22 Jun, 2025 - 13:10

Cosa accadrebbe se l'Iran tentasse di chiudere lo Stretto di Hormuz? L'incubo di Trump e non solo

Cosa accadrebbe se l'Iran tentasse di chiudere lo Stretto di Hormuz? L'incubo di Trump e non solo

L’escalation militare tra Iran, Israele e Stati Uniti potrebbe innescare reazioni a catena ben oltre i confini del Medio Oriente. Tra le ipotesi più discusse vi è quella di una chiusura dello Stretto di Hormuz da parte dell’Iran: un passaggio marittimo fondamentale per il commercio globale di energia. Le conseguenze sarebbero enormi, economiche e politiche, e toccherebbero anche gli equilibri interni dell’amministrazione Trump.

L'Iran minaccia di chiudere lo Stretto di Hormuz

Gli attacchi degli Stati Uniti contro tre siti nucleari in Iran sono destinati ad aprire nuovi scenari. Mentre aumentano i timori per una guerra più estesa in Medio Oriente, lo sconvolgimento degli equilibri regionali porterebbe conseguenze che vanno ben oltre il futuro e gli interessi dei paesi mediorientali.

L’Iran non dispone solo dell’opzione militare diretta per esercitare pressioni su Washington e sui suoi alleati. Teheran ha già minacciato di chiudere lo Stretto di Hormuz come forma di rappresaglia, nel caso di un coinvolgimento diretto degli Stati Uniti nell’operazione militare israeliana.

Perché lo Stretto di Hormuz è importante

Lo Stretto di Hormuz è un canale marittimo che collega il Golfo Persico al Golfo di Oman e, indirettamente, all’Oceano Indiano. È largo circa 34 chilometri e dispone di due corsie principali di navigazione.

Sulle sue sponde si affacciano Iran, Iraq, Kuwait, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Oman e Bahrain.

È uno dei punti strategici più delicati al mondo per il commercio di energia: circa il 30 per cento del petrolio globale e circa il 20 per cento del gas naturale liquefatto transitano attraverso questo stretto.

Un’interruzione anche temporanea del traffico in quest’area causerebbe scosse immediate ai mercati energetici internazionali, con conseguenze sui prezzi e sulla sicurezza energetica di interi continenti.

Cosa accadrebbe se Teheran chiudesse lo Stretto di Hormuz

La minaccia iraniana non è nuova. Già durante la guerra Iran-Iraq negli anni ’80, l’ipotesi di una chiusura dello stretto era stata ventilata, senza però mai attuare un blocco completo. Tuttavia, azioni limitate da parte di Teheran in passato hanno già rallentato il traffico e creato instabilità nell’area.

Una chiusura vera e propria oggi, in un contesto già teso, potrebbe provocare una risposta militare internazionale, soprattutto da parte degli Stati Uniti e dei loro alleati.

Secondo gli analisti, tale risposta non si limiterebbe al ripristino della navigazione commerciale, ma potrebbe aprire la strada a un conflitto ancora più vasto.

Le implicazioni energetiche e politiche

Le ricadute di una chiusura dello Stretto di Hormuz andrebbero ben oltre lo scenario militare. Le ripercussioni economiche sarebbero immediate: volatilità dei prezzi del petrolio, crisi sui mercati energetici, inflazione globale.

Anche gli Stati del Golfo che utilizzano lo stretto per esportare petrolio verso l’Asia, ne sarebbero colpiti duramente.

Per Trump, che ha costruito gran parte della sua narrativa economica sulla promessa di benzina a basso costo e stabilità dei prezzi energetici, un simile shock rappresenterebbe un incubo politico, in grado di mettere in discussione uno dei pilastri del suo secondo mandato.

Una possibile chiusura dello Stretto di Hormuz da parte dell’Iran rappresenta una delle minacce più gravi in questo momento di alta tensione. Non si tratta solo di una questione regionale, ma di una crisi che potrebbe ridisegnare gli equilibri mondiali dell’energia e spingere gli Stati Uniti in un nuovo confronto militare ad alto rischio. Per Trump, e non solo, lo spettro di Hormuz è un campanello d’allarme che riecheggia ben oltre le acque del Golfo.

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