23 Jun, 2025 - 14:41

Italia, si può rifiutare la chiamata alle armi in caso di guerra? Ecco cosa dice la Costituzione

Italia, si può rifiutare la chiamata alle armi in caso di guerra? Ecco cosa dice la Costituzione

Il tema della chiamata alle armi e della possibilità di rifiutarla è tornato d’attualità nel dibattito pubblico italiano, soprattutto alla luce delle tensioni internazionali e delle discussioni sul possibile ripristino della leva obbligatoria. Ma cosa prevede davvero la Costituzione italiana in merito? E in quali casi, se esistono, è possibile sottrarsi all’obbligo di difendere la Patria?

Guerra e arruolamento forzato, cosa dice la Costituzione italiana?

La Costituzione italiana affronta il tema della guerra e della difesa della Patria in diversi articoli chiave. L’articolo 11 stabilisce che “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, sancendo così un principio fondamentale di pace e di rifiuto della guerra offensiva. Tuttavia, la stessa Costituzione prevede la possibilità di difendere il Paese in caso di aggressione esterna.

L’articolo 52 recita:

“La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino. Il servizio militare è obbligatorio nei limiti e modi stabiliti dalla legge. Il suo adempimento non pregiudica la posizione di lavoro del cittadino, né l’esercizio dei diritti politici. L’ordinamento delle forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica”.

Inoltre, l’articolo 78 prevede che siano le Camere a deliberare lo stato di guerra e a conferire al Governo i poteri necessari per intervenire.

Chi può essere chiamato alle armi?

In caso di guerra difensiva, la chiamata alle armi segue un preciso ordine di priorità:

  • Inizialmente vengono mobilitati i militari professionisti delle Forze Armate (Esercito, Marina, Aeronautica, Carabinieri, Guardia di Finanza).
  • Successivamente, possono essere richiamati gli ex militari che hanno lasciato il servizio da meno di cinque anni.
  • Solo in caso di estrema necessità si procede con la chiamata dei civili idonei, generalmente cittadini tra i 18 e i 45 anni, dopo visita medica.
  • Alcuni corpi, come Vigili del Fuoco, Polizia Penitenziaria e Polizia Locale, sono esentati dalla chiamata alle armi.

È possibile rifiutare la chiamata alle armi?

La risposta è netta: no, non è possibile rifiutare la chiamata alle armi. Secondo l’articolo 52 della Costituzione, il servizio militare è obbligatorio nei modi e nei limiti stabiliti dalla legge, e il rifiuto costituisce reato. L’unica eccezione riguarda i casi di inidoneità fisica, che devono essere accertati tramite visita medica. In caso di gravi problemi di salute, infatti, il cittadino può essere esentato dal servizio.

L’obiezione di coscienza

La legge italiana prevede la possibilità dell’obiezione di coscienza, ovvero la scelta di non prestare servizio armato per motivi etici, religiosi o filosofici. In questi casi, l’obbligo militare può essere sostituito dal servizio civile, secondo le modalità stabilite dalla legge. Tuttavia, in situazioni di emergenza nazionale o stato di guerra deliberato dalle Camere, anche il servizio civile può essere soggetto a restrizioni o forme di mobilitazione straordinaria.

Leva obbligatoria: sospesa, non abolita

Va ricordato che la leva obbligatoria in Italia è stata sospesa nel 2004, ma non abolita: può essere reintrodotta con un decreto del Presidente della Repubblica in caso di necessità, come una guerra o una grave crisi internazionale. Questo significa che, in caso di conflitto, la chiamata alle armi potrebbe riguardare nuovamente ampie fasce di popolazione.

Potrebbe interessarti anche Guerra, Italia in allerta: le possibili conseguenze dell’uso delle basi militari da parte degli USA

LEGGI ANCHE