25 Jun, 2025 - 09:10

Come è morta Lea Massari? Biografia dell'antidiva ribelle

Come è morta Lea Massari? Biografia dell'antidiva ribelle

È scomparsa a 91 anni Lea Massari, volto magnetico e anticonvenzionale del cinema italiano ed europeo. Se n’è andata in silenzio, com’era vissuta negli ultimi trent’anni. Nessun red carpet, nessuna prima, nessun addio in grande stile. Lea Massari, una delle attrici più intense e aristocratiche del cinema italiano ed europeo, ha lasciato un vuoto profondo nel mondo del cinema e nel cuore di chi la conosceva.

La sua morte, avvenuta lunedì, 23 giugno 2025, nella casa romana ai Parioli, segna la fine di un’epoca fatta di cinema d’autore, fascino silenzioso e scelte radicali. Un addio in punta di piedi, come tutta la sua carriera. Un funerale per pochi, nella cattedrale di Sutri, e poi la sepoltura nella cappella di famiglia.

Un addio intimo, coerente con la riservatezza che ha sempre custodito gelosamente. Ma dietro la distanza dai riflettori si nascondeva una carriera straordinaria e un talento raro: Lea Massari è stata molto più di una diva, è stata un’anima libera, inquieta, profondamente moderna.

Lea Massari: causa della morte

La notizia della sua scomparsa è arrivata solo a funerali avvenuti - diffusa nella mattina di oggi, 25 giugno 2025, dal Messaggero. Un addio come lei avrebbe voluto: senza clamore. Lea Massari è morta lunedì 23 giugno nella sua abitazione romana, assistita da tempo dopo una brutta caduta domestica che aveva compromesso ulteriormente le sue già fragili condizioni di salute.

Da anni viveva lontano dalla vita pubblica, dopo essersi ritirata dalle scene all’inizio degli anni '90. Nessuna malattia lunga o dichiarazioni ufficiali, solo il tempo e la volontà di restare nell’ombra. Dunque è possibile che la grande diva sia morta per cause naturali. Un epilogo coerente con il suo stile di sempre: riservato, sobrio, fuori dal circo mediatico.

Il funerale si è tenuto nella cattedrale di Sutri (Viterbo), seguito da una sepoltura altrettanto privata nel cimitero comunale, dove la sua famiglia possiede una cappella. Nessuna cerimonia pubblica, nessuna commemorazione in pompa magna: solo un commiato silenzioso, degno di una donna che ha sempre scelto la sottrazione.

Lea Massari: età e origini

Nata a Roma il 30 giugno 1933, all’anagrafe era Anna Maria Massatani. Cresciuta nel quartiere Monteverde Vecchio, si trasferì in giovane età in Svizzera, in Spagna e in Francia, seguendo il padre, un ingegnere romano con radici umbre. Cosmopolita per formazione, parlava più lingue e inizialmente si era iscritta alla facoltà di Architettura, mentre lavorava come modella e collaborava con lo scenografo Piero Gherardi.

Laureata in stile e cultura europea, rientra poi a Roma dove nasce la sua carriera cinematografica.

Il nome d’arte "Lea" - secondo alcune voci di corridoio - lo scelse in memoria del suo grande amore, Leo, morto in un incidente stradale pochi giorni prima del matrimonio. Un lutto che la segnò profondamente e che forse spiegava parte di quella malinconia perenne che abitava il suo sguardo sullo schermo. Fu Mario Monicelli a notarla e a volerla nel film "Proibito" nel 1954, dove interpretava una giovane ribelle sarda: da lì, una carriera luminosa, ma sempre attraversata da un’irriducibile indipendenza.

Lea Massari: marito e figli

Nel 1965 sposò Carlo Bianchini, ex pilota Alitalia, con cui visse per anni in Sardegna, lontano dal caos di Roma. Un legame solido, lontano dai riflettori, come tutto ciò che la riguardava. Dopo il divorzio nel 2004, Massari tornò a vivere nella capitale, scegliendo una vita sempre più appartata.

I figli mai avuti non furono una mancanza pubblicamente discussa, né un nodo biografico esibito. La sua era una maternità simbolica, affidata forse ai tanti ruoli femminili intensi, contraddittori, a volte scandalosi che interpretò con coraggio e lucidità. Dai palcoscenici alle fiction, ogni personaggio aveva in sé qualcosa di profondo, come se Lea li abitasse davvero.

Lea Massari: la carriera

Attrice di registi "intellettuali", Lea Massari ha recitato per giganti come Michelangelo Antonioni, Sergio Leone, Dino Risi, Valerio Zurlini, Francesco Rosi, Nanni Loy, Giuseppe Bertolucci e i fratelli Taviani. Memorabile la sua interpretazione ne "L’avventura" del 1960, capolavoro di Antonioni che la rese celebre in tutto il mondo, accanto a Monica Vitti.

Ma non meno potente fu il suo ruolo controverso in "Soffio al cuore" di Louis Malle, arrivato in sala nel 1971, che le valse in Francia l’Étoile de Cristal e il premio Louis-Delluc. Il palmarès è solido: due Nastri d’Argento, un David di Donatello, partecipazioni in film iconici come "Una vita difficile", "La prima notte di quiete", "Cristo si è fermato a Eboli".

Sul palco, fu la prima Rosetta di "Rugantino", accanto a Nino Manfredi, e collezionò successi anche in teatro con autori come Brecht, Murrell e Gibson. In TV, lasciò il segno con "I Promessi Sposi" e "Anna Karenina", diretta da Sandro Bolchi.

Nel 1990, dopo "Viaggio d’amore" con Omar Sharif, decise di dire basta. Rifiutò anche l’offerta di Ferzan Özpetek per "Cuore sacro" nel 2005. "Il cinema mi ha delusa", confessò una volta. Forse no, non fu il cinema a deluderla: fu il mondo intorno, incapace di accogliere un’anima libera come la sua.

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