorioso, che continua a ispirare presente e futuro del nostro calcio.