21 Jun, 2025 - 17:30

Garlasco, due persone sulla scena del crimine oltre a Chiara Poggi?

Garlasco, due persone sulla scena del crimine oltre a Chiara Poggi?

Diciotto anni dopo l’omicidio di Chiara Poggi, il caso Garlasco torna al centro dell’attenzione nazionale grazie a una serie di nuove analisi tecniche che stanno riscrivendo la narrazione di quella tragica mattina del 13 agosto 2007.

Non si tratta di nuove confessioni o di testimoni improvvisi, ma di un lavoro meticoloso su impronte, tracce biologiche e fotografie dimenticate che stanno emergendo grazie alle più moderne tecnologie di ricostruzione della scena del crimine.

Garlasco, le nuove tecnologie e la svolta delle impronte

L’ultima svolta arriva da Brescia, dove l’esperto di Bloodstain Pattern Analysis (BPA) Enrico Manieri ha condotto una serie di esperimenti e osservazioni indipendenti, portando alla luce dettagli che sollevano nuovi interrogativi. In particolare, l’attenzione si è concentrata su alcune impronte rilevate nella villetta di via Pascoli, la casa dei Poggi, rimaste a lungo in secondo piano nelle indagini.

Grazie alla ricostruzione tridimensionale della scena del crimine, realizzata con laser scanner e intelligenza artificiale dai Ris di Cagliari e dal Racis di Roma, sono state individuate nuove tracce, tra cui un’impronta di scarpa mai repertata prima, trovata sul primo gradino che porta in cantina.

Questa impronta, caratterizzata da un disegno geometrico composto da tre linee parallele, è stata definita dagli esperti come "un’immagine figurata lasciata da un agente esterno", probabilmente impressa sul sangue ancora fresco.

L’impronta 33 e le altre tracce

Uno degli elementi più discussi è la cosiddetta “impronta 33”, una traccia dattiloscopica individuata sul muro accanto alle scale che portano alla cantina. Secondo gli investigatori, questa impronta sarebbe attribuibile ad Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, oggi indagato nella nuova inchiesta.

La difesa di Sempio sostiene che la traccia non sia compromettente, poiché non insanguinata e compatibile con la sua frequentazione abituale della casa. Tuttavia, la Procura vuole vederci chiaro, anche perché accanto a questa impronta ne sono state trovate altre, alcune appartenenti a Marco Poggi (fratello di Chiara), a un carabiniere e altre ancora di origine ignota.

La “traccia 33” è particolarmente interessante perché, secondo la nuova ipotesi degli inquirenti, potrebbe essere stata lasciata appoggiando la mano sulla parete dalla cima delle scale, senza necessariamente scendere.

Questo dettaglio si inserisce in una dinamica complessa: l’assassino avrebbe sollevato il corpo di Chiara, che pesava circa 50 chili, e l’avrebbe scagliato giù per le scale, lasciando tracce di sangue e forse anche impronte insanguinate, alcune delle quali sarebbero andate perdute o non adeguatamente repertate all’epoca.

Perché si parla di altre due persone sulla scena

Le analisi più recenti hanno messo in evidenza almeno due elementi chiave che suggeriscono la presenza di altre persone oltre a Chiara Poggi:

  • Impronte digitali e di scarpa non riconducibili né alla vittima né ad Alberto Stasi, il fidanzato condannato in via definitiva, ma a soggetti terzi la cui identità è ancora da accertare.
  • Tracce biologiche e impronte digitali su oggetti e superfici della casa, alcune delle quali attribuite ad Andrea Sempio e altre di origine ancora ignota, che potrebbero indicare la presenza di almeno un altro individuo sulla scena del crimine.

La Procura di Pavia ha disposto nuovi accertamenti genetici e dattiloscopici per cercare di identificare questi soggetti. L’incidente probatorio in corso, infatti, mira a chiarire se il DNA e le impronte trovate possano essere attribuite a persone che non avevano motivo di trovarsi nella casa al momento del delitto.

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