21 Jun, 2025 - 16:38

Putin non abbandona l'Iran (per ora): sostiene il diritto di Teheran all'uso pacifico del nucleare

Putin non abbandona l'Iran (per ora): sostiene il diritto di Teheran all'uso pacifico del nucleare

Il conflitto tra Israele e Iran sta rapidamente trasformandosi in una crisi che coinvolge direttamente le grandi potenze globali. Tra queste, la Russia assume un ruolo chiave. Mosca ha rafforzato le proprie relazioni con Teheran negli ultimi anni, ma ha anche mantenuto canali aperti con Israele. In questo contesto, la posizione del Cremlino appare fondamentale per comprendere gli sviluppi futuri della crisi. Le dichiarazioni di Vladimir Putin e dei vertici russi offrono uno sguardo sulla strategia diplomatica che Mosca intende perseguire nel Medio Oriente.

La posizione russa tra Israele e Iran

Mentre continua l’escalation tra Israele e Iran, gli occhi della comunità internazionale si sono concentrati sui leader mondiali.

Le posizioni della Russia sono di particolare importanza, dato che Mosca è una delle principali potenze globali. Il Cremlino, inoltre, intrattiene relazioni sia con Teheran che con Tel Aviv, muovendosi in un equilibrio diplomatico complesso.

La Russia ha rafforzato i suoi legami con l'Iran dopo l'inizio della guerra in Ucraina. All'inizio del 2025, Mosca ha firmato un partenariato strategico con Teheran. Sebbene questo accordo non obblighi la Russia a un impegno militare diretto, prevede comunque legami approfonditi anche in ambito militare.

L’avvio dell’operazione “Rising Leon”, il 13 giugno, ha sollevato interrogativi su come Mosca intenda portare avanti questo difficile equilibrio.

Secondo quanto riferito da Reuters il 18 giugno, Mosca ha chiesto a Washington di non colpire l’Iran, sostenendo che un’azione del genere destabilizzerebbe ulteriormente l’intero Medio Oriente.

Una presa di posizione che evidenzia la crescente preoccupazione russa per un possibile allargamento del conflitto, in un momento in cui si ventila la possibilità che gli Stati Uniti possano dare il via libera all’uso dei bombardieri B-2 per colpire l’impianto nucleare iraniano di Fordow, uno dei siti più protetti al mondo.

Il rischio di un'escalation nucleare

Una simile mossa, se attuata, aumenterebbe i timori non solo per il futuro della regione, ma anche per quello dell’intero sistema di sicurezza globale.

Parallelamente, il viceministro degli Esteri russo, Sergei Ryabkov, ha affermato che gli attacchi israeliani rischiano di innescare una catastrofe nucleare. Mosca ha lanciato l’allarme sulle potenziali conseguenze devastanti del conflitto, sottolineando come le ricadute potrebbero estendersi ben oltre i confini del Medio Oriente.

L’operazione israeliana in Iran ha come obiettivo dichiarato quello di colpire il programma nucleare iraniano. Tel Aviv ha già preso di mira diversi impianti strategici.

L’Iran, da parte sua, nega di voler dotarsi di armi nucleari e, come ribadisce da decenni, sostiene di puntare a un programma nucleare esclusivamente pacifico.

Tuttavia, gli attacchi hanno già causato numerose vittime da entrambe le parti del conflitto solo nell’arco di una settimana. Il rischio di un’ulteriore escalation appare reale.

Il presidente americano, Donald Trump, ha dichiarato di voler attendere due settimane prima di prendere una decisione sulla prossima mossa degli Stati Uniti, lasciando spazio, almeno formalmente, a un possibile margine diplomatico.

Putin tra principio e pragmatismo

Gli analisti osservano che la Russia, pur sostenendo l’Iran, deve cercare di mantenere un equilibrio delicato per salvaguardare i propri interessi in Medio Oriente. 

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha commentato a Sky News in merito a un eventuale cambio di regime in Iran, affermando:

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[Un cambio di regime in Iran] è inimmaginabile. Dovrebbe essere inaccettabile, persino parlarne dovrebbe essere inaccettabile per tutti.

Parole che risuonano come un monito alla comunità internazionale e che ribadiscono la volontà russa di opporsi a qualsiasi interferenza esterna sul futuro politico di Teheran.

Il presidente russo, Vladimir Putin, in un’intervista a Sky News Arabia, ha commentato il conflitto tra Israele e Iran, riaffermando che Mosca sostiene il diritto dell’Iran all’uso pacifico dell’energia nucleare.

Ha evidenziato che Teheran ha dichiarato in precedenza di non possedere armi nucleari. Le parole del leader russo sembrano indicare un eventuale supporto, almeno politico, a questa posizione.

Putin ha infine chiesto flessibilità a entrambe le parti per trovare una soluzione diplomatica al conflitto in corso, consapevole che un’escalation fuori controllo potrebbe compromettere anche le ambizioni e gli equilibri della Russia stessa.

In un Medio Oriente segnato da tensioni crescenti, la Russia cerca di posizionarsi come attore razionale e mediatore, pur mantenendo saldo il legame strategico con Teheran.

Le dichiarazioni di Putin rafforzano l’idea di un sostegno alla sovranità iraniana e al suo diritto al nucleare civile. Tuttavia, la complessità dello scenario impone a Mosca di muoversi con cautela, per evitare di essere trascinata in un conflitto che potrebbe sfuggire di mano a tutti. I prossimi giorni diranno se l'equilibrio che il Cremlino tenta di mantenere sarà davvero sostenibile.

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