24 Jun, 2025 - 17:11

Chi era Juliana Marins, scomparsa sul Mount Rinjani in Indonesia? La giovane brasiliana morta dopo 4 giorni

Chi era Juliana Marins, scomparsa sul Mount Rinjani in Indonesia? La giovane brasiliana morta dopo 4 giorni

Juliana Marins era una giovane brasiliana, la cui scomparsa sul Monte Rinjani, in Indonesia, ha commosso e mobilitato migliaia di persone in tutto il mondo. La sua storia, seguita con apprensione sia in Brasile che a livello internazionale, è diventata simbolo delle difficoltà e dei rischi legati all’escursionismo su vulcani attivi e in ambienti estremi.

Chi è Juliana Marins? Età e origini

Juliana, 26 anni, originaria di Niterói, nello stato di Rio de Janeiro, era una viaggiatrice appassionata, amante dell’avventura e della natura. Dopo aver visitato diversi Paesi del Sud-Est asiatico, tra cui Thailandia e Vietnam, aveva scelto l’Indonesia come tappa successiva del suo viaggio. Sui suoi profili social condivideva spesso immagini e riflessioni sulle sue esperienze, mostrando entusiasmo per la scoperta di nuovi luoghi e culture.

Di professione pubblicitaria, Juliana era descritta da amici e familiari come una persona solare, determinata e sempre pronta a nuove sfide. Il suo spirito libero e la passione per il trekking l’avevano portata a intraprendere l’ascesa al Monte Rinjani, il secondo vulcano più alto dell’Indonesia, noto per i suoi paesaggi mozzafiato ma anche per la pericolosità dei suoi sentieri.

L’incidente sul Monte Rinjani

La tragedia si è consumata sabato 21 giugno 2025. Juliana stava partecipando a un’escursione in un piccolo gruppo guidato da un accompagnatore locale. Intorno alle 6:30 del mattino, vicino al bordo del cratere, la giovane ha chiesto di fermarsi per riposare, ma la guida avrebbe deciso di proseguire lasciandola indietro. Quando il gruppo è tornato indietro, Juliana era scomparsa: era precipitata da una scarpata di oltre 300 metri, in una zona estremamente impervia, tra rocce e terreno friabile.

Le prime ore dopo l’incidente sono state cruciali: alcuni escursionisti e i soccorritori hanno riferito di aver sentito le sue grida di aiuto e, grazie a droni e telecamere, è stato possibile individuarla viva, seduta e in stato di shock su una lingua di terra grigia ben sotto il sentiero. Tuttavia, il peggioramento delle condizioni meteorologiche, la fitta nebbia e la natura instabile del terreno hanno reso estremamente difficili le operazioni di soccorso, costringendo i soccorritori a interrompere più volte i tentativi di discesa.

Le ricerche e la mobilitazione internazionale

La notizia della scomparsa di Juliana ha rapidamente fatto il giro del mondo, grazie anche alla mobilitazione della sua famiglia e degli amici, che hanno creato un account Instagram per tenere alta l’attenzione e chiedere aiuto alle autorità. Le operazioni di soccorso hanno coinvolto oltre 50 persone, tra cui esperti alpinisti, squadre di ricerca e tre elicotteri messi a disposizione dal governo indonesiano. Tuttavia, la posizione di Juliana, sempre più in basso lungo la scarpata e in condizioni ambientali proibitive, ha reso ogni tentativo di salvataggio estremamente rischioso.

Nonostante le difficoltà, i soccorritori sono riusciti a monitorarla tramite droni fino a lunedì, quando è stata nuovamente individuata, apparentemente immobile e a una profondità di circa 650 metri dalla cima del sentiero. La famiglia, in costante contatto con le autorità brasiliane e indonesiane, ha denunciato la mancanza di cibo, acqua e indumenti caldi per la giovane, chiedendo un intervento ancora più rapido.

La tragica conclusione

Martedì 24 giugno, al quarto giorno di ricerche, la famiglia ha annunciato la notizia più temuta: Juliana Marins è stata trovata senza vita dai soccorritori, che sono riusciti a raggiungere il punto in cui si trovava dopo una discesa estremamente pericolosa. Il decesso della giovane è stato confermato anche dalle autorità brasiliane e indonesiane.

La morte di Juliana ha suscitato profonda commozione sia in Brasile che in Indonesia, sollevando interrogativi sulla sicurezza delle escursioni in zone ad alto rischio e sulla responsabilità delle guide locali. La sua storia rimane un monito per tutti gli appassionati di trekking e avventura: la montagna, anche la più affascinante, va sempre affrontata con la massima prudenza e rispetto per i suoi pericoli.

 

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