Il naufragio del Bayesian, avvenuto nella notte tra il 18 e il 19 agosto 2024 al largo di Porticello, in provincia di Palermo, è stato uno degli incidenti marittimi più drammatici e discussi degli ultimi anni.
Il veliero di lusso, lungo 56 metri e costruito da Perini Navi, è affondato durante una violenta tempesta, causando la morte di sette persone tra cui il magnate britannico Mike Lynch, sua figlia Hannah, il presidente di Morgan Stanley International Jonathan Bloomer con la moglie Judy, il legale Chris Morvillo con la moglie Neda e il cuoco di bordo Recaldo Thomas. A distanza di dieci mesi, il relitto è stato riportato in superficie, aprendo nuove prospettive sulle cause e sulle responsabilità della tragedia.
La sera del naufragio, il Bayesian era alla fonda in rada, apparentemente in una posizione sicura. Tuttavia, una tromba d’aria marina – fenomeno raro ma estremamente violento – ha colpito la zona, generando raffiche di vento ben oltre i 63 nodi e onde molto alte. Secondo la ricostruzione, il veliero ha subito un improvviso sbandamento dovuto all’enorme superficie esposta al vento, in particolare il suo albero maestro di 72 metri, che da solo contribuiva per il 50% al rischio di ribaltamento.
Le indagini hanno evidenziato che la stabilità della nave, con la chiglia sollevabile in posizione alta, era fortemente compromessa: il Bayesian poteva inclinarsi fino a 70° prima di perdere ogni possibilità di raddrizzarsi, ma quella notte raggiunse i 90°, affondando verticalmente di prua.
Il recupero del relitto, avvenuto tra aprile e giugno 2025 grazie a una complessa operazione con gru galleggianti, ha permesso agli inquirenti di avviare accertamenti tecnici mai realizzati prima. Sono emersi alcuni punti critici:
Sul banco degli imputati sono finiti il comandante James Cutfield, l’ufficiale di macchina Tim Parker Eaton e il marinaio di guardia Matthew Griffith, indagati per omicidio plurimo e naufragio colposo. Gli inquirenti stanno valutando se la scelta di ancorarsi in rada, la gestione della chiglia sollevabile e la mancata attivazione di alcune procedure di emergenza siano stati determinanti. Non mancano, però, ipotesi più controverse: alcuni esperti hanno avanzato dubbi sulla tenuta strutturale dell’imbarcazione, altri hanno ipotizzato persino un sabotaggio, alimentato dai trascorsi giudiziari e finanziari di alcuni passeggeri.
Il relitto, ora ormeggiato a Termini Imerese, sarà oggetto di perizie approfondite da parte della Procura e dei consulenti tecnici delle parti. Ogni dettaglio – dai dispositivi elettronici ai materiali recuperati sul fondale – sarà passato al vaglio per chiarire definitivamente le cause del naufragio e stabilire eventuali responsabilità penali e civili.