Francesco Pazienza, figura controversa e protagonista di alcuni dei più oscuri misteri italiani degli anni Settanta e Ottanta, è morto il 22 giugno 2025 presso l’ospedale di Sarzana, in Liguria.
Negli ultimi anni, Francesco Pazienza aveva scelto una vita più riservata, dedicandosi al volontariato nella zona di Lerici, dove risiedeva da tempo.
Le fonti non riportano dettagli precisi sulle cause della morte, ma si parla genericamente di una lunga malattia e di un progressivo declino fisico, legato anche all’età avanzata.
La sua scomparsa ha segnato la fine di una delle esistenze più enigmatiche e discusse della storia recente italiana.
Francesco Pazienza nacque a Monteparano, in provincia di Taranto, il 17 marzo 1946. Dopo essersi laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università La Sapienza di Roma, si trasferì in Francia, dove intraprese la carriera di consulente finanziario negli anni Settanta.
Il suo ingresso nel mondo dei servizi segreti avvenne nel 1979, quando fu assunto dal SISMI, il servizio segreto militare italiano, diventando assistente del direttore generale Giuseppe Santovito.
La carriera di Pazienza si intrecciò rapidamente con alcuni dei principali scandali dell’epoca: fu coinvolto nello scandalo della loggia massonica P2, nella vicenda del Banco Ambrosiano e nella morte misteriosa di Roberto Calvi, nonché nel depistaggio delle indagini sulla strage di Bologna del 1980.
Nel 1981 lasciò il SISMI a seguito dell’esplosione dello scandalo P2 e si trasferì negli Stati Uniti, dove fu arrestato nel 1985 su richiesta dell’Italia e successivamente estradato nel 1986.
Nel corso degli anni fu condannato per vari reati, tra cui il crac dell’Ambrosiano e il depistaggio delle indagini sulla strage di Bologna, scontando complessivamente circa dodici anni di carcere.
Dopo aver terminato la pena, Pazienza si stabilì a Lerici, dove visse gli ultimi anni dedicandosi al volontariato e mantenendo un profilo più basso rispetto al passato. La sua figura resta legata a doppio filo ai misteri della Prima Repubblica e al cosiddetto “fuoriscena del potere” italiano.
Le informazioni sulla vita privata di Francesco Pazienza sono estremamente scarse e frammentarie. Non risultano dati pubblici certi su una moglie o figli, né dalle cronache giudiziarie né dalle numerose interviste e biografie a lui dedicate.
Alcune fonti raccontano che negli anni Ottanta, durante il periodo romano, vivesse con una compagna, ma il suo nome non è mai stato reso noto pubblicamente.
Negli ultimi anni, Pazienza era noto per la sua vita solitaria a Lerici, dove l’unica presenza costante era la sua cagnolina Evita, a cui era molto affezionato. Non risultano figli riconosciuti né matrimoni ufficiali, e la sua riservatezza su questi aspetti ha contribuito ad alimentare il mistero che ha sempre circondato la sua figura.